A cinque anni dall'uscita di Dying Light, un gioco riuscitissimo e in grado di mantenere sempre vivo l'interesse degli appassionati grazie a un collaudato comparto multiplayer e all' ottimo The Following, uno dei migliori DLC mai usciti sul mercato per un videogame, Techland prova a ingannare l'attesa per l'ormai (si spera) imminente uscita di Dying Light 2 con la pubblicazione di Hellraid. Parliamo di un gioco che avrebbe dovuto vedere la luce come un progetto stand alone fin dal lontano 2013 e che, dopo una serie infinita di date d'uscita e successive cancellazioni si è ridotto a un semplice contenuto aggiuntivo nell'universo di Dying Light. È un peccato, in realtà, assistere a una tale riduzione contenutistica di un'idea tutto sommato interessante anche perché, come vedremo nella nostra analisi, quanto ci viene proposto è davvero poca roba per degli utenti abituati ormai a ben altro anche se, secondo Techland, nei prossimi mesi verranno rilasciati altri contenuti che dovrebbero arricchire l'offerta attuale.
Una volta scaricato il DLC troveremo Hellraid fra le altre side-mission (come l'Orda di Gozak), di conseguenza basterà iniziare (o continuare) una partita della campagna e accedere alle missioni ripetibili. Tramite alcuni poster affissi sui muri o ad un cabinato presente nella Torre principale di Harran o nei Bassifondi verremo catapultati in una Torre antica, sede delle forze demoniache del principe Ba'al. Manterremo tutte le nostre capacità tanto faticosamente conquistate durante la campagna principale e in The Following, ma verremo privati di tutto il nostro arsenale. Lo scopo del nuovo gioco è semplice: far fuori tutte le orde di cattivi che ci si pareranno davanti e, al contempo, recuperare i tre frammenti della pietra di Clavis necessarie per accedere alla sfida finale contro il principe infernale.
Come purtroppo preannunciato, in Hellraid le nostre abilità di parkour passeranno pesantemente in secondo piano, per lasciare spazio alla nostra bravura durante i combattimenti. Potremo ancora correre, saltare, dare calci volanti, arrampicarci e tutto il resto ma, proprio per la conformazione dello scenario, raramente ci verrà richiesto di farlo salvo che nel cercare di sfuggire alle terribili orde che ci verranno incontro. La struttura della torre è solo apparentemente labirintica, con stanze da aprire azionando alcune leve e piccoli puzzle ambientali da risolvere: in realtà il tutto si snoda attraverso binari preimpostati con il risultato finale di potere andare solo in una direzione senza il rischio di perdersi.
Naturalmente buona parte delle orde sarà composta dai "cari vecchi zombie" che abbiamo già conosciuto nel gioco principale anche se non mancheranno new entries di tutto rispetto. A tentare di farci fuori interverranno anche alcuni scheletri in grado di parare i nostri colpi, altri zombie più agguerriti del solito e assimilabili ai virali e zombie in grado di usare la magia contro di noi. Ci sono poi i bruti che rappresentano la controparte dimensionale di quelli enormi già incontrati in Dying Light, fortissimi e devastanti nei loro attacchi ma, fortunatamente, altrettanto lenti. Come già detto in precedenza potremo mantenere le nostre abilità tanto faticosamente conquistate, elemento questo comunque fortemente consigliato per rendere più alla portata una lotta davvero ostica. Avremo a disposizione infatti solamente tre vite per scendere nelle bocche dell'inferno, raccogliere le tre pietre e abbattere Ba'al. L'impresa non è assolutamente semplice anche perché almeno nelle fasi iniziali potremo difenderci esclusivamente con armi spuntate trovate per strada. Sarà importante cercare sempre e comunque nei cadaveri, per recuperare gettoni, da spendere poi nel mondo reale per acquistare le nuove armi introdotte da Hellraid, ma anche medikit e altre armi da lancio o da mischia utili per proseguire nella nostra avventura.
Dal punto di vista delle innovazioni Hellraid viaggia ai minimi termini. Malgrado sia presente una nuova barra delle ricompense (tipo quella di The Following) non c'è una vera e propria curva di crescita del nostro personaggio. Il tutto si riduce quindi a poche nuove armi e al re-skin di alcune componenti come nel caso dei medikit e di alcuni oggetti. Le bombole di gas presenti in Dying Light ad esempio sono sostituite da alcune strane anfore rosse che esploderanno direttamente al contatto una volta che le lanceremo o le colpiremo, quindi fate attenzione se non volete "partecipare al botto". Anche la varietà di gioco è abbastanza limitata dal momento che ci troveremo a respingere continuamente le varie orde che ci attaccheranno e poco più. Di tanto in tanto cercheremo la leva giusta per sbloccare una determinata porta, ma non è questo il gioco in cui bisogna ragionare più di tanto. Sulla schermata principale vedremo indicati gli stessi parametri presenti in Dying Light (energia, barra abilità, mini-mappa) con l'aggiunta di un indicatore che decrescerà man mano che perderemo una delle tre vite a disposizione.
La durata del DLC si attesta intorno alle 3-4 ore se vorremo raccogliere tutti i documenti disseminati nella torre e massimizzare il grado Hellraid per ottenere tutte le nuove armi e i nuovi costumi. Fortunatamente le cose migliorano con l'esperienza multigiocatore che, grazie alla tipica aleatorietà degli errori/abilità umane aggiunge un pizzico di pepe a una produzione che avrebbe potuto fare molto di più.
A fare da contraltare alle limitazioni del gameplay delle quali abbiamo già parlato c'è per fortuna l'ottima direzione artistica tipica del mondo di Dying Light. I nuovi ambienti sono ottimamente realizzati e le varie orde rappresentano una sfida difficile ma non impossibile, segno inequivocabile di un'ottima progettazione. Alla fine dei conti si può comunque parlare di un'occasione sprecata e non solo per la mancanza del parkour. Effettivamente si poteva osare un pochino di più in considerazione del prezzo richiesto e dell'impietoso paragone con l'ottimo The Following. In base a quanto visto in questi cinque anni ci sentiamo di dare fiducia agli sviluppatori quando promettono nuove integrazioni a Hellraid anche se non si può non tenere conto del fatto che parliamo di un grossissimo progetto iniziale che prometteva fuoco e fiamme e che si è ridotto a un "misero" DLC. Gli appassionati di Dying Light potrebbero comunque gradire le nuove gesta del loro protagonista preferito, nell'attesa dell'arrivo del secondo capitolo della storia.
Modus Operandi:
abbiamo affrontato le orde di Ba'al grazie a un codice fornitoci da Techland.