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Chi si rivede... Zzap!!
  • Le recensioni sono proprio come quelle di allora!
  • Anche le copertine non scherzano.
  • Non ci credo: l'angolo della posta &egrave; tornato!
  • Bellissima questa custom art.
  • Arkanoid sul plus 4? Questa non possiamo perdercela.
  • Ecco il primo numero, quello che ha riaperto le danze.
  • Si poteva tralasciare Sonic? Certo che no!
  • Bellissime le copertine. Realizzate con la stessa passione di allora!
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 28-06-2022
Non esiste giocatore più grande di 'anta anni che non conosca Zzap! Probabilmente la più famosa rivista sui videogames mai esistita. Adesso dopo tanti anni ci viene riproposta, addirittura in formato cartaceo! È il momento di ricominciare a sognare...

Sicuramente Zzap! è la storia dei videogames. Nata nel lontano maggio del 1986, inizialmente come traduzione della controparte straniera riuscì a sfondare sul mercato dei tanti appassionati cominciando poi a vivere di vita propria. Una redazione formata da un gruppo di appassionati, cultori, esperti e soprattutto videogiocatori che riuscirono in un valzer di rubriche, recensioni, anteprime, interviste a creare un mix perfetto che sarebbe poi entrato nella storia. Non vogliamo raccontarvi la storia di Zzap! per la quale vi rimandiamo al nostro ampio speciale pubblicato nel 2014 che potete trovare qui.


Vogliamo invece presentarvi il nuovo progetto di Paolo Besser, storica penna di Zzap! che, a distanza di quasi 20 anni dalla chiusura definitiva della rivista vuole riproporla, in chiave moderna ma con tutto lo stile dell'originale e soprattutto, in antitesi con la tendenza moderna alla lettura online, in formato cartaceo. Il costo che viene richiesto agli utenti? Un piccolo contributo economico per coprire costi di stampa e spedizione, ma tutte le informazioni potete trovarle sul sito internet e sulla pagina facebook.


Per i lettori di GamesArk.it in esclusiva abbiamo contattato proprio Paolo Besser per rivolgergli alcune domande sul suo progetto e sulle prospettive future di Zzap! Vi riportiamo quindi la nostra intervista.

Paolo, la prima domanda è la più scontata: da dove è nata l'idea di una pubblicazione cartacea nell'era in cui buona parte dell'informazione si diffonde attraverso la rete?


Ne abbiamo discusso molto tra noi redattori. All'inizio pensavamo di farla in PDF e di prevedere un'opzione per la stampa, poi però ci siamo resi conto che il contatto fisico con la carta, la possibilità di sfogliarla e leggerla ovunque si volesse, era parte integrante della nostra 'esperienza' con Zzap!. Fra l'altro, quando avevamo realizzato il numero 85 nel 2002 in forma solo elettronica, la stampa ci è mancata moltissimo. Alla fine, per tanti motivi, abbiamo preferito la cara vecchia carta stampata, tanto i PDF siamo sempre in tempo a pubblicarli, se vogliamo.


Zzap! ha segnato un'intera generazione di adolescenti nell'era degli 8bit, riuscendo a ritagliarsi un'importante fetta di mercato malgrado la spietata concorrenza. Secondo te, a distanza di tanti anni, come può essere spiegato un successo simile?


La spietata concorrenza non parlava di videogiochi con leggerezza come Zzap!, non rendeva partecipi i lettori come Zzap!, non li trattava come vecchi amici come Zzap! e, soprattutto, non li faceva sorridere come Zzap!. Le altre riviste erano riviste, Zzap! una vecchia amica, non so se mi spiego...

Il successo di Zzap! è passato anche attraverso le sue rubriche, dalla posta alla pagina dei trucchi, al diario del programmatore e così via. Qual è la rubrica di zzap! che ti è rimasta più nel cuore?


Che domande, la Posta!!! Potrei anche parlare dell'Angolo di BovaByte, visto che eravamo Davide Corrado e io a realizzarlo, ma la Posta ha sempre avuto un fascino particolare. Sia quando ero un semplice lettore della rivista, sia quando ero io stesso a rispondere.


Negli ultimi anni il Retrogaming si è sviluppato sempre di più coinvolgendo un numero in costante crescita di appassionati: secondo te sono solo nostalgici ancorati al passato o ci sono altre motivazioni?


Il retrogaming in realtà è soltanto un'etichetta. Il calcio è stato inventato secoli fa: diresti che il derby tra Milan e Inter, in fondo, sia soltanto retrogaming? O che lo sia una partita a scacchi? E ascoltare Imagine di John Lennon, Losing my Religion dei REM o la IV Sinfonia di Beethoven cosa sarà mai? Retrolistening? Si può apprezzare un videogioco nonostante i limiti tecnici di una macchina antica e Zzap!, in fondo, fa esattamente questo: parla di giochi nuovi di zecca su macchine che non sono più attuali, ma che sanno ancora emozionare se opportunamente programmate. Per capirci, nulla mi impedisce di passare un sabato pomeriggio a giocare a Randoom sul Commodore 64, e poi magari il giorno dopo a God of War sul PC. Alla fine mi sono sempre divertito, seppur in modo diverso.

Chi ha vissuto quel periodo continua a ritenere i giochi di allora più semplici e banali ma estremamente più belli di quelli odierni, belli graficamente ma senza un'anima. Condividi anche tu questa affermazione?


