Recensione X-Box Series X-S
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Titolo del gioco:
UFO ROBOT GOLDRAKE - Il Banchetto dei Lupi
Anno di uscita:
2023
Genere:
Azione / Avventura / Shoot'em up
Sviluppatore:
Endroad
Produttore:
Microids
Distributore:
Xbox Store
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Requisiti minimi:
Xbox Series X|S, Console della famiglia Xbox One (Xbox One, Xbox One S, Xbox One X) - una connessione a banda larga - un account Xbox - Xbox Live per i salvataggi nel Cloud - 7 GB di spazio libero su disco - Prezzo: €49,99
Box
  • Bella la prospettiva shoot'em up nello spazio. Solo graficamente per&ograve;.
  • Pilotare il disco di Alcor senza armi per difenderci?
  • C'&egrave; tanta roba da trovare in giro, basta cercare.
  • Eccolo il cattivone che ci manda tutti quei mostri-robot.
  • Le fasi iniziali ovviamente servono da tutorial...
  • ... ma &egrave; proprio lui, il nostro Goldrake.
  • Distruggere la base di Vega? Fosse semplice.
  • Ci sono anche diversi collezionabili, come le skin.
  • Beh, su questa immagine c'&egrave; molto poco da dire.
  • Lo Spacer, l'unico mezzo che abbiamo per volare.
  • Non mancano le spettacolari esplosioni ovviamente.
  • Quei punti su schermo indicano i nostri obiettivi.
  • Una bella panoramica ci sta tutta.
  • Il gioco punta molto sugli effetti di luce per riciclare qualche texture.
  • Una delle key art simbolo del gioco.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 23-11-2023
Tiriamo fuori l'alabarda spaziale. Vega non vincerà!

Provare a riproporre in chiave videoludica un soggetto che ha appassionato milioni di persone è sempre un azzardo: da un lato l'appeal è garantito, principalmente per i milioni di fan, dall'altro il rischio di sbagliare e deludere il pubblico è sempre dietro l'angolo. Stiamo parlando di quel fenomeno che negli anni '80, ma anche oltre, faceva parlare di "licenza sprecata" quando cioè gli sviluppatori non riuscivano a rendere giustizia al soggetto originale. Ci sono casi però in cui determinati attori, cartoni animati, fumetti e manga hanno un impatto talmente forte da sconvolgere totalmente gli equilibri tra appeal e realizzazione tecnica perché la componente nostalgica è così forte da far chiudere più di un occhio sulla componente realizzativa del prodotto.


Avevamo già affrontato la questione con il primo Slap & Beans, ma anche con il suo seguito Slap & Beans 2. Questa volta in ballo c'è un cartone animato, derivato da un manga, creazione di quel genio di Go Nakai che, in Italia, ha dato il via a quella che i più grandicelli ricorderanno come la "generazione dei robottoni". Uscirono tantissimi cartoni animati in quel periodo, cronologicamente intorno alla metà degli anni '70, uno più bello dell'altro e tutti stupendamente disegnati e animati tanto da far sorgere in più di un'occasione, il dubbio che i nipponici utilizzassero i computer per animare i loro disegni. Dubbio naturalmente infondato data la scarsa potenza dei primordiali PC di quel tempo.

UNITI CONTRO IL NEMICO

La collocazione cronologica della più importante trilogia di Go Nakai prevede Mazinga Z, Il Grande Mazinga e poi Atlas Ufo Robot anche se in Italia sono arrivati perfettamente al contrario. In realtà ci aveva sempre insospettito quel co-protagonista che in Goldrake era conosciuto con il nome di Alcor ma che somigliava anche troppo al Koji Kabuto di Mazinga Z e delle ultime puntate del Grande Mazinga. E lo stesso vale per Boss Robot. Effettivamente l'idea originale prevedeva proprio Koji Kabuto e il robot pasticcione come trait-d'union fra i tre cartoni. Va detto però che le trame erano tutte stupende anche se le vicissitudini di Actarus, nome originale Duke Fleed, avevano un fascino sicuramente maggiore.


Il pianeta Fleed distrutto per il tradimento di Vega, la fuga di Actarus verso la Terra, l'accoglienza calorosa del dottor Procton e poi l'impegno di Actarus stesso nel difendere il pianeta che lo aveva ospitato contro il malvagio Vega razziatore di mondi. Le trame di quei cartoni, dicevamo, erano sempre e comunque diverse tra loro anche se c'era un comun denominatore: mostri nemici sotto forma di giganteschi robot da distruggere, il protagonista che urlava il nome dell'arma prima di utilizzarla e, naturalmente esplosioni roboanti, devastazione assoluta e un tifo quasi da stadio naturalmente a favore del nostro eroe. Non dimentichiamo inoltre che in quei cartoni si sono succeduti fra i migliori doppiatori che la cinematografia italiana ricordi e che spesso venivano accompagnati da colonne sonore da urlo. Fra tutti Goldrake è sempre stato il più amato (il sottoscritto preferiva Il Grande Mazinga... -NdR), probabilmente perché era il primo, magari per la storia, oppure per un certo livello di simpatia e di potenza che riusciva a trasmettere. Quindi UFO ROBOT GOLDRAKE - Il Banchetto dei Lupi rappresenta una bella sfida per Microids e ci riporta al quesito di partenza: è più importante l'appeal o la realizzazione?

