A cinque anni dall'uscita del primo episodio, Endzone torna sui nostri schermi per proporci un'altra sfida di sopravvivenza. Effettivamente nel frattempo altri titoli simili si sono affacciati sul mercato, alcuni di grandissima qualità e ci riferiamo principalmente a quella piccola grande perla che è Frostpunk 2 che di fatto ha innalzato verso l'alto l'asticella del confronto. Ad ogni modo questo tipo di giochi sempre più complesso ed articolato ha progredito nel corso degli anni, partendo da poche basiche decisioni utili per mandare avanti la nostra colonia fino ad arrivare a una gestione così particolareggiata da sforare nella vera e propria simulazione.
Il gioco di Gentlymad Studios è stato per un anno o poco più in accesso anticipato cercando, come di solito, di raccogliere i feedback degli utenti per delle opportune correzioni in corsa. Adesso però è uscito nella sua versione definitiva e noi di GamesArk.it ci troviamo in una posizione molto particolare: doverlo recensire senza aver potuto provare l'accesso anticipato, e quindi dare la nostra opinione direttamente sul prodotto finale.
La narrazione è ridotta veramente all'osso, dando la colpa a un disastro nucleare sulla necessità di far resistere i superstiti assicurandogli tutto ciò che serve per andare avanti. Non è una caratteristica tipica di questi giochi, va detto, dato che il già citato Frostpunk ha puntato tantissimo su storia e narrazione, però possiamo ammettere che non è così fondamentale.
Una volta lanciato il gioco e letto l'avviso che servirebbe una scheda video da almeno 6 GB per godere il gioco al meglio (ma ha funzionato degnamente anche con i 4 GB della GTX 1650 giusto per chiarire) possiamo scegliere fra tre modalità di gioco: il tutorial, la modalità sopravvivenza principale e alcuni scenari sfida. Completamente spaesati optiamo, come è giusto che sia, per il tutorial che dovrebbe insegnarci i primi rudimenti di gioco e farci far pratica con i comandi. Le prime battute non sono male, ci viene mostrato il nostro mezzo che, una volta selezionato, verrà spostato con il tasto destro del mouse in una movenza simile a un punta e clicca e ci viene detto che dovremo raccogliere delle risorse dai vari avamposti per portarle in giro. Tuttavia dopo le prime battute comincia qualche problemino. Il tutorial diventa improvvisamente confusionario indicandoci in alto sullo schermo gli obiettivi da raggiungere ma non spiegandoci assolutamente come farlo.
Ad esempio, una volta trovato l'avamposto nel quale insediarci ci verrà chiesto di posizionare un'estrattore per l'acqua indicandoci da dove selezionarlo dal menu ma non come metterlo in campo. È difficile rendere l'idea della problematica anche perché chi ha giocato al primo Endzone o chi magari si è cimentato sull'accesso anticipato del secondo non riscontrerà il problema ma se consideriamo una persona che si avvicina al genere per la prima volta, il risultato è di un tutorial un po' troppo superficiale e poco "user-friendly". Tuttavia, insistendo un po' si riesce pian pianino a entrare nel meccanismo del gioco. Nell'esempio in questione, basta allontanarsi dalla mappa (rotellina del mouse ovviamente) e leggere nella finestrella in basso il tipo di "terreno" necessario per piazzare l'estrattore (quindi in riva al lago).
Una volta collocata la struttura, dovremo assegnare i lavoratori che la manderanno avanti e poi attendere il capomastro che dia il via ai lavori. Questo sistema funzionerà allo stesso modo per tutti gli edifici che dovremo collocare in seguito, anche perché per far sopravvivere la nostra piccola comunità avremo bisogno di tantissime risorse che, in quanto consumabili, andranno reintegrate continuamente. Il meccanismo è il solito: assegnare lavoratori, produrre, far aumentare la popolazione, produrre ancora di più.
Dopo aver pensato all'acqua ci serviranno cibo, legna, un deposito rottami, una bottega per produrre utensili, plastica e tantissimo altro. Il tutorial ci chiederà tutte queste cose una dietro l'altra e dovremo collocare le varie strutture sulla vasta area di gioco, di volta in volta assegnando il numero di lavoratori minimo per mandare avanti la baracca. Naturalmente ogni edificio da costruire necessita di un certo tipo di materiali per essere tirato su: in questo caso il gioco ci permette di collocare il progetto da far partire poi non appena avremo le risorse disponibili. Per far crescere la popolazione inoltre dovremo costruire dei ripari, e in questo modo la gente sentendosi più al sicuro penserà anche a metter su famiglia e a procreare aumentando di fatto la popolazione e le braccia disponibili. C'è anche un contatore che monitora la crescita dei ragazzi indicando quando saranno disponibili a fornire braccia-lavoro.
