Recensione X-Box 360
Titolo del gioco:
Kingdom Under Fire: Circle of Doom
Anno di uscita:
2008
Genere:
Strategico in Tempo Reale RPG Action
Sviluppatore:
Blueside
Produttore:
Phantagram
Distributore:
Leader
Multiplayer:
no
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Sito web:
Requisiti minimi:
X-Box 360 (ma dai? NdBoZ)
  •  chi di spada ferisce di spada perisce....
  •  non c'è che dire l'ambiente è molto caldo..
  •  la situazione non è delle più rosee..
  •  e chi è costui?!
  •  la fuga rimane sempre una buona possibilità...
  •  riusciremo con la potenza della nostra spada a sterminare questi bruti?
  •  notare gli effetti di luce please..
  •  come possiamo vedere le textures sono di buon livello
Redattore:  Emiliano 'lollo79' Ragoni                        Pubblicato il:  10/07/2008
L'RTS-RPG di Phantagram sbarca per la prima volta su XBox 360 con delle novità che rivoluzionano completamente la serie...
Rimane difficile credere che un videogiocatore appassionato di RPG-Action non abbia mai sentito nominare almeno una volta questo titolo, che ha segnato la storia del genere. Kingdom Under Fire: Circle of Doom strizza l’occhio a Diablo, ed è a tutti gli effetti uno slash’em up frenetico, con numerosi elementi RPG come l’assegnazione personalizzata dei punti esperienza e delle abilità/arti magiche e la gestione dell’equipaggiamento.

IN PRINCIPIO...
Una volta giunti nel menù del gioco, come ogni RPG che si rispetti, sarà possibile scegliere un personaggio tra i sei disponibili, ognuno con diverse caratteristiche. Effettuata la scelta del personaggio e assistito all’introduzione saremo subito catapultati sul campo di battaglia, e dopo qualche minuto di gioco ecco venir fuori tutte le magagne del gameplay. Cerchiamo di capire attentamente quali sono...

GAMEPLAY: POLVERE DI RPG
Trattandosi di un titolo per console, e quindi destinato ad un pubblico abbastanza eterogeneo, l’approccio è molto user-friendly e l’aspetto strategico che aveva contraddistinto il prequel (The Crusaders) è stato opportunamente “castrato”. La trama non è mai stata un punto forte della serie, ma mentre nei capitoli precedenti c’era comunque una certa logica, una lieve narrativa e un approfondimento sui personaggi, in questo caso si assiste ad una totale assenza di struttura narrativa: durante i livelli ci troveremo infatti a prendere a mazzate qualsiasi cosa si muove senza capire bene il perché.
Purtroppo quello che a prima vista poteva sembrare un lodevole tentativo di evolvere la serie verso nuove ed inesplorate frontiere a conti fatti si rivela un mezzo fallimento. Il gameplay del titolo dei Phantagram è di esiguo spessore, e l’azione di gioco molto monotona. A primo impatto ci era sembrato che gli elementi per avere un buon prodotto ci fossero proprio tutti. La scelta di offrire sei personaggi diversi tra loro ognuno caratterizzato da proprie abilità, stili di lotta e un'esclusiva storia personale è decisamente positiva; peccato però che alla fine le differenze di narrazione si limitino a semplicistiche scene di dialogo statiche, doppiate per giunta in modo osceno e con trame ermetiche che non contribuiscono di certo ad aumentare la voglia di rigiocare il titolo.

Fortunatamente a sostegno di un gameplay quanto mai statico ci pensa la modalità co-op, che permette di affrontare l’intera avventura con un compagno e di potersi scambiare l’oggettistica e l’equipaggiamento raccolto dai cadaveri nemici.
La divertente modalità co-op è il canto del cigno del titolo dei Phantagram; tolta questa modalità Kingdom Under Fire: Circle of Doom ha ben poco da offrire al videogiocatore, e l’azione di gioco si riduce sostanzialmente a una pressione forsennata dei tasti X e A (le due tipologie di attacco di base) in mezzo ad una mandria di nemici cerebrolesi che vi rotoleranno addosso ad intervalli puntuali fino al raggiungimento del prossimo checkpoint, e così via. Oltre agli attacchi base ogni personaggio dispone anche delle immancabili magie, ma anche in questo caso il lavoro dei programmatori fa acqua da tutte le parti, perché queste abilità speciali sono bilanciate molto male e il tempo di ricarica dopo il loro utilizzo è eccessivamente lungo, al punto da renderne effettivamente superfluo l'utilizzo.

