Questo devono aver pensato gli sviluppatori di Fallen Tree Games quando hanno concepito The Precinct: un gioco che è stato bollato subito come l'anti GTA proprio perché ci mette, per una volta, dalla parte dei buoni. Certo, l'accostamento con il capolavoro di Rockstar - all'epoca ancora DMA Design - uscito nel 1997 sembra un tantinello azzardato ma forse più per l'evoluzione di GTA nel corso degli anni che per altri motivi. L'enorme hype generato dalla prossima uscita del sesto capitolo del brand (prevista per il 26 maggio 2026), sfruttato a nostro avviso nel senso del marketing più sfrenato, ha fatto da trampolino di lancio per The Precinct, al punto che, chissà come mai, il gioco è uscito subito dopo la pubblicazione del nuovo trailer di GTA VI.
Complotti e studi di settore a parte però, che a noi interessano ben poco, The Precinct arriva come una ventata d'aria fresca, sia per l'originale idea di catapultarci nella vita di un poliziotto anni '80, sia perché quanto visto nelle varie demo pubblicate un po' di curiosità l'aveva provocata in ogni videogiocatore che si rispetti. Sistemiamo la nostra divisa, finiamo il caffè e scendiamo in strada a raddrizzare torti!
La trama di The Precint è estremamente immediata e semplice: vestiamo i panni dell'agente Nick Cordell Jr. appena arrivato all'APCD, il distretto di polizia di Averno City, una immaginaria città americana posizionata cronologicamente negli anni '80. Non esiste nella realtà ma gironzolando per le sue strade possiamo vederci Chicago, o Los Angeles, o San Francisco o qualunque città che abbia interessato qualche Serie TV poliziesca di tanti anni fa, il contesto è lo stesso. Cordell non è una recluta come le altre ma potremmo definirlo come figlio d'arte dal momento che il padre era un poliziotto molto affermato e stimato da tutti nel distretto, purtroppo caduto durante un intervento qualche anno prima senza che si sia mai fatta luce sulla faccenda.
Il nostro protagonista quindi non è animato solo dallo spirito di giustizia e legalità, ma anche da una certa voglia di scoprire cosa successe al genitore e agguantare il colpevole per assicurarlo alla giustizia. In tutto questo c'è una città che sembra clonata da Gotham City per l'alto livello di criminalità che la investe, dalla piccola delinquenza fino alle gang organizzate in perenne guerra tra loro. E poi ci sono i colleghi, gli amici, tantissimi altri personaggi che incroceremo sul nostro percorso e alcuni dei quali caratterizzati meglio rispetto ad altri, come ad esempio il sergente Leo Kelly che oltre ad insegnarci i primi rudimenti del mestiere, sarà la nostra spalla per quasi tutta l'avventura.
Dopo il prologo iniziale nel quale parteciperemo a uno scontro al fuoco, di fatto il nostro battesimo al distretto (traduzione letterale di Precinct), verremo affidati al nostro compagno che ci spiegherà come muovere i primi passi, partendo proprio dalla gavetta e quindi dalle multe alle auto in divieto di sosta. Fin da subito si nota la dovizia di particolari che permea in tutto il gioco, soprattutto per una quantità industriale di reati presenti. Ad esempio sulle auto in divieto di sosta le multe potranno riguardare l'aver parcheggiato davanti a un idrante, fuori dalle strisce, vicino al semaforo, in doppia fila, e così via e lo stesso vale per ogni tipo di reato che sia a piedi, in macchina o altro che viene messo in atto dai cittadini.
Inoltre potremo perseguire i reati anche utilizzando l'automobile posizionandoci dietro un auto in marcia da controllare e facendo scattare l'intervento se questa supera il limite di velocità (sempre se si ferma al nostro avviso e non scappa): anche in questo caso potremo contestare diversi reati al guidatore, dal limite di velocità allo stato di ebbrezza e così via. A farci compagnia una ghiera vera e propria che ci guida in ogni interazione con il delinquente di turno facendoci scegliere qual è il capo di imputazione (che deve essere coerente con la realtà) per poi decidere se comminare una sanzione o procedere all'arresto e in quel caso se scortare noi il tizio al distretto oppure chiamare un'altra pattuglia che lo faccia per noi.
