Recensione X-Box Series X-S
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Titolo del gioco:
Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons
Anno di uscita:
2023
Genere:
Picchiaduro a Scorrimento / Azione
Sviluppatore:
Secret Base
Produttore:
Modus Games
Distributore:
Xbox Store
Multiplayer:
Locale a 2 giocatori
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Sito web:
Requisiti minimi:
Console della famiglia Xbox One (Xbox One, Xbox One S, Xbox One X), Xbox Series X|S - una connessione a banda larga - un account Xbox - 2,1 GB di spazio libero su disco - Prezzo: €24,99
Box
  • L'attacco speciale di Matin mentre Marian gli &quot;copre&quot; le spalle da lontano. Ottima idea!
  • Ogni tanto compare questo logo, quando le nostre combo sono efficaci. Per premio riceveremo un po' di energia.
  • Nella schermata di selezione della missione vengono indicati anche obiettivi primari e secondari.
  • Riflettori puntati su di noi? Non &egrave; detto che sia un bene.
  • Il livello nel deserto non &egrave; difficile, ma Anubi (il boss finale) &egrave; un po' rognoseto.
  • Alla fine dello stage le statistiche non possono mancare.
  • Poteva mancare il livello nella metro alla Crime Fighers?
  • Rompiamo tutto ci&ograve; che ci circonda. Molti oggetti nascondono interessanti bonus.
  • Due Marian insieme? In co-op tutto &egrave; possibile ma Marian soffre parecchio gli attacchi ravvicinati quindi occhio!
  • Finito il livello dobbiamo scegliere come spendere i soldi. Facciamolo oculatamente!
  • Una bella cover art non pu&ograve; mancare.
  • Cosa c'&egrave; di meglio di una bottigliata sulla testa?
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 31-07-2023
Botte da orbi alla vecchia maniera. Cosa chiedere di più?

Era il lontano 1987 quando Double Dragon faceva capolino nelle sale giochi conquistandosi il ruolo di precursore di un intero genere videoludico e divertendo da allora milioni di videogiocatori (e mi ha divertito anche su Atari VCS 2600, nel suo piccolo ben realizzato. -Nd New_Neo). Stiamo parlando naturalmente dei "picchiaduro a scorrimento", genere che nel corso degli anni ci ha regalato perle come Crime Fighters, Cadillacs & Dinosaurs, Final Fight, fino al recente Streets of Rage 4 in un elenco che sarebbe troppo lungo da citare per intero. Double Dragon però ha introdotto una serie di elementi che hanno fatto scuola, come dicevamo, a partire dal gioco in co-op, fino al movimento in profondità su uno scenario comunque in 2D, ai boss finali eccetera.


Effettivamente al giorno d'oggi puntare sull'effetto nostalgia non basta, a meno di orientarsi solo sui patiti di retrogame: ecco quindi la neccessità di introdurre meccaniche nuove che provino ad attualizzare un vecchio stile di gioco a tempi più moderni. È su questo che gravita lo sforzo di Secret Base che, pur di incidere sulla lacuna principale dei picchiaduro a scorrimento e cioè la longevità, ha farcito il gioco di meccaniche roguelike e di una serie di varianti che ci faranno caricare nuovamente Double Dragon Gaiden (da ora in poi DDG) anche dopo averlo completato.

LA SOLITA VECCHIA STORIA

Parlare di trama in un gioco come questo lascia il tempo che trova: di solito la storia è solo un chiaro pretesto per dirvi che dovete menar le mani e basta. L'ambientazione è post-apocalittica in una distopica New York degli anni '90 con la criminalità organizzata che si è spartita il territorio e il dominio sui superstiti e con il sindaco che chiede alla nostra scuola il Dojo Sosetsuken, una mano per rimettere le cose a posto. Ritroveremo quindi i fratelli Billy e Jimmy Lee (conosciuti nel primo episodio della saga), la non più sprovveduta Marian e lo zio Matin pronti a scendere in campo per riportare tutti quanti alla ragione. Inizialmente la scelta si baserà su due di questi 4 personaggi (uno primario e uno secondario). Poi, se saremo abbastanza bravi a conquistare gettoni sonanti da investire, potremo sbloccarne addirittura altri nove. Diciamo fin da subito che i vari personaggi hanno caratteristiche diverse, a partire dalla velocità, forza fisica e resistenza fino alle tecniche di combattimento vere e proprie. Sotto questo aspetto sceglierne un paio che si bilancino perfettamente tra loro a seconda degli stage da affrontare può essere una mossa vincente.

