Recensione X-Box Series X-S
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Titolo del gioco:
The Dark Eye: Chains of Satinav
Anno di uscita:
2021
Genere:
Avventura grafica punta e clicca
Sviluppatore:
Daedalic Entertainment
Produttore:
Daedalic Entertainment
Distributore:
Xbox Store
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Console della Famiglia Xbox (Xbox One, Xbox Series X|S) - Una connessione a banda larga - Un account Xbox Live per il download - 2,6 GB di spazio libero su disco - Prezzo: €19,99
Box
  • Uno degli scenari iniziali, un menestrello e una venditrice... forse dovremmo parlare con loro?
  • I disegni sono veramente belli in Chains of Satinav.
  • Qui c'&egrave; gente che si rilassa... alla faccia nostra!
  • Forse anche il caro Jindrich ha qualcosa da dire.
  • Eccolo il bullo del paese, ma &egrave; tanto grosso quanto stupido.
  • Quella scritta &quot;lingua&quot; sullo schermo &egrave; uno dei glitch ai quali ci riferiamo nella nostra analisi.
  • A chi rivolgerci per andare avanti?
  • Gli enigmi non sono sempre semplici e intuitivi.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 22-02-2021
Un ragazzo deriso da tutti, un misterioso veggente e una maledizione… ce n’è abbastanza per lanciarci in una nuova avventura.

Uscito nel 2012 su PC ad opera dei ragazzi tedeschi di Daedalic Entertainment e riproposto adesso per le console moderne, The Dark Eye: Chains of Satinav è un’avventura punta e clicca nel senso profondo del termine. Una storia da raccontare, oggetti da raccogliere, combinare e utilizzare nel modo e nel posto giusto per superare gli enigmi che di volta in volta abbiamo di fronte. Il mercato videoludico è stacolmo di titoli del genere, alcuni veri e propri capolavori (come i due Syberia, Broken Sword, Secret Files Tunguska tanto per citarne alcuni) che, pian piano si sono evoluti non tanto dal punto di vista grafico quanto di gameplay. La prima domanda quindi è: Chains of Satinav è invecchiato bene in rapporto alla concorrenza? E’ ancora adatto, oggi come ieri, a intrattenere i giocatori? Scopriamolo nella nostra analisi...

C’ERA UNA VOLTA ANDERGAST

The Dark Eye: Chains of Satinav, primo capitolo di una serie (seguito poi da Memoria) ci mette nei panni del giovane Geron, un ragazzo apparentemente come tanti ma colpito da una maledizione scagliatagli contro da un fantomatico veggente. Ci troviamo nel Medioevo - anche se l'ambientazione del gioco devia più sul genere fantasy -, ad Andergast, un piccolo villaggio in perenne contrasto con la contea confinante di Nostria. Una epidemia di corvi ha invaso il palazzo reale e tocca proprio a Geron, acchiappauccelli per professione, risolvere il problema. Geron possiede particolari doti magiche, che gli permettono di fracassare oggetti con la sola forza del pensiero, ma comunque palesa il disagio di un giovane apostrofato e tenuto a distanza da tutti gli abitanti del piccolo villaggio: figlio adottivo del cacciatore Gwinnling, personaggio ambiguo e particolarmente sospettoso, Geron è cresciuto tra gabbie e trappole per uccelli, nella continua ricerca di un riscatto nei confronti dei popolani di Andergast che lo tengono a debita distanza.


Nel gioco si percepiscono chiaramente la paura per la magia e le superstizioni tipiche del periodo medievale, siamo in tempi nei quali ogni stranezza veniva bollata come eresia e le streghe si bruciavano sul rogo. La storia inizia subito con i bulli del paese che vessano il povero Geron e con una sfida organizzata dal monarca del luogo sulla raccolta di quattro foglie che avrebbero garantito al vincitore un'udienza con il sovrano Re Efferdan e il primo gradino nella scala del riscatto.

LA PIÙ CLASSICA DELLE AVVENTURE

The Dark Eye: Chains of Satinav è un'avventura punta e clicca nella definizione più stretta del termine. Bisogna muoversi su fondali prevalentemente fissi osservando, toccando, prendendo e utilizzando i vari oggetti che si trovano in giro e che vengono riposti di volta in volta nel nostro inventario. Naturalmente la combinazione dei vari oggetti tra di loro riveste un ruolo fondamentale per la risoluzione di enigmi che a volte presentano un alto livello di difficoltà. Se inizialmente il nostro intuito ci guiderà verso la strada giusta, qualche dubbio rimane per alcune scelte degli sviluppatori per alcuni enigmi un po' troppo criptici e per una risoluzione che in fin dei conti è anche troppo lineare. Capiterà spesso infatti di dover tornare indietro perché ci serve un oggetto che abbiamo tralasciato di prendere nella location precedente, ma tutto sommato questo fa parte del gioco.


