Recensione X-Box One
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Titolo del gioco:
Resident Evil 3 Remake
Anno di uscita:
2020
Genere:
Survival Horror
Sviluppatore:
Capcom
Produttore:
Capcom
Distributore:
Halifax
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Requisiti minimi:
Console della famiglia Xbox One (Xbox One, Xbox One S, Xbox One X) - una connessione a banda larga - un account Xbox Live - un abbonamento al Live Gold per il multigiocatore - 43 GB (Gioco base + Resident Evil Resistance) di spazio libero su disco - Prezzo: €59,90
Box
  • Iniziamo
  • Nuovi amici
  • Fianco a fianco
  • Concitazione
  • Carissimo
  • Primi incontri
  • Ragioniamo
  • Io vado
  • Amorevoli discussioni
  • Dobbiamo stare...vicini vicini!
Redattore: Corrado 'Sakurambo' Micheli
Pubblicato il: 06-04-2020
Capcom, reduce dai fasti del remake relativo al primo e all'entusiasmante secondo capitolo, ci riprova. Scopriamo insieme se, il titolo più amato della serie, ci ha soddisfatto in questa sua riedizione.
Memorie di un recensore

Personalmente, ho aspettato con trepidazione l'uscita di questo remake targato Capcom. Forse in cerca di una scintilla per accendere nella mente il ricordo o ricercare sensazioni perdute, questo download ha causato alla mente di noi "anziani" che abbiamo ormai varcato le porte della maturità, il lasciarsi andare a ricordi spesso malinconici e sovente differenti rispetto al vissuto reale. Come voi anche noi, in attesa di poter testare questo titolo, ci siamo informati quanto più possibile sui soliti canali mainstream (oltre a tediare a livello di stalking il nostro beneamato PR) (Confermo! -NdNew_Neo) immaginandoci come e in che modo questo remake avesse potuto "prenderci".


La recensione che andrete a leggere, cercherà di essere irreprensibile e concettualmente onesta, soppesando nei limiti del dovuto quegli aspetti che, si dice in giro, hanno già indebitamente a tratti ed a ragione su altri, affossato il giudizio sul gioco. Che cosa ha reso questo titolo, a suo tempo, una pietra miliare sul genere? E come mai, a distanza di un ventennio, l'impatto non è uguale a quello ottenuto a suo tempo? Siamo proprio sicuri, senza alcun dubbio oggettivo, che questa trasposizione rivista e corretta non sia stata concepita efficacemente?


Vedete, il tempo e le persone rispetto al passato sono cambiate (contestualmente anche le regole) e possiamo garantirvi che, avendolo vissuto sulla nostra pelle, certe possibilità agli sviluppatori dell'epoca erano realmente precluse. Il sottoscritto ad esempio, per poter accedere alla sua copia originale di Biohazard 3 senza imbattersi negli orribili tagli della censura, dovette ordinare la sua copia giapponese dell'epoca! Tutto non era così immediato e i videogiochi (venduti nel formato PAL o NTSC) non erano compatibili con le console vendute nei continenti diversi per via degli standard televisivi differenti. La violenza, il gore (ormai ampiamente abusati in ambito videoludico) erano agli albori e muovevano i primi passi.


Fù allora che, realtà come Capcom e Konami incominciarono a proporre titoli concettualmente e visivamente "pesanti" come la saga di Resident Evil da una parte e di Silent Hill dall'altra. Questo evolversi e questa immediatezza da un lato ha giovato, ma dall' altro ci ha assuefatto a tutta una serie di variabili che, una volta guadagnate, sono diventate talmente scontate da aver perso in buona parte l'appeal originale.


Abbiamo abusato della vostra pazienza di lettori, unicamente con lo scopo di aprirvi la mente dai soliti stereotipi per affrontare, in modo oggettivo, questa recensione.

Presentarsi è importante

Molto è stato detto ed altrettanto scritto, sulle peculiarità e caratteristiche che questo remake avrebbe dovuto sfoggiare. Per affrontare al meglio questo articolo vi consigliamo di effettuare un reset totale e, giunti al punto, ricordarli e collegarli con quanto avete letto.


Cominciamo con ordine: una volta installato il gioco e settati i parametri relativi alla luminosità ed al linguaggio (finalmente un gioco totalmente offerto in lingua italiana con un'ottima resa, requisito indispensabile per un videogame single player) ci sorriderà il bel faccione di Nemesis che ci invita ad iniziare una nuova partita. Solo su questo aspetto, da amante storico della serie, il tabellario punti Capcom si merita immediatamente un bel 100 come col capitolo precedente. Ma, iniziamo con ordine!


