Recensione X-Box One
<<
<<
Titolo del gioco:
DOOM Eternal
Anno di uscita:
2020
Genere:
Sparatutto in prima persona (FPS)
Sviluppatore:
id Software
Produttore:
Bethesda Softworks
Distributore:
Bethesda
Multiplayer:
Online fino a 3 giocatori
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Requisiti minimi:
Console della famiglia Xbox One (Xbox One, Xbox One S, Xbox One X) - una connessione a banda larga - un account Xbox Live - un abbonamento al Live Gold per il multigiocatore - 42 GB di spazio libero su disco - Prezzo: €69,99
Box
  • Ecco il primo sacerdote da eliminare... in modo cruento ovviamente.
  • I mostri sono vari e tutti ostici da buttare gi&ugrave;.
  • Questo &egrave; davvero cattivo, occhio!
  • Poteva mancare un'immagine di DOOM 64 riveduto e corretto?
  • Ambientazioni belle e di grande atmosfera.
  • C'&egrave; anche molto platforming in DOOM Eternal.
  • Il nostro Codex raccoglie tantissime informazioni, per gli appassionati di collezionabili.
  • L'Aracnotron &egrave; il primo miniboss impegnativo che incontreremo. Sappiamo dove sparargli, ma non sar&agrave; facile.
  • Durante il caricamento ci vengono dati consigli importanti.
  • Ci sono tante stanze pi&ugrave; o meno segrete sulla mappa. Il problema &egrave; come aprirle.
  • Nel Battlemode potremo scegliere e modificare il demone da impersonare.
  • Miriamo alla torretta, senn&ograve; non la smette pi&ugrave;
  • Scegliamo la nostra evocazione e poi mettiamola in atto.
  • Abbiamo ucciso lo Slayer e vinto il nostro bel round.
  • Come premio potremo scegliere un potenziamento da applicare al nostro demone.
  • Possiamo applicare delle mod su gran parte delle armi in dotazione.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 30-03-2020
id Software ritorna alla grande con il re degli sparatutto. Carichiamo il fucile e partiamo a caccia di demoni.

Sono passati quattro anni da quando, con il reboot di DOOM, id Software ha rilanciato, in chiave riveduta e corretta e soprattutto adattata ai tempi moderni, il suo cavallo di battaglia. Non c'è fan del genere FPS (First Person Shooter) che non conosca il gioco che ha fatto del colore rosso sangue la sua ambientazione, con atmosfere labirintiche e mostri (leggi demoni) che uscivano fuori da ogni angolo. Un gioco semplice da comprendere, ma al contempo adrenalinico, che ha saputo evolversi e lanciarsi in un mercato saturo di spietata concorrenza (tra i vari Destiny, Halo, Call of Duty, Wolfenstein e tantissimi altri che ci vorrebbe davvero del tempo per citarli tutti). Un'evoluzione dicevamo che è passata dal sistema di controllo alle mod delle armi fino agli scenari che, in alcuni casi, hanno anche abbandonato la cromìa rigorosamente rossa per lasciare spazio ad ambientazioni sempre più varie nelle quali collocare il nostro protagonista. Il tutto, naturalmente, accompagnato da una narrazione a malapena accennata, quasi da contorno perché in un gioco come DOOM si spara e basta, senza pensare ad altro.

LA STORIA CONTINUA

Dal punto di vista narrativo il gioco è il naturale sequel di quello uscito nel 2016, ma l'intelaiatura è comunque accennata e non è eccessivamente importante, tanto che potrete giocarlo anche se vi siete persi qualcuno dei titoli precedenti. Una volta installato il gioco infatti verremo subito catapultati nell'azione con una piccola clip introduttiva che ci spiega come ormai le forze demoniache hanno conquistato quasi del tutto il pianeta Terra e soggiogato buona parte degli umani. Sarà nostro compito quindi, e del nostro Doom Slayer ritornare sul campo di battaglia per cercare di invertire le sorti della guerra uccidendo i tre gran sacerdoti.


Cronologicamente parlando siamo a circa un anno dalla conclusione dei fatti del capitolo precedente, ma stavolta è evidente il tentativo degli sviluppatori nel cercare di rinforzare uno degli anelli deboli della catena del brand e cioè la narrazione. Diciamo fin da subito che l'impresa riesce solo in parte dal momento che il ritmo narrativo è un continuo saliscendi di informazioni importanti oppure ridondanti, disseminate nei tantissimi files informativi da raccogliere e collezionare presenti nelle mappe di gioco. Le informazioni, comunque, sono davvero tante e si archiviano nel nostro settore Codex (al quale si accede dal menu select) per chiunque avrà la pazienza e le diottrie giuste per leggerle (il set di caratteri proprietario di DOOM continua a presentare scritte troppo piccole secondo noi). Lo sforzo degli sviluppatori nel cercare di dare un filo logico alla storia di DOOM è comunque tangibile anche se la storia si esalta nelle fasi avanzate del gioco, con un buon finale. Quando si parla di DOOM comunque ci si riferisce ad azione adrenalinica, e non a una narrazione che, in fin dei conti, fin dall'esordio del gioco sul mercato nel lontano 1993 non c'è mai stata.