DI TUTTO E ANCHE DI PIÙ

Il Banchetto dei Lupi è quel tipo di gioco che, nel gergo moderno si definisce multievento nel senso che incorpora diverse tipologie di gameplay. È un picchiaduro durante gli scontri, uno shoot'em up in determinate fasi, un gioco di avventura/esplorazione in altre. Non tutte queste tipologie di gioco sono ben riuscite in fase di realizzazione, questo è vero, però gli sviluppatori hanno provato ad apportare un po' di varietà al tutto cambiando inquadrature e tipologie di gioco da un livello all'altro e riuscendo, purtroppo, nel loro intento solo in parte.


Una volta lanciato il gioco sentiremo già la musica originale di Goldrake e, come d'incanto, ci troveremo catapultati davanti a uno schermo di tantissimi anni fa. L'altra lieta sorpresa è naturalmente il doppiaggio, in lingua italiana, e realizzato con i canoni tipici di allora (ci riferiamo all'enfasi, al ritmo, alla pronuncia delle parole e così via, compreso il gridare l'arma che si sta per utilizzare). Sarebbe stato impossibile ricorrere alle voci originali (molti doppiatori purtroppo non sono più tra noi e altri sono ormai avanti con gli anni), ma i nuovi hanno recitato in modo assolutamente speculare a come fecero i doppiatori originali nei lontani anni '70. Tutto, fin dalle battute iniziali, sembra ricordare i nostri pomeriggi davanti la TV a fantasticare su un cartone animato mentre ci abbuffiamo di pane e nutella. Quando poi parte la clip di introduzione sull'assalto di Vega ai danni del pianeta Fleed siamo ormai catturati dallo schermo. Poi inizia un breve tutorial che ci farà muovere Goldrake contro i primi basilari nemici sul terreno di Fleed e lì ormai siamo completamente ipnotizzati. Va da sè che la componente fondamentale di tutta la produzione è l'effetto nostalgia che, manco a dirlo, fa indirizzare il titolo verso i milioni di appassionati e un po' meno verso i nuovi giocatori al netto di quelli che, dopo aver sentito per anni i racconti dei loro padri, hanno il giusto spirito di curiosità.

GAMEPLAY CHE PIÙ SEMPLICE NON SI PUÒ

Muovere il nostro robottone è abbastanza semplice. Con la levetta sinistra del controller lo manderemo avanti e indietro facendogli fare anche dei piccoli salti ma non potremo farlo volare (come era nel cartone del resto). Con la destra regoleremo la telecamera mentre i vari pulsanti del controller saranno assegnati a tutte le armi speciali del nostro Goldrake. Con lieta sorpresa ci sono tutte quelle viste nel cartone, a partire dal pugno rotante, ai boomerang elettronici, al raggio antigravità, all'alabarda spaziale e così via, con alcune che ci verranno rese subito disponibili e altre che dovremo sbloccare da una sorta di albero delle abilità (abbastanza basico ad essere sinceri) andando avanti nel gioco e completando le missioni secondarie.


L'impatto con i nemici è abbastanza graduale, con i primi abbastanza semplici e gli altri tutto sommato pure. Raramente infatti ci troveremo in difficoltà, anche nelle boss fight, sicuramente grazie (o meglio a causa) alla potenza devastante del nostro Goldrake e al suo nutrito ed efficace arsenale che gli permette di vincere contro chiunque. Dopo le prime battute, coincidenti con la fuga da Fleed, utilizzeremo lo Spacer, il disco che permette a Goldrake di volare e che il gioco usa come pretesto per farci affrontare una fase shoot'em up con visuale da dietro tra asteroidi e dischi nemici che vogliono farci la pelle. Queste sessioni che incontreremo più volte durante il gioco sono le meno ispirate di tutta la produzione a causa di un livello di ripetitività molto marcato che finisce per sforare nel campo della noia. Ancora più avanti invece vedremo Actarus in una sorta di visuale isometrica dall'alto, mentre si muove all'interno della base interagendo con l'uno o con l'altro personaggio. Ci saranno anche alcuni livelli nei quali vestiramo i panni di Alcor e del suo TFO.