Per evitare di bloccarsi è sempre consigliabile ascoltare bene i vari dialoghi, spesso a risposta multipla e discretamente sottotitolati nella nostra lingua dal momento che, leggendo tra le righe, spesso si trova la soluzione del problema. Il tutto si articola in quattro differenti location che ci impegneranno per circa 7-8 ore. Inoltre il nostro Geron potrà utilizzare a piacimento la sua capacità magiche di rompere gli oggetti, caratteristica questa che si rivelerà necessaria in più di un'occasione. Buona parte del tempo la passeremo muovendoci avanti e indietro e cercando sullo scenario i vari oggetti interattivi che troveremo indicati su schermo nel livello di difficoltà più semplice: ce ne sono due selezionabili, ma la seconda è davvero impegnativa. Naturalmente chi è abituato a questo genere di giochi avrà vita più facile, abituato com'è a ricercare gli oggetti giusti e a combinarli nel modo corretto, mentre i giovincelli abituati ad avventure più facili potranno riscontrare anche una certa difficoltà ad andare avanti.

TECNICAMENTE PARLANDO

Il porting su una console next-gen di un'avventura risalente ormai a 8 anni fa avrebbe dovuto sicuramente prevedere qualcosa in più di quello che viene offerto. Belli i fondali, ben disegnati e ottimamente colorati, male invece le animazioni che risultano legnose e carenti di ben più che qualche frame. Tutto sommato il passaggio da mouse e tastiera al controller è abbastanza indolore con la crocetta direzionale che permetterà di accedere all'inventario e i tasti A, X, Y ci permetteranno rispettivamente di interagire, esaminare gli ambienti e utilizzare gli oggetti sui vari componenti dello scenario. L'abilità magica invece è regolata dal grilletto posteriore LT.


La musica di accompagnamento è abbastanza delicata e coinvolgente mentre a infastidire è un certo desync del labiale con il doppiaggio, figlio di una mimica facciale dei personaggi non sempre ben realizzata. A necessitare di maggiore approfondimento, invece, è la caratterizzazione dei vari personaggi, che spesso si perde durante la storia (che comunque è bella da vivere), a parte piccole perle come il legame tra la fata Nuri e Geron che avrebbe meritato più spazio. La nostra sensazione è che nella storia si aprano diversi scenari che poi, solo in parte trovano risoluzione; e questa per un'avventura di questo tipo è una pecca non da poco conto.


Durante i nostri test abbiamo notato anche qualche fastidioso glitch come una scritta del menu che rimaneva presente anche in-game e che ci ha costretti a riavviare il tutto più volte. Infine anche il prezzo richiesto è un po' alto visto che parliamo di un semplice porting di un gioco di ben 8 anni fa, vista la concorrenza presente sul mercanto. Comunque in linea di massima Chains of Satinav si lascia ben giocare fino alla fine, pur presentando il conto di un gameplay ormai non più al passo con i tempi e un livello di difficoltà spostato verso l'alto. Se amate questo genere di giochi e siete disposti a spremere per bene le meningi potete anche dargli una possibilità.

Modus Operandi:

abbiamo aiutato Geron nella sua avventura grazie a un codice fornitoci dagli sviluppatori tramite Press Engine.

The Dark Eye: Chains of Satinav è un'avventura punta e clicca nel senso più stretto del termine. Alterna cose buone come i bei fondali e la musica di accompagnamento ad altre un po' meno buone come le animazioni carenti e un gameplay che ormai stona nelle nuove console. Tutto sommato può essere un bel modo per passare 7/8 ore fermo restando che ha un livello di difficoltà un po' elevato in alcuni punti e che ci si saremmo aspettati qualcosa in più per un porting su Xbox Series X, visto anche il prezzo richiesto. Se amate il genere e soprattutto le sfide difficili potreste comunque dargli una possibilità.
  • Storia interessante
  • Bei Fondali
  • Ben descritto il legame tra Geron e Nuri
  • Animazioni carenti
  • Enigmi non sempre alla portata di tutti
  • Qualche glitch di troppo
GLOBALE