Sicuramente tra i tanti reati disponibili ci si può anche perdere pur confidando nel notes che ci portiamo dietro: se è facile per un automobilista o per uno che imbratta muri, nel caso di individui sospettati è molto più difficile (di cosa li accusiamo?). Intanto dopo averlo fermato con un avviso vocale (il tasto X sul controller) potremo identificarlo e vedere se la centrale ci può dire qualcosa in più, poi per l'accusa potremo affidare il tutto all'agente Kelly che sceglierà il reato per noi. Comodo sicuramente, ma in questo caso non prenderemo i punti esperienza che ci spetteranno se riusciremo a fare da soli. Non deve sfuggire tuttavia l'intensità del nostro intervento che deve essere proporzionato a chi abbiamo di fronte: la violenza è sempre l'ultima spiaggia e consentita solo in particolari casi, così come avviene per l'uso di taser, manganello e armi da fuoco.
Il gioco ci avvisa sempre quando la violenza è consentita e quando invece dobbiamo andarci con i piedi di piombo. La ricerca dei sospettati è comunque necessaria per tentare di fare il salto di qualità e colpire le gang locali per le quali dovremo, anche in questo caso, partire dal basso beccando i pesci piccoli e risalendo pian piano la piramide. Le pattuglie vengono generate in maniera procedurale da un sistema chiamato dagli stessi sviluppatori Crime Generation System e sono sicuramente interessanti nelle prime battute, ma tendono purtroppo a sfociare nella ripetitività da un certo punto in poi.
Spesso saremo costretti a correre: a piedi per inseguire coloro che provano a sfuggire ai nostri controlli, ma anche in automobile per inseguire auto sospette, autori di rapine e così via. La guida dell'auto è quanto di più arcade si possa immaginare, anche nella vera e propria esagerazione del termine con le auto (soprattutto la nostra) che tendono sempre a scivolare sull'asfalto regalandoci incidenti spettacolari uno dietro l'altro. L'altra distruttibilità dello scenario rende sicuramente spettacolari queste fasi anche se fa perdere coerenza al gioco vero e proprio dal momento che faremo più danni degli stessi delinquenti sfasciando mezzo mondo e investendo addirittura gli stessi passanti.
Da questo punto di vista il gioco è molto poco punitivo limitandosi a una tiratina d'orecchie solo in casi eclatanti (se spariamo ai passanti ad esempio) con piccole penalità tutto sommato velocemente recuperabili. Realismo a parte comunque gli inseguimenti sono spettacolari anche perché tallonando le auto in fuga guadagneremo dei token che potremo utilizzare per chiamare rinforzi come altre auto che ci aiutino nell'inseguimento, uso di bande chiodate per fermare la fuga dei malfattori, l'impiego di un elicottero per seguire dall'alto il fuggitivo e così via. Elicottero comunque che potremo guidare anche noi con un sistema di guida ancora più impreciso di quello dell'automobile.
Capiterà a volte di dover impugnare un'arma per aver ragione dei delinquenti e se la varietà di armi disponibili tutto sommato è adeguata lo stesso non possiamo dire del sistema di shooting. La mira non è per niente precisa rendendo impossibile ad esempio poter colpire il cattivo in un particolare punto del corpo (ad esempio in testa per farlo fuori oppure in una parte periferica per ferirlo solamente e poi arrestarlo), inoltre il sistema di copertura poteva essere sicuramente realizzato meglio dal momento che spesso ci esponiamo alla mercè dei colpi avversari e non per colpa nostra. Nei combattimenti viene fuori un IA non proprio performante che riguarda sia i normali pedoni che faranno tuffi spettacolari non appena accenderemo la sirena che i delinquenti che preferiranno quasi sempre un approccio dritto per dritto senza ricorrere ad alcuna forma di strategia. Ogni azione genera degli XP (punti esperienza) che potremo utilizzare per far crescere il nostro personaggio in un albero delle abilità nella fattispecie molto semplice: potremo migliorare la tenuta fisica, l'abilità nel combattimento, la percezione della legalità e poi l'abilità a guidare i veicoli.
