Il titolo d'esordio di Monster Theater Games è un vero e proprio ibrido tra diversi generi. Fondamentalmente abbiamo un platform, ma anche un gioco d'azione con inflessioni hack and slash, il tutto condito da una gestione completamente roguelite. Siamo davanti quindi ad un gioco nel quale si muore tantissime volte per poi potenziare il proprio personaggio e ricominciare daccapo un po' più forti di prima. E giusto per non farci mancare nulla abbiamo anche percorsi generati proceduralmente, aree segrete e livelli giocabili in ogni direzione, anche in verticale.
Per quanto riguarda l'aspetto visivo vero e proprio invece siamo nel campo della pixel art, tanto di moda ultimamente, con un occhiolino particolare agli anni '90, concretizzati con un chiaro omaggio alle macchine 16bit grazie anche alla colonna sonora che richiama ambientazioni synth e ambient elettronico. Insomma tanta carne sul fuoco per un titolo che promette grandi ambizioni fermo restando la concorrenza sfrenata soprattutto nel campo dei Metroidvania.
L'intro iniziale ci trasporta nella città di Judanest dove i Bladewings si godono il meritato riposo dopo l'ennesima impresa. Goliam, Kaze, Hidalgo e Redvolt vengono però attaccati dal cattivo di turno, Omega Wing che non solo riesce a vincere contro il leader del gruppo, Hidalgo Bladewing, imprigionandolo nella foresta, ma corrompe anche tutti gli altri elementi della brigata grazie al potere oscuro. Tempo dopo Hidalgo, il nostro protagonista, verrà svegliato dal torpore dalla spada Mezameta che, oltre a liberarlo, lo accompagnerà nell'avventura necessaria per liberare dalla maledizione gli amici e, perché no, per suonarle di santa ragione a colui che è responsabile di tutto questo.
Per sommi casi tutta questa storia ci viene narrata durante l'intro salvo poi catapultarci direttamente dentro l'azione con un accennato tutorial iniziale che, attraverso punti di interazione, ci spiegherà man mano i primi rudimenti del gioco. Fondamentalmente dovremo zompettare da una piattaforma all'altra cercando di eludere gli attacchi dei demoni nemici e raggiungendo, alla fine del percorso un boss finale e questo per tutte le otto zone che compongono l'avventura. Naturalmente la natura roguelite e procedurale dei livelli farà sì che ogni scenario presenti una sfida sempre diversa, soprattutto per quanto riguarda il posizionamento dei nemici su schermo.
Il nostro Hidalgo (fondamentalmente un gufo) potrà disporre di diverse armi, tutte da potenziare man mano che si raccoglieranno le giuste risorse, cioè dei punti Meza che fondamentalmente rappresentano delle anime da recuperare in giro. Le armi, selezionabili con i grilletti del controller (abbiamo usato quello della Xbox Series X|S su PC, perfettamente supportato), spaziano dalla canonica spada (la Mezameta Blade appunto) a delle falci, a martelli (con il lancio a parabola) a fruste utili per i colpi a distanza. Ogni arma ha una gestione diversa e si adatta ovviamente a diversi contesti di nemici. Come sempre accade però finiremo con il potenziare solo quelle con cui ci troviamo meglio (o almeno quelle le sistemeremo per prime). Possiamo contare comunque anche sulla Yutameta che ci permette di utilizzare armi utili per i colpi a distanza (fuoco, fulmine, veleno, vento): queste, utilizzabili con il tasto Y del controller ci toglieranno dai guai in più di un'occasione, fermo restando che avremo a disposizione, almeno all'inizio, solo tre colpi, finiti i quali dovremo aspettare che l'apposita barra si ricarichi.
La problematica maggiore, comunque, non è tanto rappresentata dai nemici, tutto sommato abbordabili, quando dalla sezione platform che ci vedrà spesso in bilico su piattaforme piccole e sottili, pronti a cadere non appena qualcuno ci colpirà. Spesso e volentieri cadremo per conto nostro, semplicemente sfiorando la analogica del controller.
Nel momento in cui ci faranno fuori, perché si esaurirà la barra verde dell'energia o perché cadremo tra un balzo e l'altro attraverso piattaforme mobili, sottili o posizionati a una certa distanza, con tantissimi pericoli attorno a noi, ci risveglieremo nell'hub centrale dove potremo ricaricare le nostre energie e spendere le monete (leggi anime) guadagnate in giro per acquistare potenziamenti permanenti. In questo caso sarà richiesta una certa strategia, decidendo ad esempio se potenziare l'estrattore di anime (aumentandone la distanza), oppure ritoccare il numero dei colpi a distanza e molto altro che lasciamo a voi il piacere di scoprire.
Ad ogni modo saremo agevolati dal doppio salto (con il tasto A) e soprattutto dallo scatto, sia laterale che verso l'alto (con il tasto RT del controller) che ci farà fare un bel balzo in avanti; inoltre potremo aggrapparci alle sporgenze e saltare da un muro all'altro anche se questa funzionalità non è proprio semplicissima da mettere in campo. Gli stessi boss non rappresentano una minaccia insormontabile, fermo restando che dovremo arrivarci con la giusta progressione e i giusti potenziamenti, salvo poi cercare di memorizzarne i pattern d'attacco. In realtà fra fasi di combattimento e platforming c'è un certo sbilanciamento dal punto di vista della difficoltà soprattutto nel secondo. Cadere durante i salti è facilissimo complice anche una marcata sensibilità nei comandi (forse anche troppa) oltre alle precarie condizioni di equilibrio a seconda delle situazioni.
Da questo punto di vista sono sicuramente più temibili coloro che ci sparano a distanza. In tutto questo oltre alla narrazione che comunque prosegue anche nei vari punti di interazione trovati in giro, si colloca la musica di accompagnamento che, mantenendo fede comunque alla elettronica anni '90 già citata, cambia di ritmo a seconda delle situazioni. Negli scenari che esploreremo (anche in verticale lo ricordiamo) si collocano alcune stanze segrete che per grafica, musica e gameplay frenetico sembrano ricordare quel piccolo fenomeno di Geometry Dash (a parte il sistema di controllo ovviamente).
Dal punto di vista tecnico Atomic Owl se la cava abbastanza bene. La grafica in pixel art presenta sprites molto piccoli, ma comunque ben definiti e scenari ottimamente colorati e gradevoli alla vista. Solo in un paio di occasioni la scelta dei colori avrebbe meritato più attenzione con piattaforme che si confondono con lo sfondo. Ci vorranno circa sei ore per completare il gioco ma non sarà assolutamente una passeggiata, soprattutto per la difficoltà delle sezioni platform come dicevamo. Buona la progressione del personaggio con i giusti potenziamenti tra i quali scegliere e soprattutto con una buona varietà di armi e nemici.
Non esiste localizzazione in italiano, quindi se vorrete godervi la trama e i vari consigli della spada Meza che vi accompagnerà durante l'avventura dovete avere una buona conoscenza dell'inglese. Ad ogni modo a funzionare è la complessità della produzione, con un buon connubio tra grafica e sonoro anche se il livello di difficoltà tipico dei metroidvania/roguelite non lo rende un gioco adatto a tutti ma gli appassionati del genere e gli amanti delle sfide ci si divertiranno e anche tanto.
Modus Operandi:
abbiamo aiutato Hidalgo nella sua avventura grazie a un codice fornitoci da Eastasiasoft.