Effettivamente il gioco di parole serve a descrivere bene Simon the Sorcerer Origins che si presenta come un prequel, quindi dal punto di vista narrativo si colloca ancor prima del primo episodio della lunga saga. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel lontano 1993, quando un maghetto collocato in un mondo parallelo fantasy provava a fare a sportellate con i capolavori dell'allora irraggiungibile LucasArts che a suon di The Secret of Monkey Island (qui la nostra recensione della Special Edition del primo), e prima ancora di Zak McKracken and the Alien Mindbenders, aveva praticamente monopolizzato il mercato delle avventure grafiche.
D'altronde il loro motore SCUMM aveva rivoluzionato quasi totalmente il concetto di avventura, prima di allora limitata a semplici (ma neanche tanto) righe di testo da digitare sullo schermo. C'erano dei comandi rappresentati a video (muovi, prendi, raccogli e così via) e il giocatore li selezionava per far muovere/interagire il giocatore. Ai tempi di Simon the Sorcerer (edito dalla britannica Adventure Soft), però, c'era già il Commodore Amiga con tanto di mouse e quindi la base per il concetto di "punta e clicca" era pienamente creata. Il primo gioco sul maghetto Simon riscosse un grandissimo successo, tanto da generare poi tutta una serie di sequel ed ora... a più di 30 anni gli italianissimi Smallthing Studios hanno deciso di cimentarsi in un'avventura assolutamente vecchio stampo ma con un sistema di controllo moderno. Musica per le nostre orecchie!
Le avventure del nostro piccolo e discolo Simon iniziano in una tranquilla giornata a casa sua: in realtà ha appena traslocato e mentre si barcamena tra pacchi e scatoloni viene teletrasportato in un mondo alternativo collocato chissà dove nel tempo e nello spazio. Lì si ritroverà in una stranissima grotta con particolarissimi segni sulle pareti e un masso spostato che gli permetterà di uscire e di seguire il sentiero che lo porterà nella stranissima abitazione dell'ancor più strano mago Calypso. Il dialogo tra i due è un vero e proprio spettacolo e comincia a far permeare una certa dose di umorismo vecchio stile che ci accompagnerà poi per tutto il gioco.
Calypso è presente in tutte le avventure di Simon, ma quando questi lo riconosce il mago lo bacchetta dicendogli che trovandosi in un prequel in realtà non si conoscono ancora. Il vegliardo parlerà al ragazzo di un'antica profezia del Primo Mago che farneticava di un bambino insolente proveniente da chissà dove e che avrebbe avuto un ruolo chiave nella salvezza del Mondo. Veniamo incaricati, quindi, di recuperare alcuni tomi (leggasi libri piuttosto pesanti in ogni senso) disseminati per il regno e di resistere alla solita azione disturbante del cattivo Sordid (anche lui una presenza costante nella saga di Simon the Sorcerer). Una volta indossato l'abbigliamento consono per l'ambiente saremo quindi pronti a metterci in marcia.


Ci recheremo al vicino villaggio nel tentativo di procurarci la via d'accesso per l'Accademia di Magia del luogo, il posto ideale dal quale partire dato che parliamo comunque di pozioni, incantesimi e compagnia cantante. Nel frattempo incontreremo tantissime persone, alcune messe lì tanto per comparsa (tipo il troll con i fiori o i bambini che giocano in piazza), altri invece importantissimi per proseguire nella storia, tutti ottimamente caratterizzati. Pur facendo di tutto per evitare fastidiosi spoiler (e non è semplice) non si può non citare lo strano oste della locanda Bloated Goat Inn, l'ancor più ambiguo prete della chiesa, il curiosissimo Paludoso per non parlare del misterioso Mundus' Magic Shop, un negozio che sembra preso in prestito da Safarà (di Dylan Dog) e gestito da una strana marionetta animata da un polpo. Personaggi, comunque, per buona parte già noti a chi ha seguito poi tutta la saga di Simon the Sorcerer.
In realtà incontreremo e interagiremo con tantissimi altri in continui dialoghi a domanda e risposta multipla, all'interno delle quali sono citate frasi sconnesse e senza senso messe lì giusto per strapparci un sorriso e alleviarci la tensione nell'avventura, ma lo stesso vale per le tantissime citazioni presenti qua e là, alcune davvero sopra le righe come il videogioco di Simon the Sorcerer trovato all'interno delle carabattole del Preside della scuola (altro personaggio quantomeno stravagante).