Jill Valentine, la nostra eroina, non contenta di essere sopravvissuta all'esperimento nella villa torna a Raccoon City e, dal momento che la fortuna è cieca, si ritrova in un ulteriore esperimento sfuggito di mano alla Umbrella...


Va bene, potremo dirci fra noi, riuscirà a sopravvivere come in precedenza, del resto il suo jingle è: "i'm still alive". Purtroppo la Umbrella, tanto artificiosa negli esperimenti quanto nell'insabbiare, tenterà in tutti i modi di contenere il contagio e i suoi segreti mettendo in campo quell'allegrone di Nemesis. L'impatto grafico della intro è devastante: la città ormai è allo sbando e Jill risvegliatasi dall'incubo ricorrente del contagio all'interno del suo appartamento, è inconsapevole degli eventi. Sarà una telefonata a riportarla nel mondo reale e... un ospite inatteso, a riattivare il suo istinto di sopravvivenza. La nostra protagonista non sarà l'unica forza messa in campo nel marasma ma, il gruppo U.C.B.S. mandato in soccorso dei superstiti, vedrà nei panni di Carlos Oliveira un gradevole (a tratti interessato) braccio destro per la nostra protagonista. Queste sono le caratteristiche principali di un incipit fra classico e moderno di questo remake.

Un RE Engine che sognavo da bambino

Graficamente questo titolo è riuscito a stupirci e catturarci quanto il remake del secondo capitolo e precedentemente da quanto visto da Rockstar Games con Red Dead Redemption 2! L'evolversi degli eventi da un lato e la confidenza acquisita dal titolo dall'altra ha fatto sì, che sull'evolversi degli eventi, abbiamo chiuso con leggerezza gli occhi su qualche piccola sbavatura. I controlli di Jill sono dannatamente action, molto più di quanto visto in precedenza e lontano anni luce da quanto visto 20 anni orsono. Da anziano della serie ho trovato questa soluzione adatta al contesto - è passato tanto tempo -, quindi se da un lato formula che vince non si cambia dall'altro l'utenza è anche cambiata e forse, di quei giocatori di allora soltanto il 30 o 40% ha deciso di rimetterci sopra le mani.


Detto questo, gestire i nostri personaggi sarà una passeggiata. Come al solito il tasto croce ci permetterà di cambiare in tempo reale l'arma in utilizzo, mentre i direzionali ci consentiranno di gestire il mondo di gioco in movimento e la relativa mira e fuoco tramite i dorsali. Questa svolta ha reso il tutto immediato, godibile, anche se in alcuni frangenti i tempi di ricaricamento arma possono sembrare interminabili vista la velocità degli eventi.


Malgrado ciò il titolo se la cava egregiamente regalando coinvolgimento, qualche arrabbiatura, ma il tutto condito con immedesimazione e adrenalina!

Per quanto percorrere le strade della città, della stazione di polizia, delle fogne, ospedale e altre ambientazioni sia un percorso obbligato, vi invitiamo a dedicare tempo all'esplorazione. Potremo ricavare componenti utili per "craftare" l'armamento, kit medicinali, creare munizioni differenti per le armi in uso... il tutto sarà sempre disponibile premendo il tasto Y ed accedendo all'apposito menu, da cui selezionando il singolo elemento è possibile combinare, analizzare, assemblare o usare.


Da questo punto di vista il controllo del personaggio risulta completo e, rispetto al passato, l'aggiunta della funzionalità schivata ha arricchito un gameplay che, a suo tempo, giocava sul minimalismo per creare suspance. Tale funzione infatti non si è rivelata l'arma definitiva, per quanto ne abbia il potenziale, dando il libero arbitrio sull'utilizzo da parte del giocatore.


A seconda del personaggio impersonato infatti, potremo o liberarci dalle grinfie dei cattivi utilizzando un (per quanto minimale) bullet time, oppure aiutarci con un attacco stordimento per seminare l'avversario e riorganizzarci (sicuramente su questo aspetto, ci attendiamo video di run micidiali).

Nemesim, sei tu o Nemesis?

