Recensione X-Box Series X-S
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Titolo del gioco:
Back 4 Blood
Anno di uscita:
2021
Genere:
Sparatutto in prima persona (FPS)
Sviluppatore:
Turtle Rock Studios
Produttore:
Warner Bros. International Enterprises
Distributore:
Warner Bros. Entertainment Italia
Multiplayer:
Cooperativo (crossplay tra console e PC) fino a 4 giocatori
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Requisiti minimi:
Console della famiglia Xbox One (Xbox One, Xbox One S, Xbox One X), Xbox Series X|S - una connessione a banda larga - un abbonamento Xbox Live Gold per il multigiocatore - 35 GB di Spazio su disco - Prezzo:€ 69,99 (standard edition), €99,99 (Deluxe Edition), €109,99 (Ultimate Edition)
Box
  • Il rifugio &egrave; davanti a noi... manca davvero poco ormai.
  • Con quel mitragliatore non abbiamo paura di nessuno anche se quel bestio...
  • Eccoli qui i quattro trionfatori alla fine di una missione.
  • I nostri tre amici ci precedono, anzi uno + due bot.
  • La scala verso la salvezza, ma sar&agrave; cos&igrave; sicura?
  • L'IA ha giocato la sua carta corruzione. Sapremo contrastarla?
  • Meglio una cura pi&ugrave; efficace o un maggior vigore?
  • Possiamo usare il mazzo predefinito o crearne uno ex novo.
  • &Egrave; possibile guardare le armi in lungo e in largo, giusto per scegliere quella pi&ugrave; adatta a noi.
  • L'orco &egrave; gigantesco. Non &egrave; cos&igrave; facile abbatterlo, ma neanche impossibile.
  • Quel mostro sembra abbastanza arrabbiato. E punta verso di noi.
  • Solo quando saremo tutti pronti quella porta si aprir&agrave;.
  • Una bella foto di gruppo &egrave; obbligatoria.
Redattore: Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri
Pubblicato il: 13-10-2021
Orde di zombie famelici pronti a farci la festa. Che ne dite di lucidare il nostro nuovo mitragliatore?

Il nuovo gioco di Turtle Rock Studios ha il suo fulcro in un brand ormai abusato. L'annosa guerra esseri umani contro zombie, iniziata decenni or sono accompagna ancora i nostri incubi con prodotti letterari, cinematografici, televisivi e chi più ne ha più ne metta. Ne è passata di acqua sotto i ponti dagli zombie lenti e impacciati del primo film di George A. Romero nel lontano 1968 alla recente serie The Walking Dead che, giusto quest'anno ha iniziato il suo capitolo conclusivo dopo ben 11 stagioni. Storie sempre più articolate, complesse che hanno seguito la crescente parabola evolutiva che, paradossalmente, ha visto umani sempre più spaventati e zombie sempre più intelligenti.


Non fanno eccezioni le produzioni videoludiche, davvero tante per citarle tutte ma che ci hanno offerto zombie "quasi carini" come in Plants vs Zombies, alternati a quelli lenti e impacciati di Ghosts 'n' Goblins (soprattutto nella bella e recente versione Resurrection) fino ai terribili notturni di Dying Light. Zombie evoluti quindi, talmente tanto da non poter essere più chiamati semplicemente "morti viventi" e in grado di impegnarci partita dopo partita in gameplay sempre più complicati ed elaborati. Non fa eccezione il vecchio Left 4 Dead uscito nell'ormai lontano 2008 e seguito dal secondo capitolo un anno dopo. Il riferimento, naturalmente, non è casuale dal momento che Back 4 Blood si propone quasi come il sequel naturale proprio di Left 4 Dead al punto che, chi ricorda il gioco di Valve, non potrà non riscontrare diverse analogie tra i due per quanto riguarda comparto narrativo, gameplay e tutto il resto. I tredici anni trascorsi però si sentono tutti e, anche se non ci lanceremo in scontati paragoni tra i due giochi, possiamo garantirvi che Back 4 Blood è una vera e propria evoluzione con tutti i crismi del già ottimo Left 4 Dead: un motivo più che ottimo per dedicargli il nostro tempo.