LA DELUXE EDITION: 
Spendendo qualcosa in più, e cioè €37,97 (ma c'è un buon sconto in questi giorni) è possibile portarsi a casa la Deluxe Edition di Simon the Sorcerer Origins che oltre al gioco base include:
IL DLC:
Esiste anche un piccolissimo DLC (costo su Steam: €3,49), chiamato PONY, che ci dota di un vecchio Walkman con il quale potremo ascoltare le tracce del gioco originale.
LA SPECIAL EDITION:
La vera chicca è pero la Special Edition fisica (al prezzo di €49,99), già disponibile per tutte le piattaforme, che offre il gioco con un aspetto "retro" e corredato di Artbook cartaceo e CD. Tanta roba insomma, una vera e propria manna per i collezionisti.


Naturalmente tutto il sistema di controllo è stato adattato ai tempi moderni, tanto da supportare benissimo anche l'implementazione del controller. Tuttavia noi abbiamo preferito regolarci sempre con il mouse e la tastiera con quest'ultima necessaria solo per il tasto TAB che evidenzia i punti di interesse sulla scena. Questo è l'unico aiuto che viene elargito al giocatore: non ci sono suggerimenti, guide, walkthrough e tutto il resto che potrebbe far cadere in tentazione il giocatore alla prima difficoltà (con sbirciatine fuori luogo). Movimenti e comandi sono semplicissimi e veloci, dagli spostamenti (cliccando sui vari punti dello schermo) all'inventario richiamabile con il click destro del mouse all'interno del quale troveremo i vari oggetti raccolti in giro che ci serviranno poi per risolvere i vari puzzle.
Alcuni oggetti andranno combinati tra loro anche più volte, non dimenticando che alcuni di questi stessi dovremo farli interagire con lo stesso Simon (la lanterna ad esempio?). Inoltre nei punti di maggior interesse verrà posizionata una puntina da disegno gigante sulla scena: questo è un modo bizzarro per metterci a disposizione i viaggi rapidi, ai quali potremo accedere da una piccola mappa che ci porteremo dietro e che ci faciliteranno un bel po' gli spostamenti. A nostra disposizione avremo un diario sul quale annotare i vari obiettivi da raggiungere (ma come dicevamo nessun suggerimento sul come farlo).

Come dicevamo gli sviluppatori hanno provato a riproporci un'avventura vecchio stampo senza alcuna forma di aiuto, lasciando tutto alla nostra capacità di memorizzare (i vari personaggi e gli ambienti) e di ragionare. Questo vale naturalmente per alcuni enigmi ambientali, come porte da aprire ad esempio, ma anche per procedere nella storia vera e propria. Il livello di difficoltà parte abbastanza dal basso con la prima oretta di gioco che ci permetterà di familiarizzare con la stravaganza di tutta la storia, salvo poi complicare le cose (come è giusto che sia) mettendoci abbastanza in difficoltà.
Inizialmente, non lo neghiamo, andremo avanti a tentativi prendendo i vari oggetti dall'inventario e provando a farli interagire con quelli sulla scena per vedere se abbiamo fatto centro; più avanti il numero di combinazioni salirà a dismisura, da un lato perché il nostro inventario si riempirà di oggetti di ogni tipo, dall'altro perché troveremo dei cappelli magici che, una volta selezionati, cambieranno lo stato degli oggetti del nostro inventario: una pozione, ad esempio, da cattiva diventerà buona e così via per gli altri oggetti. Come se non bastasse il nostro Simon otterrà dei vari poteri, che gli permetteranno di agire su appositi interruttori e naturalmente anche sugli oggetti dell'inventario: fuoco, ghiaccio e vento andranno combinati nel modo giusto e a volte anche sullo stesso Simon.