Sul nostro acerrimo avversario che ispira il titolo della storica versione italiana, si è detto e scritto di tutto. Capcom ci ha tenuto a sottolineare quanto, rispetto al passato e a quanto riproposto nel secondo remake, il nostro antagonista sarebbe stato più astuto, determinato e ostico da affrontare.


Qui, in effetti, arriva una nota dolente relativa alla realizzazione.


Obbiettivamente, ci teniamo ben lontani dal comunicarvi l'evolversi degli eventi, da un lato per non cadere nello spoiler della trama ai fan, dall'altro per non compromettere l'esperienza ai novizi. Questo titolo non ha fatto della longevità uno dei suoi punti cardini, mentre ha puntato tutto sulla spettacolarizzazione degli eventi migliorando e personalizzando i nemici più di quanto fatto in precedenza.


Gli zombie hanno una buona varietà, i mostri dei vari ambienti che visiterete sono ben realizzati e animati ma Nemesis, il nostro caro e vecchio incubo, ha una sua bellezza a tratti siliconata. Infatti il suo incontro non sarà mai casuale, come fatto intendere in precedenza, ma vincolato solo ad alcune zone della mappa imprescindibili e con delle boss fight delle quali, capito il meccanismo di attacco, sarà semplice venire a capo. Semplice, malgrado risulti un termine ripetuto, ben si addice ad uno scontro che, dovuto alla grande quantità di munizioni reperibili, rende l'esperienza meno sfidante...


Il nostro nemico infatti, complici i differenti scontri in cui andremo a confrontarci, muterà forma ed attacchi non riuscendo comunque, in modo universalmente riconosciuto, ad incutere il terrore che vorrebbe. Personalmente non abbiamo nulla da ridire sulla durata del gioco in sé, né facciamo paragoni con la presenza di Resident Evil Resistance (di cui troverete recensione a breve...) come palliativo o complemento del titolo originale. L'unico aspetto fondamentalmente carente è la caparbietà del Nemesis. Ammesso e non concesso, che non fosse possibile riproporre la stessa avventura originale con il lifting, avremmo preferito un nemico alla Alien Isolation, sempre presente e lungimirante nella sua caccia (a quel punto avremmo giustificato la gran quantità di munizioni disponibili o l'ausilio dei generatori di corrente o dei bidoni sparsi nello scenario) pareggiando e rendendo sfidante in modo insuperabile il gameplay!


(Questa considerazione nasce da tutta una serie di variabili che giungono in nostro soccorso negli scenari, nonché dalla presenza di alcune armi, come la mina di prossimità, che avrebbero arricchito non di poco il gameplay).

In conclusione

Resident Evil 3 è un buon titolo, preferiamo dirlo subito e senza fronzoli. Malgrado ciò, ha curato pesantemente l'aspetto estetico dimenticando a tratti la sostanza, ma non per questo possiamo sminuire un prodotto comunque meritevole del vostro interesse. Detto questo possiamo ricollegarci a quanto detto in precedenza, ricordandoci ciò che abbiamo dimenticato prima di leggere questo articolo e provare, personalmente, a trarre le nostre personali conclusioni.


Il nostro scopo è stato darvi uno spunto, per trovare le ragioni soggettive che vi porteranno ad un eventuale acquisto oppure no. Noi, comunque siamo rimasti soddisfatti da questa esperienza che, a distanza di 20 anni è riuscita a riportarci laddove il tempo si era fermato.

Modus Operandi:

Siamo tornati dopo vent'anni a vivere le (dis)avventure di Jill Valentine e Carlos Oliveira contro il Nemesis e l'Umbrella, grazie ad un codice gentilmente datoci da Halifax Italia.

Resident Evil 3 Remake è un esperienza al passo con i tempi, un prodotto figlio di una generazione di console al tramonto che fà, a torto o a ragione decidetelo voi, rivivere una pietra miliare. Un'edizione matura, completa ed a tratti supponente di un titolo che, rivista al rialzo l'osticità del Nemesis, poteva raggiungere l'eccellenza. Nel complesso una storia avvicente, dal fiato corto, che ci porta rapidamente ad un epilogo che, rispetto al passato getta luci o ombre a seconda del grado di affetto o fedeltà dell'utente alla serie originale. Avventura single player consigliatissima, per lenire quel senso di battle royale che, a nostro avviso, tanto male ha fatto alla comunità videoludica storica.
  • Di impatto
  • Coinvolgente
  • Serrato
  • Di scontro
  • Qualche sbavatura grafica di compenetrazione
  • Molti lo troveranno breve
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