IL SOLITO SCENARIO POST-APOCALITTICO

Non c'è guerra contro gli zombie che, soprattutto in tempi recenti, non parta da una devastazione di caratura planetaria, dove proprio gli zombie hanno avuto la meglio sulla maggior parte della razza umana e dove uno sparuto gruppo di persone non si lanci anima e corpo nell'improbabile impresa di ribaltare le sorti del conflitto. Non fa eccezione il comparto narrativo di Back 4 Blood che ci parla di un parassita chiamato Verme del Diavolo in grado di infettare quasi tutti: il quasi è d'obbligo dal momento che gli eroi del caso sono stranamente e straordinariamente immuni all'infezione e non potrebbe essere altrimenti per la prosecuzione della storia. In questo caso gli eroi si chiamano Sterminatori e sono tutti riuniti in una squadra formata da 8 persone tutte diverse tra loro non solo (ovviamente) dal punto di vista fisico ma soprattutto dal punto di vista di abilità, punti di forza e di debolezza.


Diciamo fin da subito che Back 4 Blood è uno sparatutto cooperativo prevalentemente online: sarà necessaria l'abilità e la cooperazione dei 4 personaggi lanciati in ogni missione per venire a capo di ogni difficoltà. Non saremo mai in solitaria, ma godremo dell'accompagnamento di altri 3 amici guidati da giocatori disseminati per il globo oppure sottoforma di bot gestiti dalla IA (intelligenza artificiale). In realtà il gioco di Turtle Rock Studios aggiunge diversi ingredienti nel calderone: oltre alla fase shooter c'è la componente esplorativa alla ricerca di item, armi e munizioni e soprattutto la componente che riguarda crescita e potenziamento degli otto eroi per non parlare del sistema di card che permette di influenzare le sorti di ogni missione con ulteriori potenziamenti da mettere in campo, in maniera diversa, partita dopo partita. Tutto ruota attorno a un hub centrale chiamato proprio Fort Hope che, tra una missione e l'altra, ci permette di potenziare il nostro equipaggiamento/arsenale ritoccando le armi, scegliendo le giuste carte o utilizzando i punti rifornimenti da raccogliere una volta completate determinate missioni.

CHE L'AZIONE COMINCI!

Una volta lanciato il gioco e scelto di giocare la campagna, il sistema ci chiederà di scegliere tra uno dei tre livelli di difficoltà: recluta, veterano o incubo illustrandoci le differenze tra le tre opzioni. Se in modalità recluta non dovremo preoccuparci del fuoco amico salendo nella curva di difficoltà le cose si faranno sempre più difficili ma un livello più arduo non si limiterà ad aggiungere zombie più cattivi sulla scena o ad aumentare ad esempio i danni subiti: verrà ritoccata la struttura propria delle missioni compreso il sistema di gestione di card e potenziamenti e altro che preferiamo non dettagliarvi. Tutto questo a giusto appannaggio della rigiocabilità della campagna che tra la modalità recluta, quella veterano o quella incubo è in grado di offrirci tre esperienze di gioco completamente diverse. Sarà poi il momento di scegliere quale personaggio impersonare tra i quattro su otto disponibili subito (e gli altri da sbloccare in seguito).


La scelta non è squisitamente stilistica dal momento che ogni protagonista, ottimamente caratterizzato, è diverso dal suo compagno praticamente in tutto, ma soprattutto sarà diverso il suo apporto alla squadra. A seconda dello stile di gioco e del livello da affrontare un personaggio finirà per rivelarsi più adatto di un altro. Evangelo ad esempio è un gran chiacchierone, in grado di liberarsi dalle prese degli zombie a di aumentare la velocità di movimento dell'intera squadra. Walker invece è il classico eroe forte e taciturno capace di una buona manualità con le armi da fuoco e di aumentare il livello di salute dell'intero gruppo. Poi c'è Holly con la sua mazza da baseball, utile per aumentare la resistenza di tutta la squadra, mentre è utile per rianimare i membri del gruppo almeno una volta a livello e aggiunge una vita extra per tutta la combriccola. Una volta completato il primo atto (composto a sua volta da 4 sotto-capitoli) si sbloccheranno anche gli altri quattro, anche loro caratterizzati di tutto punto. Oltre all'immancabile "curatore" (in senso medico) seriale Doc, potremo contare sullo slot aggiuntivo di Hoffman sull'ottima mira di Jim o sulla velocità di Karlee. Ognuno di loro quindi aggiunge qualcosa alla squadra in campo così come ognuno, al netto di card e potenziamenti, può portare con se due armi, una primaria e una secondaria, e tre tipi di oggetti tipo kit di soccorso, bombe e altri aggeggi utili.