Le magie si possono apprendere attraverso un sistema a sfide: scelto un determinato personaggio ci verrà detto quello che dobbiamo fare per guadagnare la nuova tecnica. Il tutto però si riduce sempre all’uccisione di un certo numero di “sgherri” di una determinata specie e nulla più. Kingdom Under Fire, oltre alla sopracitata evoluzione del personaggio, presenta anche altri aspetti tipici del gioco di ruolo, come ad esempio la gestione dell’equipaggiamento: quattro slot destinati ad armatura ed accessori più altri due per le armi. Ad ogni oggetto è associato un determinato miglioramento in termini di PA (punti abilità) o PS (punti salute); ad essi si aggiungono alcune caratteristiche secondarie come veleno, paralisi e via dicendo. Anche questo elemento, molto importante in tutti gli rpg, è lacunoso, sia per la similitudine degli oggetti che per la limitata capienza dell’inventario che ci costringerà a disfarci degli oggetti che non servono.

Ogniqualvolta avanzeremo di livello ci verrà consegnato un certo quantitativo di punti esperienza da spendere per aumentare i PS, i PA o la fortuna, che incide nella qualità degli oggetti lasciati dai nemici sconfitti e nell’esito della sintesi delle armi. Una volta raggiunti i check point di metà livello poi ci viene data la possibilità di rivendere i tesori recuperati alle varie divinità per raccogliere denaro, o sintetizzarli per fondere le loro proprietà con altre armi o corazze. Fino ad ora i difetti elencati di KUF sono di grave entità, ma le cose peggiorano ulteriormente se si prende in esame il level-design, da sempre colonna portante del gameplay di un RPG. I livelli si limitano a una strada priva di alternative: durante il nostro percorso le uniche soste che faremo saranno per sterminare i nemici-celebrolesi; l’esplorazione e i labirintici Dungeon di Diablo sono solo un pallido ricordo.

Per dare una scossa al gameplay, i programmatori hanno inserito una sorta di mondo parallelo dei sogni accessibile dormendo in corrispondenza degli idoli: in questo mondo potremo incontrare diversi personaggi con cui dialogare che ci sveleranno alcuni retroscena della storia. I dialoghi sono quanto di peggio abbiamo avuto modo di vedere in un gioco di ruolo, spesso sconclusionati e privi di senso. Per quanto riguarda la longevità ci attestiamo intorno alle 40 ore di gioco, quindi su valori molto buoni, e se ci aggiungiamo anche la possibilità di finirlo con tutti i personaggi direi che il giudizio complessivo è più che buono.

DULCIS IN FUNDO...
L'aspetto audio/video è l'elemento che spicca maggiormente nella realizzazione di Kingdom Under Fire: Circle of Doom. Molto buona la scelta della palette dei colori così come la realizzazione poligonale dei personaggi; gli effetti di luce e gli effetti speciali delle magie sono entrambi di buona fattura. Quello che invece ci ha lasciati perplessi è il frame-rate altalenante, anche nelle aree meno affollate. Mentre le musiche di sottofondo si amalgamano bene con l’azione di gioco senza essere mai invasive, il doppiaggio in italiano è invece un vero pianto greco, completamente fuori sincrono e con una scelta della voci quanto mai discutibile.
Inutilie girarci attorno: questo Kingdom Under Fire: Circle of Doom raggiunge una stiracchiata sufficienza; sono troppe infatti le lacune che lo contraddistinguono per esprimere un giudizio migliore. Ed è un peccato perché gli strumenti per fare meglio c’erano tutti, a cominciare dalle novità introdotte, ma se guardiamo il gioco con un occhio obiettivo notiamo che si tratta di semplicissimo slash’em up privo di un benché minimo spessore, e con numerosi bug al gameplay. Per essere un titolo di ultima generazione ci saremmo aspettati almeno una gestione migliore del personaggio e un level design più complesso. L’unica cosa che ravviva le sorti di questo KUF è la divertente modalità in co-op, che ci permette di bypassare la monotonia del single player divertendoci con un amico.
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