Recensione PC
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Titolo del gioco:
Katanaut
Anno di uscita:
2025
Genere:
Action / Platform / Metroidvania / Roguelite / Horror / Scifi / Indie
Sviluppatore:
Voidmaw
Produttore:
Acclaim
Distributore:
Steam
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Sistema operativo: Windows 10 o superiore (64bit) - Processore: Intel i5+ - Memoria: 4 GB di RAM - Scheda video: Scheda grafica compatibile con l'API Vulkan - Hard disk: 1 GB di spazio disponibile - Note aggiuntive: Katanaut utilizza il Godot Engine e richiede una GPU dedicata con Vulkan 1.2. La modalità compatibilità sarà disponibile al lancio - Prezzo: €17,49
Box
  • Scegliere l'arma giusta pu&ograve; fare la differenza...
  • ... per non parlare poi delle personalizzazioni.
  • Il custode ci spiega molte cose sulla trama di gioco.
  • Lo splatter non manca... non &egrave; per gli impressionabili!
  • &Egrave; tardi? Perch&eacute;?
  • I nemici sono tanti e tutti agguerriti. Senza le giuste armi non si va avanti.
  • La nostra arma migliore rimane sempre la spada. Potenziamola al massimo!
  • Uno dei problemi di gioco &egrave; la difficolt&agrave;, si pu&ograve; sbagliare poco o niente.
  • Anche un pizzico di platforming non guasta.
  • Ogni tanto ci vengono messe a disposizione armi devastanti. Solo per poco per&ograve;...
  • C'&egrave; anche una componente esplorativa. Tutto ci&ograve; che troveremo ci servir&agrave;.
  • Una custom giusto per chiudere.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 15-09-2025
Viaggiare nello spazio per affettare alieni brutti e cattivi? E perché no?

L'incipit di Katanaut, il nuovo gioco di Voidmaw (un team composto da una sola persona) è fondamentalmente questo, spaziando tra fantascienza e horror in un genere che ormai da diversi anni è definito come fanta-horror. Cinema e industria dei videogames ci hanno sguazzato anche perché la combine è sicuramente efficace, basti pensare ad Alien ma anche a Dead Space, giusto per fare un paio di esempi veloci. In realtà le analogie con il capolavoro di EA Redwood Shores non si limitano solo alla narrazione di fondo ma anche ai temibili mostri tentacolari da affrontare (e smembrare), agli ambienti cupi e angoscianti all'interno di una nave spaziale e così via. A voler personalizzare ulteriormente il tutto ci mettiamo come protagonista non un astronauta di lungo corso ma un samurai, munito di una katana affilatissima pronto ad affettare tutto e tutti.


Insomma ce n'è abbastanza per incuriosire il giocatore anche perché, e torniamo su Dead Space, certi tipi di nemici possono esser fatti fuori solo smembrandoli e quindi una lama affidata è la prima scelta come arsenale. Provando il gioco ci si rende conto che comunque è più la componente splatter a farla da padrone con sangue che schizza da ogni parte, rispetto all'horror claustrofobico che dovrebbe predominare negli ambienti chiusi di una nave spaziale ma per entrare in dettaglio dobbiamo prima approfondire qualche punto fondamentale.

LA LUNGA BATTAGLIA DI NAUT

Naut è il nostro protagonista, uno dei pochi sopravvissuti ai mostri di ogni tipo che hanno invaso la nostra nave. Non ci troviamo davanti a chissà quale articolazione narrativa, dobbiamo semplicemente fare piazza pulita per ristabilire l'ordine. C'è, come sempre, un grande computer che monitora e regola il tutto e che ci riporterà indietro all'inizio non appena non verranno più rilevati i nostri parametri vitali. Un chiaro pretesto per giustificare il respawn con un nuovo inizio ogni volta che ci fanno fuori. Questo si giustifica con la natura intrinseca del gioco che è chiaramente un metroidvania di stampo roguelite con generazione procedurale dei vari livelli che quindi, di volta in volta, ci offriranno un'esperienza sempre e diversa, nel bene e nel male che questa meccanica si porta dietro.


Quindi abbiamo il pacchetto completo tra attenzione ad armi e combat system, potenziamenti temporanei e definitivi (tutti da sbloccare) e ogni nuova partita fondamentalmente diversa dalla precedente, sia perché siamo un po' più forti grazie ai perk raccolti e investiti, sia perché i livelli cambiano connotazione di volta in volta. Proprio per quest'ultimo punto anche in Katanaut viene fuori la solita dicotomia tra effetto positivo o negativo della generazione procedurale: ogni partita è sicuramente diversa dalla precedente, ma ogni esplorazione bruscamente interrotta dalla nostra "morte" non avrà seguito nella partita successiva per non parlare del fatto che il nostro successo o insuccesso può dipendere anche dal tipo di nuovo livello che abbiamo davanti... e la rigenerazione in Katanaut non è sempre azzeccatissima.

UN ARSENALE DI TUTTO RISPETTO...

Oltre che sulla sua fida katana, potenziabile e personalizzabile il nostro Naut potrà contare anche su armi da fuoco che, premendo il tasto Y (abbiamo usato al solito il controller della Xbox Series X|S su PC, perfettamente supportato), permettono di colpire i nemici a distanza: naturalmente i proiettili sono limitati e si ricaricano tagliuzzando i nemici. Per rimanere in tema di controlli, con il tasto X colpiremo con la nostra spada, mentre A servirà per il salto e B per la schivata. Il tasto RB invece ci permetterà di interagire con i vari elementi sullo schermo, oggetti o personaggi che siano. Ogni volta che ci faranno fuori ci rigenereremo nell'hub principale e da lì ricominceremo nuovamente dall'inizio.