DA DOVE COMINCIARE?

All'inizio potremo scegliere tra 4 aree tutte da liberare, naturalmente nell'ordine che preferiremo. Una volta completato il primo stage però gli altri si renderanno più difficili (dal momento che gli altri cattivi saranno allertati dalla nostra presenza) aumentando il numero degli stage e dei nemici in campo. Di conseguenza variare la scelta iniziale di volta in volta ci mette di fronte stage sempre diversi, abbastanza per giustificare una certa rigiocabilità anche dopo la vittoria finale. Naturalmente ogni stage che si rispetti ha un boss finale e dei sotto-boss alla fine dei sublivelli.


Dal punto di vista del combat system le cose non sono sicuramente complicate dal momento che ogni tasto del controller ha assegnata una particolare mossa più una serie di combo (neanche troppe) sfruttando la combinazione tra i vari tasti. Ad esempio, il tasto X serve per il colpo principale (pugno o calcio che sia), A per il salto, B per la presa, Y per la mossa speciale utilizzabile solo dopo aver caricato l'apposita barra più i vari grilletti posteriori, soprattutto LB che permetterà di "switchare" da un personaggio primario a uno secondario: tattica questa che può essere utilizzata per meglio affrontare un determinato stage oppure perché stiamo finendo l'energia e preferiamo mettere il nostro eroe a riposo in attesa che si rigeneri. I combattimenti quindi sono abbastanza semplici eppure la sensazione percepita dei colpi assestati c'è eccome, così come è necessario quel pizzico di strategia perché a testa bassa non si va da nessuna parte. La mossa speciale, manco a dirlo, è diversa da personaggio a personaggio e spesso si rivela risolutiva nelle mischie o contro avversari particolarmente ostici ma, ovviamente, prevede un certo periodo di ricarica.

STUDIAMOCI SU

Alla fine di ogni stage potremo spendere i preziosi raccattati in giro (facendo fuori i nemici o rompendo tutto ciò che ci capita a tiro) per potenziare il nostro personaggio (sia il primario che il secondario) con più salute, più velocità di rigenerazione e molto altro, oppure acquistando dei gettoni che si riveleranno preziosissimi nel caso in cui ci faranno fuori e vorremo continuare da dove abbiamo interrotto. Spesso e volentieri i vari scenari nascondono stanze segrete piene di risorse, a voi l'onere di scoprirle. Infatti trovarsi senza risorse di fronte a un eventuale "continue" vuol dire ricominciare tutto daccapo. È vero che fin dall'inizio potremo "tarare" la curva di difficoltà con i "continue" infiniti, scegliendo la quantità di gettoni per proseguire e così via, ma naturalmente si perde gran parte del divertimento.


La componente roguelike del gioco non punta solo sulla progressione del personaggio quanto anche su una certa soglia di difficoltà e sulla continua tensione instillata al giocatore sulle corrette strategie da seguire per andare avanti. Di conseguenza ogni potenziamento dovrà essere studiato e ponderato nel modo corretto perché altrimenti fino in fondo non ci si arriva. I boss finali hanno dei pattern tutti loro, abbastanza anticipabili comunque, ma vengono resi molto ostici per la presenza di tantissimi altri personaggi su schermo (soprattutto al quarto stage qualunque sia l'ordine di gioco). Come dicevamo le botte su schermo sono rese abbastanza bene a parte qualche "incastro" strano che non ci è piaciuto, soprattutto giusto per fare un esempio, alla impossibilità a liberarci nel momento in cui ci mettono sotto.

GLI SCENARI?

