Parlare di Boulder Dash vuol dire citare uno dei giochi più iconici di sempre: fin dalla sua comparsa nel lontano 1984 grazie al genio di Peter Liepa e Chris Grau, le avventure di Rockford (così si chiamava il protagonista) sono state convertite in tutte le piattaforme possibili, dando vita a una quantità industriale di varianti e sequel e perfino a un construction kit che, uscito nel 1986, conquistò la medaglia d'oro su Zzap! ottenendo un meritatissimo 97%. L'idea era quella di contrastare il famosissimo Dig Dug della Namco, uscito un paio d'anni prima dove bisognava scavare cunicoli per trovare nemici da gonfiare come zampogne: in realtà in Boulder Dash si poteva fare molto di più aggiungendo il concetto di gravità e soprattutto una certa interazione tra la terra, i massi e le pietre preziose da raccogliere.
Scavare sotto una pietra senza spostarsi ci procurava un pesante mal di testa ad esempio e questo rendeva lo scenario molto più complesso e difficile da affrontare costringendo quanto meno a una certa pianificazione. Sembra roba banale al giorno d'oggi ma su una macchina ultra limitata come un Atari a 8bit non era per nulla scontato, anche se a quei tempi i limiti hardware venivano spesso superati dal genio dei programmatori (Commodore 64 docet).
Va da se quindi che un gioco dal gameplay così semplice e al contempo accattivante meriti di essere ricordato e soprattutto proposto ai ragazzi di oggi, quando un'inversione di tendenza sta riproponendo giochi via via più difficili rispetto a quelli parecchio semplici di poco tempo fa ritordando di fatto alle sfide hardcore di inizio anni '80 (vedi i vari roguelite e metroidvania giusto per fare un paio di esempi). Un tributo era stato già tirato fuori per il 30° anniversario, sempre ad opera di quei buontemponi di BBG Entertainment che hanno curato anche questa edizione per i 40 anni (o meglio 41) di Boulder Dash, dal nome di Boulder Dash 40th Anniversary.
Il sistema di gioco è rimasto pressoché identico all'originale: dovremo muoverci in uno scenario statico cercando di recuperare il numero di gemme richieste evitando che qualche masso (o gemma) ci cada sulla testa e soprattutto evitando i nemici che proveranno a farci la pelle; naturalmente entro un certo limite di tempo, salvo poi guadagnare l'uscita. All'inizio ci verrà chiesto di scegliere il nostro protagonista tra i diversi disponibili (dei quali solo 3 subito sbloccati) e poi di optare per la versione moderna del gioco oppure per quella Commodore 64 o Atari buttando un occhio anche alla decisione se optare per lo schermo LCD o CRT (anche se il filtro per quest'ultima avrebbe meritato maggior cura).
La scelta è veramente mastodontica: oltre al tutorial (consigliato non tanto per imparare cosa fare quanto per il livello di difficoltà graduale), ci sono i 60 livelli rimasterizzati dei primi tre capitoli di Boulder Dash oltre a 180 livelli di nuova concezione incastonati in 6 mondi da visitare più altri tre creati appositamente dai tantissimi fan. Immancabile poi l'editor di livelli che ci permetterà di creare il nostro scenario da condividere poi con la community per sfide da lanciare in tutto il mondo.
I movimenti sono ovviamente semplici e basati sulla strategia pura salvo il nostro protagonista (che sia Rockford o no) che adesso è molto più fluido e veloce e quindi anche in grado di scansarsi velocemente prima del crollo di una pietra sulla capoccia. Inoltre è stata implementata la possibilità con la pressione del tasto X sul controller (abbiamo usato quello della Xbox Series X|S su PC) di sporgersi per raccogliere la gemma a fianco a noi senza rischi: infatti a differenza che nella versione originale le gemme sulla testa ci fanno fuori facendoci terminare il livello e non vengono raccolte automaticamente. Alcune pietre poi andranno spinte e spostate in avanti (a patto che ci sia adiacente una casella libera) sia per far fuori qualche nemico che per liberare il percorso. Non sarà una sfida semplice, diciamolo fin da subito, e le rogne cominceranno già dai primi livelli del tutorial, quindi è un gioco che richiede tanta pazienza e soprattutto una quantità monumentale di tentativi.
Oltre alla possibilità di sporgersi ci sono anche un altro paio di innovazioni in questa versione. Principalmente i generatori di nemici che ci riempiranno continuamente lo schermo di nuove creature ostili (le potremo far fuori facendogli cadere qualcosa sulla testa, un bel masso basterà), oppure di uova che si schiuderanno sotto il peso di qualche masso; poi anche muri che si espandono rischiando di intrappolarci e poi la stessa I.A. dei nemici. Se ne tiriamo fuori qualcuno dai propri cunicoli, questo cercherà di inseguirci per farci la pelle e quindi anche se ognuno di loro ha un proprio pattern predefinito diventano veramente rognosi da affrontare.
In realtà il rischio di rimanere intrappolati è sempre dietro l'angolo, e non solo per i muri ma anche per alcune pietre che ci ostacoleranno il passaggio obbligandoci anche a riavviare il livello. Non è un bug ma fa parte del pacchetto Boulder Dash che ci vedrà, come in una partita a scacchi, a dover pianificare almeno diverse mosse prima i nostri movimenti: non siamo davanti a un gioco squisitamente arcade dove basta esserre veloci per venirne a capo, ci vuole strategia e anche tanta.
Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte a un restyling grafico pressoché totale, che però cozza un pochino con la qualità non sempre impeccabile di alcune texture e alcuni oggetti. Visivamente parlando Boulder Dash 40th Anniversary ricorda troppo da vicino l'aspetto dei giochi mobile (con tutto il rispetto anche perché troviamo anche in quel settore giochi validi graficamente) e questo è oro colato se paragoniamo con la versione originale, ma nel 2025 su PC sarebbe lecito attendersi una risoluzione ancora più aggressiva, fermo restando che in qualche scenario la scelta dei colori crea un pizzico di confusione.
Nulla da dire dal punto di vista sonoro, con le musiche affidate a quel geniaccio di Chris Huelsbeck, famosissimo compositore tedesco che ci ha deliziati in passato con la soundtrack della serie Turrican (ce l'ho ancora nel cuore da più di trent'anni! -NdNew_Neo) e di Great Giana Sisters, oltre che di R-Type (per C64, assistito da Ramiro Vaca), di X-Out (per Commodore Amiga) e potremmo continuare per ore. Parliamo di uno di quei casi nei quali la musica non fa da semplice accompagnamento al gioco, ma ne aumenta in maniera esponenziale il valore stesso.
Lato gameplay non c'è assolutamente niente da dire: Boulder Dash diverte sempre regalando un mare di soddisfazioni ad ogni livello completato, e un mare di imprecazioni ad ogni pietra che ci cade sulla testa. È un gioco difficile, complicato che richiede una pazienza spesso esagerata e una determinazione non da poco. Ci saranno livelli che giocherete fino alla nausea prima di poterli superare tirando fuori tutta la vostra voglia di scoprire quelli successivi. Fatto sta che se amate le sfide allora dovreste farlo vostro: rischiereste di perdervi uno dei giochi più iconici di sempre.
Modus Operandi:
abbiamo aiutato Rockford a raccogliere gemme grazie a un codice fornitoci da PR Hound.