ADRENALINA PURA

Chi ha giocato il titolo precedente sa già cosa attendersi da DOOM che ha mixato il genere FPS classico a corridoi tipico delle prime versioni del gioco con un arena shooter e quindi con grandi spazi sulla mappa e nemici che ci attaccano a 360°. Questa volta id Software ha voluto esagerare aggiungendo al gioco anche una componente platform che ci costringerà a zompettare da una piattaforma all'altra, ad arrampicarci e addirittura ad appenderci su un asta per saltare più lontano in pieno stile "Principe di Persia". Questi momenti che intervallano le arene vere e proprie fra di loro e permettono anche di trovare tante locazioni nascoste piene di munizioni e collezionabili di ogni tipo servono anche a smorzare il ritmo fra un macello e l'altro.


Per gli amanti dei collezionabili c'è davvero tanta roba, il che favorisce anche la rigiocabilità di DOOM Eternal dopo l'endgame, magari per trovare qualche oggetto mancante o meglio ancora per affrontare il gioco a livelli di difficoltà più elevati con missioni alternative davvero difficili. Di conseguenza la longevità della campagna in singolo, che spazia dalle 15 alle 16 ore tende a innalzarsi grazie agli oggetti nascosti, ai Codex e potenziamenti vari. In generale comunque siamo davanti a un FPS atipico che se da un lato nelle arene butta tutto in caciara con nemici che ci assaltano da ogni angolo, dall'altro richiede una buona dose di strategia nel cercare di capire i punti deboli dell'avversario e soprattutto imparare a usare lo scenario. Alcuni nuovi demoni introdotti rispetto la precedente versione, come il Doom Hunter e il Razziatore ci faranno sudare le proverbiali sette camicie richiedendo un tempismo nei colpi e un arsenale di tutto rispetto onde evitare di sbatterci il muso un po' troppo a lungo.

LA BELLEZZA DELLE ARENE

Il punto di forza del gioco è sicuramente rappresentato dalle Arene che, come dicevamo, estendono il vecchio gameplay labirintico ad ampi spazi mettendoci il più delle volte alla mercé dei demoni avversari che ci attaccheranno da ogni angolo e soprattutto in gran numero. Un ottimo tempismo nelle azioni e una buona padronanza dei comandi di gioco, che via via diventano sempre più complessi, sono la ricetta giusta per venir fuori da situazioni iper-adrenaliniche e apparentemente a nostro sfavore. Già dal terzo livello di difficoltà a salire le cose si fanno davvero difficili con nemici sempre più ostici da buttare giù, più veloci e naturalmente più intelligenti. In tutto i livelli di difficoltà sono 5 con una sesta opzione (davvero ai limiti dell'impossibile) legata al consumo delle vite extra raccolte in giro.


Oltre all'usuale arsenale in dotazione, avremo a disposizione la nostra fida motosega attivabile con il tasto X del controller in prossimità di un nemico che ci permetterà di recuperare tutta una serie di item (munizioni comprese) e che distruggerà l'avversario con un colpo solo (o con tre per quelli più grossi) chiedendo come contropartita il consumo di carburante da trovare naturalmente in giro per le mappe. Non mancherà neanche stavolta l'uccisione epica che, attivabile premendo la levetta analogica di destra su nemici già indeboliti dai nostri colpi ed evidenziati da una luce gialla, ci offrirà animazioni sempre diverse e naturalmente all'insegna del gore più esagerato. In totale le mappe esplorabili nella campagna in singolo sono 13, ma divise in tre diverse ambientazioni che lasciamo a voi il piacere di scoprire. Mentre ci muoviamo alla ricerca di item nascosti possiamo impegnarci in due nuove attività: i Cancelli Slayer e gli Eventi Segreti. Nel primo caso verremo catapultati in un'arena, uguale a quella dove stavamo giocando per cercare di resistere a particolari e aggressive orde di demoni. Nel secondo caso invece affronteremo combattimenti a tempo dove dovremo far fuori gruppi di avversari entro un limite di 30 secondi. Anche se possiamo ripeterle più volte, le munizioni consumate non ci vengono restituite alla fine del "livello bonus" quindi ogni abuso sarà "severamente punito".