Naturalmente una considerazione va fatta sul tipo di terreno scelto di volta in volta dato che sulla mappa ci sono diversi livelli di radioattività che possono anche influenzare l'intero esito della partita, quindi occhio a dove si collocano le varie strutture. Allo stesso modo, andando un po' avanti, serviranno le piantagioni per produrre la stoffa passando attraverso gli stabilimenti tessili. Ben presto ci renderemo conto (almeno nelle fasi iniziali) di produrre più di quanto serva tanto che il gioco ci chiederà di costruire dei depositi per immagazzinare il materiale.
Un buon modo per procurarsi le risorse necessarie per la sopravvivenza è quello di andare in giro a saccheggiare le strutture del circondario, fermo restando che ci saranno altri superstiti che proveranno a fare lo stesso con noi. È necessario quindi attrezzare e armare i nostri mezzi così come costruire delle officine per tenerli sempre alla massima efficienza. Qualche volta sarà utile ad esempio siglare qualche accordo di non belligeranza con i capi dei vari predoni, giusto per vivere tutti più serenamente.
Un problema può essere determinato sicuramente dalla scarsa identificabilità dei vari edifici sulla mappa. Se da un lato è vero che premendo il tasto Tab verranno evidenziate su schermo tutte le costruzioni, dall'altro bisognerà passarci sopra con il mouse per capire di cosa si tratta. E se consideriamo i tanti edifici costruiti, il tutto rischia di essere poco intuitivo: ne verrà fuori una distribuzione più funzionale che estetica sullo scenario con dei piccoli agglomerati apparentemente isolati che comunicheranno tra di loro solo se riusciremo (impresa non proprio facile) a collegarli con un buon sistema di strade. Naturalmente poi ci sarà da affrontare alcuni eventi "naturali" come i periodi di pioggia acida o siccità.
Endzone 2 è un gioco che richiede tantissima pazienza: innanzitutto per apprenderne le meccaniche, abbastanza complesse come di solito in questo tipo di simulazioni. Una volta capito come posizionare le varie strutture bisognerà imparare a piazzarle dove vogliamo noi se vogliamo portare avanti un progetto di un certo tipo. Anche perché il bello del gioco è ottimizzare le risorse così come vogliamo noi. Poi bisognerà entrare nell'ottica delle statistiche e, nel gioco di Gentlymad Studios, ce ne sono davvero tantissime.
Nella parte alta dello schermo sarà possibile monitorare ogni singola risorsa prodotta e/o necessaria e rivalutarne ogni volta quantità e disponibilità man mano che la popolazione aumenta di numero ma ogni struttura, personaggio, risorsa presente sullo schermo apre a un enorme ventaglio di statistiche e di dati dando la sensazione (e spesso è così) di poter controllare ogni singolo aspetto del gioco, principalmente se si parla di risorse umane. Una sorta di onnipotenza che, ovviamente, giova al nostro ego. Naturalmente, proprio per questo, la complessità di gestione lo spinge sicuramente verso una nicchia di appassionati rispetto al giocatore occasionale, problematica coadiuvata dall'interfaccia grafica non proprio intuitiva per chi non è abituato ad andare avanti a statistiche e numeri. È un gioco che richiede tempo, questo sì, e se avrete la pazienza giusta riuscirete anche ad ottenere delle grandi soddisfazioni, soprattutto quando la comunità cresce e tutto riesce a filare liscio come l'olio.
E siamo arrivati alle battute finali. In realtà non basterebbe un'enciclopedia per descrivere un gioco come questo, ma il nostro dovere di sintesi ci impone di tirare i remi in barca. Endzone 2 è un gioco che si rivolge ad una particolare categoria di utenti: gli amanti dei city builder e dei survival ci andranno a nozze, poiché di solito sono abituati a gestire questa grande mole di dati e di statistiche. Per gli altri è un po' una scommessa, semplicemente perché tutorial ed interfaccia grafica non aiutano proprio tantissimo i neofiti del genere. Dal punto di vista tecnico il gioco non si comporta male, a parte i caricamenti particolarmente lunghetti. È anche vero che il livello di dettaglio non è proprio miracoloso, anche nello zoom, e che di tanto in tanto la scelta della palette cromatica cozza un po' con la necessità di individuare le varie risorse sulla mappa (soprattutto nelle scene buie). Fortunatamente è presente la localizzazione in italiano anche particolarmente accurata.
Non si può comunque non apprezzare l'enorme lavoro degli sviluppatori che si sono concentrati su ogni possibile sfaccettatura della vita di una colonia post-apocalittica. Di conseguenza se avrete la pazienza giusta per apprenderne le meccaniche Endzone 2 potrebbe regalarvi tantissime soddisfazioni.
Modus Operandi:
abbiamo provato a guidare la nostra colonia grazie a un codice fornitoci da PR Hound.