Come cantavano i Matia Bazar, "tu semplicità sei la mia felicità"... ma forse anche no!!! I giochi attuali sono infinitamente più complessi di quelli di una volta e provocano una rosa di emozioni decisamente più ampia. Con la maggior parte dei vecchi giochi mi sono sentito ganzo quando ho battuto l'ultimo livello, quando ho avuto la meglio sulla macchina. Ma quasi nessuno di essi mi ha commosso come il sacrificio di Oscar in Syberia, mi ha meravigliato come il far west di Red Dead Redemption 2 o mi ha elevato a Dio come la voce narrante di Black & White! Ho detto "quasi", eh, mettete pure giù l'arbalesta. Però, se volessi vincere il prossimo campionato mondiale di banalizzazione, potrei dire che i giochi vecchi divertono, mentre quelli nuovi emozionano. Prima era molto più inusuale che capitasse.


La tua pagina facebook si propone come un'organizzazione senza fini di lucro, la tassa pagata dagli utenti serve per finanziare i costi necessari per la realizzazione e la stampa dei giornali. Avete già raccolto molte adesioni?


Ci eravamo posti un minimo di 200 associati per realizzare 3 o 4 numeri di almeno 48 pagine, e in poco più di un anno, sul quinto numero, siamo arrivati a scriverne 64. Sì, fortunatamente il numero di tesserati ha superato la quota minima e quindi abbiamo potuto fare una Zzap! molto più bella e molto più grossa di quella che pensavamo inizialmente.


Ormai siamo abituati a giochi sempre più grandi e dotati di un comparto tecnico sempre più all'avanguardia, anche grazie alle nuove generazioni di console. Cosa si può ancora creare di nuovo che non sia già stato visto ?


Se lo sapessi sarei un game designer di successo, non un sistemista e un giornalista a tempo perso. Mi spiace molto, ma purtroppo non è il genere di domande a cui saprei come rispondere.

Ci sono progetti ulteriori per il futuro ?


Ogni volta che ci riuniamo saltano sempre fuori nuove idee. Ma ci sono limiti precisi agli spazi di manovra delle associazioni no-profit e in generale a me non piace anticipare cose che poi magari non vengono realizzate. Quindi per adesso diciamo che tutti i nostri sforzi sono concentrati sulla rivista, ma che in futuro potremmo anche organizzare qualcosa di diverso. In fondo lo scopo dell'Associazione Airons di Vigevano è valorizzare il gaming su piattaforme vintage, non solo scrivere di esso.


Oggi quasi tutte le testate che si occupano di informazione operano quasi esclusivamente online (compresa la nostra...NdR) con i collaboratori che non si incontrano di presenza praticamente mai. Ai tempi della tua collaborazione con Zzap! invece la redazione esisteva fisicamente e diventava anche un punto di incontro e di confronto tra i vari redattori. Hai qualche ricordo particolare al riguardo ?


Beh, è tutto un ricordo. Tutto un aneddoto. Non saprei neanche da dove cominciare. Però non butterei via affatto le nuove modalità di telelavoro: quello che si perde in contatto personale si riguadagna in attenzione verso la propria attività, e il vivere fisicamente a centinaia di chilometri l'uno dall'altro non ci impedisce di parlare appassionatamente di un titolo da recensire, o di scambiarci le opinioni tramite messaging. 

 

Per concludere: da redattore navigato ed esperto, hai qualche consiglio da elargire a chiunque volesse cimentarsi nell'analisi/recensione di un videogame?


Più che "giocarlo tutto" cercate di "giocarlo a fondo", esplorando tutte le possibilità che il gioco vi offre. Cercate di cogliere il sottotesto nei dialoghi, di capire cosa vi vogliano raccontare e dire davvero gli autori. Non fatelo gratis e, nel farlo, cercate comunque di divertirvi - perché sappiatelo: il professionismo toglie un po' di fascino all'opera che si recensisce. Quello che in alternativa sarebbe stato solo un prodotto di cui fruire, diventa improvvisamente un oggetto di analisi che in realtà mette VOI sulla graticola. Dal vostro giudizio dipenderà strettamente l'analisi che il lettore, l'ascoltatore e lo spettatore faranno delle vostre competenze e del vostro operato. E in questi nuovi anni Venti in cui è facile mettere qualcuno alla berlina in modo virale, sappiate che farsi male è molto facile.

PER CONCLUDERE...

È stato un piacere "chiacchierare" con Paolo Besser: chi meglio di lui poteva rinverdire i fasti di una rivista che all'epoca diventò grande anche grazie alla sua opera? Naturalmente auguriamo tanta fortuna a Paolone per la splendida iniziativa. Dal nostro punto di vista, essendo un pochino avanti con gli anni e ricordando la magia insita nello sfogliare le pagine di un giornale, non possiamo che consigliarvi di aderire al progetto. Leggere un libro o sfogliare un giornale sotto l'ombrellone (visto che siamo in estate) o davanti a un camino (per i mesi invernali) regala sicuramente molte più emozioni del visualizzare un pdf su schermo. E poi stiamo parlando di Zzap! la rivista che ha accompagnato la crescita di molte persone (eccomi... -NdBoZ) e che ha contribuito a far conoscere al mondo il mercato dei computer, la rivista che ha raccontato la prima (e forse più importante) console-war della storia (tra Commodore 64 e ZX Spectrum... -NdR), la rivista che, come diceva Paolo nell'intervista, parlava con un linguaggio semplice perché fatta da ragazzi come noi.


L'idea dell'Associazione Culturale Airons di Vigevano e di uno dei suoi personaggi più imporanti, Paolo Besser, è sicuramente interessante. Con un piccolo contributo si può leggere nuovamente Zzap! in versione cartacea. È bello vedere che nel 2022 c'è ancora qualcuno che crede nell'importanza della carta stampata e nella magia di sfogliare una pagina dopo l'altra. Magia che nessun Kindle, PDF et similia potrà mai eguagliare!


Nel ringraziare Paolo Besser per l'intervista, auguriamo lunga vita e prosperità al "nuovo" Zzap!