Il nuovo gioco di Wobble Ghost è un po' così, tra il serio e il faceto, complice una sceneggiatura che prende in giro uno dei drammi peggiori (probabilmente il peggiore di tutti) dell'umanità e cioè la Morte: quella signora oscura con una falce che miete anime a destra e a manca nel mondo e che tanto spaventa l'uomo da sempre. È proprio l'oscura signora che ci viene chiesto di impersonare in un contesto tutto sommato strano, con un maiale a farci da guida e con tutta una serie di interazioni, enigmi da risolvere, creature da combattere e larghi ambienti da esplorare giusto per provare a ristabilire il giusto susseguirsi degli eventi nel mondo. C'è molto Zelda ovviamente nel gioco, basta lanciarlo per rendersene conto ma il tutto è condito da una pixel art molto raffinata che sembra voler riportarci indietro all'era dei 16bit.
Si fa un gran parlare di pixel art anche perché negli ultimi tempi questa è tornata di moda sia sui social che, soprattutto nei videogames: apparentemente sembrerebbe la scelta più semplice, usa poche risorse, facile da disegnare e da colorare e così via ma nella realtà non è proprio così. Definire l'identità di fondali e oggetti utilizzando blocchi belli grossi è sicuramente una nuova forma d'arte non alla portata di tutti. Spindle per fortuna si difende molto ma molto bene.
La trama di gioco è tutto sommato semplice, forse anche troppo, almeno nelle battute iniziali dove il gioco è particolarmente avaro di spiegazioni. Ci troviamo a pescare con papà quando all'improvviso il cielo si oscura e tutto scompare: ci risvegliamo spronati da uno strano maiale parlante che ci invita a seguirlo, mentre ci accorgiamo che vestiamo i panni della morte. A quanto pare all'improvviso nel mondo nessuno può più morire e quindi le "alte sfere" ci incaricano di risolvere il mistero.
I controlli sono tutto sommato abbastanza semplici (abbiamo usato il solito controller della Xbox Series X su PC): il tasto A ci permette di fare una schivata, il tasto X di colpire i nostri avventori ma anche oggetti ambientali (soprattutto piante) con una falce, non appena la recuperiamo, il tasto Y ci permette di ricaricare la nostra energia se abbiamo però accumulato abbastanza scintille vitali. Tutto molto semplice insomma, anche se il gioco punta estremamente sull'interazione e sui vari PNG (personaggi non giocanti) che troviamo in giro. Come dicevamo inizialmente ci interfacciamo solo con uno strano maiale parlante, vero e proprio co-protagonista del gioco: il suino infatti può raggiungere punti a noi inaccessibili soprattutto perché a un certo punto, anche se per brevi periodi, potremo prenderne il controllo.
Dopo le prime battute, soprattutto dopo aver incontrato Caronte (sì proprio il personaggio dantesco), ci verrà spiegato che dovremo liberare le anime che per qualche motivo sono rimaste intrappolate... e questo passa attraverso una serie di enigmi ambientali e di piccole missioni secondarie che ci permetteranno di liberare nuovi percorsi: gli enigmi ambientali fondamentalmente sono abbastanza semplici e intuitivi (naturalmente non vengano spiegati, manco a dirlo) e si articolano nello spostare una determinata cassa, raggiungere una certa leva e così via.
Diverso il discorso con le missioni secondarie: ogni personaggio non giocante avrà qualcosa da dirci e spesso da chiederci. Soddisfare le sue richieste ci permetterà di ricevere una certa ricompensa, ma soprattutto di aprire nuove strade: troviamo un ponte crollato? Andiamo dal boscaiolo il quale ci rimanda dalla moglie, bravissimo artigiano, che lo riparerà per noi. Incontriamo un locandiere disperato perché ha perso la licenza? Cerchiamo in giro e troviamogliela così lui per noi farà…. ehm basta, non vogliamo spoilerare troppo. Come abbiamo detto all'inizio il richiamo a Zelda con il continuo andirivieni è chiaramente azzeccato: ogni missione ci costringerà ad andare a cercare la giusta persona per ottenere la giusta risposta oppure un altro compito da portare a termine e così via.