Potremo scegliere la spada da portarci dietro - inizialmente tra le due disponibili - fermo restando che alcune permetteranno parate e contrattacchi, altre no, ma anche parlare con lo Specialista che ci permetterà di investire i frammenti di memoria trovati in giro per recuperare abilità permanenti o con Weaver e i suoi impianti anche questi a effetto permanente. Dalla nostra dovremo prestare attenzione a tre barre fondamentali: la salute, i proiettili e la resistenza, tutte quante "ritoccabili" attraverso i potenziamenti permanenti che ci daranno, partita dopo partita, sempre più forza per ricominciare. Durante il gioco, come in ogni metroidvania che si rispetti, ci saranno a disposizione tanti potenziamenti temporanei da scegliere e da utilizzare esclusivamente nella partita in corso.

... MA È COMUNQUE MOLTO DIFFICILE

Che questo genere di giochi sia impegnativo non lo scopriamo di certo ora, ma Katanaut alterna, forse un po' troppo, momenti più lenti ed agevoli ad altri veramente ostici quando i mostri nemici ci assaltano da ogni lato, facendoci fuori senza che neanche ce ne rendiamo conto. Giocando con i potenziamenti inoltre abbiamo visto che alcuni sono anche troppo potenti creando in certe situazioni un certo squilibrio a nostro favore: va detto però che padroneggiare un certo tipo di strategia è l'unico modo per riuscire ad andare avanti senza troppi patemi.


Ad esempio sparare a distanza, poi assestare un paio di colpi per ricaricare e nuovamente sparare a distanza è il movimento che useremo per buona parte della nostra avventura, anche se le armi da fuoco hanno una potenza nettamente inferiore in termini di danni rispetto all'affilatissima spada che rimane quindi l'arma d'elezione. Questo naturalmente quando ci danno lo spazio per farlo, magari non assaltandoci da ogni lato. Fondamentalmente non ci sono tempi morti, anzi il gioco è una continua frenesia tra salti da una piattaforma all'altra e nemici più o meno assembrati in determinati punti dato che, spesso per il level design misto alla casualità della rigenerazione delle mappe, tendono a cadere tutti quanti verso il basso garantendoci, dal momento che dovremo passarci in mezzo, in certi casi una morte preannunciata dovuta allo squilibrio enorme creato tra noi e loro.

PIXEL ART SPETTACOLARE

Dal punto di vista grafico il gioco è sicuramente un bel vedere, grazie a una pixel art ottimamente realizzata e dettagliata in ogni punto e non era affatto facile visto l'alto livello di gore presente nei vari combattimenti. L'atmosfera cupa di un'astronave infestata è resa alla perfezione, anche se l'alta velocità di movimento del protagonista fa pendere più la bilancia verso uno splatter rispetto a un horror claustrofobico. I cattivi sono abbastanza variegati, alcuni anche subdoli come quando un pezzo di loro si stacca e continua ad attaccarci anche quando pensiamo di aver messo fine alla questione.


Il gameplay non è affatto semplice ma, purtroppo, la curva di difficoltà non è assolutamente costante spaziando da momenti fin troppo agevoli, spesso anche a causa dei potenziamenti poco calibrati, ad altri veramente proibitivi. Di certo il gioco è estremamente punitivo, costringendoci ogni volta a dover ricominciare daccapo, partita dopo partita in un continuo loop gioca-potenzia-ripeti. A contribuire all'aleatorietà/difficoltà del tutto ci si mettono anche i portali che celano la loro destinazione di arrivo fermo restando che alcuni vanno utilizzati per spostarsi, altri vanno chiusi perché altrimenti generano mostri continuamente. Fortunatamente il gioco è localizzato nella nostra lingua quindi non vi perderete nulla della storia che, in alcune cutscenes, viene approfondita abbastanza bene.


In conclusione Katanaut è un gioco che incarna pienamente il suo stesso stile da metroidvania-roguelite con tutti i pro e i contro del caso, soprattutto per il livello di difficoltà e per la pazienza che richiede. Tecnicamente fa la sua bella figura, quindi se però amate le sfide e questo tipo di giochi allora non resterete sicuramente delusi.

Modus Operandi:

abbiamo affettato mostri alieni grazie a un codice, fornitoci dagli sviluppatori tramite Press Engine.

Katanaut è una bella sorpresa, grazie alla bellissima grafica in pixel art e alla realizzazione tecnica che lo rende un prodotto molto interessante. Non è un gioco semplice, questo va detto, e quindi richiede parecchia pazienza e soprattutto insistenza per poter essere portato a termine. Inoltre qualcosina da correggere ci sarebbe come il bilanciamento di alcuni potenziamenti e il level design che qualche volta, insieme alla generazione procedurale, non va proprio benissimo. Tuttavia incuriosisce abbastanza per catturare l'attenzione del giocatore e spingerlo a provare un'altra partita. In conlusione quindi ci troviamo davanti a un titolo in grado di divertire e appassionare tutti coloro che amano le sfide belle toste.
  • Pixel art spettacolare
  • Gameplay solido ed efficace
  • Localizzato in italiano
  • Level design non sempre impeccabile
  • Un po' di maggior equilibrio nei potenziamenti non avrebbe guastato
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