I quattro stage rappresentano altrettanti biomi naturalmente a tema, spaziando dalla città, alle piramidi egizie, alle discariche e così via e spesso gli scenari rappresentano un ulteriori livello di difficoltà sul nostro percorso a causa anche di alcune trappole ambientali che si attivano nel momento meno opportuno come spuntoni, lance, fulmini e così via. Durante il combattimento potremo anche ricorrere a una certa quantità di armi bianche sottratte ai nostri nemici e utilizzate poi a nostro favore come pugnali, bastoni, lance, bottiglie e altro ancora: naturalmente ogni arma avrà una durata limitata e dopo qualche colpo risulterà inutilizzabile. A mancare su schermo saranno il più delle volte le risorse in grado di darci energia anche se una combo bene assestata in grado di far fuori almeno tre nemici in un colpo solo ci premierà con un bel panino tutto da sgranocchiare. Dal punto di vista tecnico sono proprio gli scenari il tallone d'Achille manifestando una qualità altalenante anche per un contesto da pixel art sul quale si basa l'intera produzione.

LA MODALITÀ CO-OP

Naturalmente giocare in due è il massimo del divertimento. Sia perché potremo scegliere personaggi diversi (o anche simili, il gioco non limita in questo), ma soprattutto perché il concetto di strategia si esalta al massimo. Ad esempio uno dei due può utilizzare Marian che spara da lontano, controllando la scena mentre l'altro un personaggio da contatto ravvicinato, inoltre se uno dei due viene chiuso all'angolo l'altro può arrivare a liberarlo. Non parliamo poi del boss finale quando uno dei giocatori si scaraventa sul capo mentre l'altro tiene lontani gli altri nemici. Insomma bisogna provarlo per crederci: giocato in due il gioco diventa estremamente più divertente. Peccato però che la modalità co-op sia limitata solo al locale e non estesa all'online, e peccato anche che una partita debba iniziare e finire in una modalità soltanto. Se iniziamo da singoli l'altro compagno non potrà aggiungersi e vale anche viceversa. Un po' di elasticità in più non avrebbe di certo guastato.

COMPARTO TECNICO

Dal punto di vista tecnico Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons ha uno stile tutto suo puntando sulla pixel art più sfrenata ma sconfinando nell'aspetto caricaturale dei vari personaggi in gioco. Sotto questo aspetto non c'è quindi da aspettarsi una definizione all'ultimo grido anche se il tutto è disegnato e colorato abbastanza bene (un po' meno alcuni fondali). Molto buone le animazioni che oltre a rendere bene l'idea su quello che sta accadendo su schermo trasmettono l'efficacia dei colpi dati e subiti durante l'avventura. Buona anche la colonna sonora con musiche di accompagnamento adatte al contesto e buone anche le idee messe sul campo per prolungare la longevità del gioco.


Anche se non stiamo parlando di chissà quale livello realizzativo, Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons è un gioco in grado di intrattenere gli amanti dei picchiaduro a scorrimento, al punto tale da valere il prezzo del biglietto. Una volta cominciato non lo mollerete almeno finché non avrete visto tutti gli stage e non avrete sbloccato tutti i personaggi aggiuntivi. Se poi avete la possibilità di giocarlo in co-op allora non dovete nemmeno stare a pensarci su.

Modus Operandi:

abbiamo menato le mani in Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons grazie a un codice fornitoci da Dead Good Media.

Double Dragon Gaiden a un primo impatto può sembrare un gioco a basso budget. Una volta lanciato tira fuori il suo potenziale grazie all'alta dose di divertimento e giocabilità e alla curiosità instillata nel giocatore che non lo mollerà fino alla fine. Ottime le scelte di potenziamento intermedio, di gestione della moneta in-game e di rigiocabilità con i vari stage dalla difficoltà adattiva. Tutto sommato si piò passar sopra alle piccole carenze come la grafica dei fondali in alcuni stage o la rigidità nella gestione delle partite. Giocato in due poi è un vero e proprio spasso e vale il prezzo del biglietto. Se amate il genere non stateci a pensare e portatevene a casa una copia.
  • Buona la rigiocabilità
  • Invoglia sempre a un'altra partita
  • In co-op è un vero spasso
  • Manca la possibilità del co-op online
  • Qualche scenario si poteva disegnare anche meglio
  • Eccessivamente rigido nella gestione delle partite
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