Che Spindle sia vecchia scuola l'avevamo capito ma non solo per la pixel art che anzi, ha chiare venature di moderno (ne parliamo più avanti). La verità è che non abbiamo un diario, non abbiamo un elenco di missioni da portare a termine e, inizialmente, non abbiamo neanche una mappa: ne recuperiamo una più avanti, ma lungi dall'essere funzionale per i percorsi. Praticamente dovremo tenere tutto a memoria, come si faceva nei giochi di un bel po' di tempo fa. Se troviamo un oggetto particolare quindi dobbiamo cercare di ricordare chi ce lo aveva chiesto e dove si trovi il diretto interessato. Non c'è proprio il senso di smarrimento che può interessare un open world, questo è vero, ma comunque si fa avanti e indietro spesso senza concludere alcunché. Lo stesso può dirsi per la componente esplorativa.
Il gioco, con la stessa trama, ci indica dove Dengel (il nome del nostro protagonista, non l'avevamo detto? NdR) dovrà andare, il come è tutto un altro discorso. Di tanto in tanto poi ci sono delle vere e proprie boss fight con il solito meccanismo dei pattern ben definiti che, però, si modificano quando il cattivone sullo schermo comincia a buscarne un po' troppe. Non ci sono molti combattimenti per la verità, e comunque quei nemici che incontreremo hanno sempre uno stesso pattern di attacco e un pizzico di ripetitività al seguito. Poi ci sono i vari mini-puzzle come, ad esempio, nella sala giochi del paese con un paio di stanze da risolvere per la verità non troppo intuitivi: sicuramente qualche informazione in più non avrebbe di certo guastato. Durante la nostra esplorazione troveremo anche le monete della morte, da dare alle varie statue in cambio di potenziamenti permanenti. Inoltre facendo fuori i nostri nemici e recuperando anime ricaricheremo una barra azzurra che potremo poi convertire in un cuoricino d'energia.
La pixel art presente nel gioco è chiaramente disegnata a mano offrendo un buon livello di dettaglio e di colori, mentre sono chiaramente moderne le animazioni. Lo si capisce dalla fluidità di movimento del nostro protagonista e dei vari avventori ma anche da piccoli effetti speciali (soprattutto il vento sugli alberi) presenti qua e là. È sicuramente uno stile grafico molto gradevole alla vista, dal momento che pur mantenendo la semplicità tipica dei "grossi blocchi" riesce a descrivere benissimo tutti gli ambienti di gioco, principalmente quelli interni. Sotto questo aspetto si potrebbe muovere una piccola critica poiché ci sono abitazioni rappresentate benissimo, e altre un pochino più "spartane" dove qualche arredo in più non avrebbe di certo guastato. Anche il dettaglio di qualche cattivone tutto sommato avrebbe beneficiato di maggior cura però il linea di massima il comparto grafico se la cava molto bene lasciando spazio a poche incertezze (ne parliamo tra pochissimo) e mantenendo comunque viva la curiosità nel giocatore su cosa c'è dopo.
Diciamolo fin da subito: Spindle è un bel gioco, frutto di tanta passione e impegno. Lo si evince soprattutto dal gameplay e principalmente dalla quantità industriale di dialoghi e dettagli riversati sui vari scenari: basta andare in biblioteca per spostarsi tra i vari scaffali e vedere quante tipologie diverse di libri ci sono, ma anche fermarsi a parlare con tutti quanti (per fortuna il gioco è localizzato in italiano) ed ascoltare le diverse storie. C'è anche la possibilità di pescare quando ci si trova vicino a un pontile, insomma c'è tantissimo da fare in Spindle, tanto da esplorare e soprattutto tantissimi spunti per divertirsi con un po' di sana ironia che permea anche attraverso il comparto narrativo. Ci sono ben cinque dungeon da completare, che ci impegneranno per un bel po' anche perché come dicevamo il gioco non ci aiuta mai più di tanto.
Qualche problemino riguarda l'assetto grafico con alcuni "pericoli" mal segnalati che ci vedranno sprofondare in una voragine (perdendo una delle vite a disposizione) senza neanche rendercene conto. Per fortuna il respawn avviene nelle zone limitrofe senza dover fare molta strada, però questo aspetto si poteva gestire anche meglio. Molto buona la pixel art che, come dicevamo, riesce ad esprimere tutto ciò che serve alternando aree molto colorate ad altre grigie (di cimiteri e sotterranei), mentre senza infamia né lode è la colonna sonora.
La verità è che Spindle, preso nel suo insieme intriga e diverte al punto giusto stimolando continuamente la curiosità nel giocatore a provare un'altra partita per vedere cosa c'è dopo. Se amate le avventure vecchio stile non dovreste lasciarvelo scappare.
Modus Operandi:
ci siamo divertiti con la Morte e il suo maiale parlante grazie a un codice gentilmente datoci da PR Hound.