IMPORTANTE È L'ESPLORAZIONE

La sezione meglio riuscita di tutto il gioco è quella che vede il nostro robot correre a destra e a manca sul terreno prima di Fleed e poi della Terra. C'è una marcata componente esplorativa dato che potremo trovare oggetti speciali da utilizzare come collezione o per potenziare l'albero delle abilità e soprattutto incappare in diverse missioni secondarie. Va detto che alla fine dei conti il tutto è abbastanza ripetitivo, con la durata di tutto il gioco che si attesta (giustamente) tra le 5 e le 6 ore. Va considerato, ovviamente, ai fini della valutazione anche il risicato budget messo a disposizione degli sviluppatori per la realizzazione dell'opera. A mitigare il problema ci pensa la componente grafica che, pur senza eccellere nel dettaglio, è comunque ben colorata e perfettamente in linea con quanto visto nel cartone e la stessa trama che risulta piacevole da seguire. Naturalmente si sprecano i riferimenti e le citazioni che gli appassionati della serie originale vedranno in ogni angolo del gioco. Durante i combattimenti riempiremo una barra di energia da utilizzare per i nostri colpi più potenti, fermo restando che potremo rigenerare la salute attingendo proprio dalla barra di energia e quindi rifornendoci di energia solare. Per fare questo però dovremo fermarci con tutte le problematiche del caso se in quel particolare momento ci troviamo sotto attacco.

ANCHE DIVERSI PROBLEMI

Tutto è bello e spettacolare finché non si comincia ad analizzare il gioco vero e proprio che evidenzia, purtroppo, diverse lacune. Abbiamo già detto della ripetitività delle fasi sparatutto che, addirittura, nelle sessioni in cui manovreremo il TFO di Alcor, si scontrano anche con un aggiornamento grafico delle ombre troppo approssimativo. Il vero cuore del gioco è naturalmente nelle fasi di combattimento "a piedi" del nostro Goldrake dove, purtroppo, si evidenzia un'asticella di difficoltà tarata troppo verso il basso e una ripetitività dei vari scontri che a lungo andare potrebbe stancare un po'. Questa reiterazione riguarda anche le missioni secondarie tutte e solamente di tre tipi: scortare il carico, abbattere tutti gli obiettivi su schermo, resistere alle ondate di mostri. Peccato perché i mostri mandati sulla terra dal generale Hydargos sono tutti disegnati benissimo e, al netto di piccole imperfezioni, animati anche bene. Di tanto in tanto abbiamo assistito a compenetrazioni poligonali e glitch di vario genere ma parliamo di poca roba. A far riflettere è uno sguardo d'insieme del gameplay che risulta troppo semplicistico e basico in rapporto all'importanza del titolo del quale stiamo parlando.

CONCLUSIONI

A questo punto abbiamo abbastanza elementi per rispondere alla domanda iniziale. In UFO ROBOT GOLDRAKE – Il Banchetto dei Lupi ha più effetto l'aspetto nostalgico o la realizzazione tecnica? Se siete cresciuti ammirando su schermo le avventure di Actarus e dell'allegra combriccola la risposta è assolutamente scontata. Verrete catapultati nuovamente in quel magico mondo con tutti gli annessi e connessi, comprese le sfuriate di Rigel, l'aria distratta e sognante di Venusia, la professionalità di Procton, l'incoscienza di Alcor e via discorrendo. Grafica, citazioni, intermezzi in stile fumetto e l'ottimo doppiaggio vi faranno assolutamente dimenticare le imperfezioni del gioco offrendovi un sogno ad occhi aperti, per non parlare della stupenda colonna sonora (purtroppo i brani non sono cantati). Se invece non conoscete per nulla la storia di Atlas Ufo Robot e vi avvicinate al genere per la prima volta, sarete immuni al fascino della produzione e vi concentrerete esclusivamente sul gameplay che, purtroppo, difettucci ne ha. Dal momento però che questo è un gioco chiaramente indirizzato agli appassionati del "robottone" più famoso di sempre, anche noi diamo più peso all'effetto nostalgia e ci sentiamo di premiare la produzione di Microids.

Modus Operandi:

abbiamo vestito (finalmente) i panni di Goldrake grazie a un codice fornitoci da PLAION Italia.

UFO ROBOT GOLDRAKE - Il Banchetto dei Lupi è un gioco dal doppio aspetto. Da un lato l'effetto nostalgia continuamente rifornito da una realizzazione che finalmente ci fa vestire i panni del robot giapponese più famoso di sempre, almeno in occidente. C'è tutto ciò che ci appassionava nel cartone animato, contornato da una buona narrazione, una buona realizzazione grafica e un eccellente doppiaggio in italiano. Dall'altro un gameplay troppo semplicistico e poco ispirato che finisce per sforare nel campo della ripetitività più volte. Malgrado tutto però se avete amato Goldrake, se avete seguito tutte le puntate e avete vissuto il lungo ciclo dei "robot" non farete neanche caso alle sue imperfezioni e vi fionderete in un sogno, di sole 5-6 ore di durata, ma pur sempre un sogno.
  • C'è tutto il mondo di Goldrake
  • Citazioni a non finire
  • Doppiaggio in Italiano eccellente
  • Gameplay ripetitivo
  • Missioni secondarie poco ispirate
  • Qualche bug qua e là
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