SEMPRE MEGLIO IN COMPAGNIA

L'intera campagna è articolata in 4 atti (che poi in realtà sarebbero tre più l'ultimo che è una lunga boss fight suddivisa in tre livelli) a loro volta frammentati in un numero variabile di capitoli. All'inizio potremo decidere se cimentarci in una partita veloce oppure lanciarci nella modalità campagna da affrontare in solitaria, e quindi accompagnati da altri tre personaggi guidati da bot, lanciare una partita privata, invitando a unirsi a noi i nostri amici oppure affidarci al più puro matchmaking cercando compagnia nei quattro angoli del globo. In realtà le missioni vanno affrontate sempre in quattro e se non ci sono altri umani disponibili oppure qualcuno si disconnette, sarà l'IA a prenderne il posto in modo che i giochi possano continuare. Effettivamente una differenza sostanziale c'è: Back 4 Blood punta molto sul gioco online, a tal punto che la campagna in singolo non ci permetterà di acquisire ricompense. Questa scelta degli sviluppatori non ha sicuramente il nostro consenso dal momento che ci si può trovare a giocare anche da soli, non necessariamente per scelta nostra ma perché gli altri partner decidono di abbandonare il gioco nel mezzo di una missione oppure perché non riusciamo a trovare nessuno in rete pronto a giocare con noi.


Chiaramente il metodo più sicuro consiste nell'affidarsi ad amici sicuri e consolidati ma non è detto che tutti i giocatori si trovino nella possibilità di farlo. Completare un livello permette di sbloccare un checkpoint (sempre una camera sicura dagli attacchi zombie) utile per poter ricominciare da quel punto la prossima partita. Come se non bastasse i personaggi guidati dai bot possono aiutarci nel livello più semplice, ma risultare insufficienti quando la curva di difficoltà si sposta verso l'alto: nei livelli avanzati spesso una buona strategia d'azione, meglio se coordinata si rivela l'unica soluzione possibile. Comunque la scelta di rendere il gioco gratuito sul Xbox Game Pass e l'abilitazione del cross-play ci permette di giocare con utenti di piattaforme anche diverse dovrebbero popolare l'universo di Back 4 Blood di talmente tanti utenti da scongiurare il pericolo di trovarsi da soli durante una sessione di gioco.

LA MODALITÀ SCIAME

Oltre alla già citata campagna, un'altra modalità di gioco offerta dal menu è Sciame. In questa opzione che richiama fortemente quella già vista in Left 4 Dead 2 ci sono due fazioni: sterminatori e infestati. Il tutto si riduce a una gara di sopravvivenza che mira a decretare vincitore chi dei due riesce a prevalere sull'altro in due squadre da 4 giocatori ciascuna. Mentre gli umani possono contare sulle carte e sui potenziamenti disseminati per l'arena, gli zombie potranno puntare sui punti mutazione da spendere per creare mostri sempre più potenti e temibili. Inoltre mentre gli umani sono più equipaggiati, gli zombie possono rientrare dopo la morte. In realtà è la modalità che convince di meno, sia per lo sbilanciamento dal punto di vista dell'evoluzione e dell'equipaggiamento tra zombie e umani sia per il sistema di premi che aggiunge veramente poco allo sviluppo nei personaggi della storia e finisce con il far perdere importanza all'intera modalità.