Ogni giornata lavorativa si concluderà nel nostro distretto, ottimamente realizzato e pulsante di vita anche se l'avremmo voluto più al centro dell'azione vera e propria, invece serve solo da contorno (come hub di gioco si poteva fare qualcosa in più). In linea di massima seguiremo le missioni della storia e anche se potremmo girare per conto nostro in una sorta di free roaming non sempre saremo invogliati a farlo salvo manie di completismo che comunque non guastano mai.
Dal punto di vista squisitamente tecnico The Precinct si difende abbastanza bene, con la visuale isometrica che richiama i primi GTA e che potrebbe però non piacere a tutti anche se nel contesto ci sta benissimo e con un impatto grafico spettacolare. La definizione dei vari quartieri, i giochi di luci e ombre, la scelta dei colori contribuiscono tutti a un colpo d'occhio estremamente interessante, corredato anche dalle animazioni che non mostrano alcun segno di incertezza. Buono anche il comparto audio con delle musiche di accompagnamento che fanno il loro dovere anche se il doppiaggio non è sempre all'altezza a seconda del personaggio interessato. Da questo punto di vista le cutscene di intermezzo, che si presentano con immagini statiche tipo i primi fumetti di Supergulp!, potrebbero far storcere il naso a qualcuno - diciamo che si poteva fare di meglio - anche se si finisce con il farci l'abitudine. Se l'obiettivo degli sviluppatori era di realizzare una atmosfera urbana noir tipica delle città anni '80 possiamo dire che il bersaglio è stato centrato in pieno.
Purtroppo il gioco non è localizzato in italiano neanche per i sottotitoli: e se consideriamo che è stato tradotto in 11 lingue questa ci sembra un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti del nostro paese. Se le missioni sono tutto sommato descritte in un inglese comprensibile, lo stesso non si può dire per le varie scene di intermezzo piene di slang e abbreviazioni, con il risultato che chi non è ferrato in una delle lingue supportate si perderà la maggior parte della storia. Capiamo le esigenze economiche dei piccoli studi di sviluppo, ci mancherebbe, ma tradurlo in tutte le altre lingue eccetto la nostra non crediamo abbia alcuna giustificazione (ed è naturale che la valutazione finale ne risenta).
In conclusione The Precinct è un gioco sicuramente interessante, realizzato anche abbastanza bene che però ha delle criticità. Fondamentalmente il sistema di shooting è ampiamente migliorabile come anche quello che regola la guida. Inoltre dopo un po' lo spettro della ripetitività si fa sempre più avanti missione dopo missione. Per fortuna ad intervallare le noiose attività di pattuglia intervengono alcuni eventi straordinari (comunque pochi) dei quali non vi anticipiamo nulla. Sarebbe stato auspicabile anche introdurre una sorta di "reputazione" del nostro protagonista perché non si può distruggere un'intera città per inseguire un delinquente e passarla liscia come se nulla fosse successo.
Quello che c'è comunque è realizzato bene, dall'ottimo comparto grafico alla quantità enorme di reati perseguibili. Sicuramente l'atmosfera di gioco non manca, e non manca neanche l'interesse ad andare fino in fondo per le 10-12 ore necessarie per il completamento della storia. Onestamente ci sentiamo un po' combattuti nella valutazione finale e quindi, se amate questo genere di giochi, di consigliarvene l'acquisto, ma ricordate che non c'è la lingua italiana e che tanti suoi aspetti potevano essere realizzati meglio.
Modus Operandi:
abbiamo provato a combattere il crimine grazie a un codice fornitoci da Microids.