Alcuni oggetti vanno posizionati non solo nel posto giusto ma anche nell'ordine giusto, e questo può creare qualche difficoltà anche ai giocatori più smaliziati. Altri puzzle invece andrebbero "guidati" un pochino di più, come quando dopo aver letto in giro su alcune rune dovremo applicare i vari poteri sullo stesso Simon per poter andare avanti, in un determinato ordine e in una certa sequenza (ci siamo bloccati un bel po' in quel punto). La sensazione una volta risolto il mistero è sempre la stessa: "Come mai non ci avevo pensato prima?", e quindi riflettendoci un po' ci rendiamo conto che avevamo trascurato un determinato indizio o non osservato un particolare sulla scena. Fatto sta che tutti i punti di interesse (ripetiamo visualizzabili con il tasto TAB) andrebbero indagati e ispezionati, anche se alcuni cambieranno rilevanza se ci torneremo dopo aver fatto una determinata azione. Lo stesso vale per dialoghi e azioni, a volte ripetendo il gesto il risultato cambia.
Insomma, nelle fasi avanzate Simon the Sorcerer Origins è una bella sfida per i giocatori appassionati di avventura, soprattutto se resisteranno alla tentazione di buttarsi su internet per cercare qualche suggerimento, anche perché la soddisfazione che si prova una volta risolto un enigma è davvero imponente. Il problema potrebbe nascere per i neofiti delle avventure, magari abituati alle pappe pronte, che non ragionano secondo la mentalità tipica di un "punta e clicca" puro come questo.
La lunga saga di Simon the Sorcerer ci ha accompagnato dal 1993 fino al 2010 passando tra le varie piattaforme del momento e tra le mani di diversi studi di sviluppo:

In questa versione cambiava anche l'interfaccia, non più frasi sulle quali cliccare ma icone e con l'inventario al centro.


Dal punto di vista tecnico i ragazzi di Smallthing Studios hanno fatto un ottimo lavoro. La grafica è semplice ma efficace, ben colorata e sempre rappresentativa del contesto risultanto anche gradevole alla vista grazie alla sua indole "cartoonosa". Carine alcune chicche come la faccia di Simon che diventa "pixellata" quando proviamo, nelle battute iniziali a usare la bacchetta magica. Le animazioni sono al minimo sindacale, questo è vero, ma con piccoli trucchi di sovrapposizione risultano comunque sempre efficaci. Peccato che in alcune cutscenes l'effetto zoom metta le carte in tavola facendoci a volte vedere l'immagine che sgrana un po' troppo (questo per via della risoluzione non proprio altissima).
Buonissimo il doppiaggio in lingua inglese, per Simon è stato addirittura scomodato Chris Barrie, il doppiatore storico nella versione CD-ROM. Non parliamo poi di altre chicche come Together Forever di Rick Astley, che ascolteremo in diversi punti dell'avventura, oltre alle tantissime citazioni disseminate un po' ovunque. I sottotitoli e il testo in italiano sono impeccabili.
Lato gameplay il gioco funziona a meraviglia, con un sistema di controllo veloce e funzionale. Dal punto di vista degli enigmi questi hanno una difficoltà crescente, come è normale che sia ed alcuni sono assolutamente impegnativi sia perché magari non introdotti al meglio, ma anche perché richiedono uno spirito di osservazione un po' più attento del normale. Ci vorrà un po' di tempo prima di completare tutti i 12 capitoli del gioco - che comunque non sono lunghissimi più di tanto -. In conclusione siamo davanti a una bella avventura che ridà (finalmente) il giusto tributo a uno dei piccoli capolavori delle avventure grafiche e per questo gli sviluppatori meritano un vero e proprio plauso.
Modus Operandi:
Siamo tornati ad assaporare quella magia delle avventure grafiche di un tempo, grazie ad un codice datoci da PR Hound.
