Recensione PlayStation 4
Titolo del gioco:
Elex
Anno di uscita:
2017
Genere:
Action RPG / Free-Roaming
Sviluppatore:
Piranha Bytes
Produttore:
THQ Nordic
Distributore:
Koch Media
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo, no audio
Sito web:
Requisiti minimi:
Console PlayStation 4 - una connessione a banda larga - un account PlayStation Network - 30 GB di spazio libero su hard disk - Prezzo: €59,99 (versione scatolata e digitale)
  • Non sottovalutate questi mostriciattoli
  • Palizzate in legno, container abbandonati e robot da combattimento
  • Esploriamo l'esterno di una struttura col Jet Pack
  •  Ogni fazione ha le sue armi e la sua filosofia
  •  I Berserker vivono a contatto con la natura rinata
  •  Un avversario da cui è meglio tenersi alla larga
  •  Il ciclo giorno-notte è l'elemento più interessante del motore grafico
  •  Scorci di paesaggio
  •  Armatura antica, ma arma futuristica
  •  Artwork
  •  Il Jet-Pack è decisamente la feature più interessante del gioco
Redattore:  Tommaso 'Tatsumaki' Alisonno                        Pubblicato il:  28/10/2017
Dagli autori di Gothic un nuovo open world che unisce elementi di Fantasy, Cyberpunk, Fantascienza e Wastelands post-apocalittiche. Molto fumo o c'e' anche arrosto...
TUTTO INIZIA CON UN METEORITE

Il pianeta Magalan era un tempo un mondo ricco e fertile popolato da una civiltà fiorente e tecnologicamente avanzata, piuttosto simile a quella terrestre odierna; poi un brutto giorno un asteroide colpì la superficie, causando cataclismi e decimando flora e fauna. Cosa ancor più grave, il macigno caduto dallo spazio si rivelò ricco di una strana sostanza dai molteplici effetti: l’Elex che, in breve tempo, corruppe le creature che ne entrarono in contatto, compresi gli umani, trasformandole in mostri e mutanti.

In questo scenario post-apocalittico la razza umana sfruttò la sua intelligenza per adattarsi, ma come troppo spesso la storia ci insegna filosofie e ideali ebbero la meglio sul comune desiderio di sopravvivenza dando così vita a quattro distinte fazioni. Ai margini dei deserti radioattivi vivono ora i Fuorilegge, nichilisti in cerca di totale libertà che utilizzano ancora armi ed equipaggiamento del vecchio mondo e assumono l’Elex dopo averlo sintetizzato come droga. All’estremo opposto dello spettro filosofico stanno i Chierici, uomini che hanno consacrato la loro vita a un Dio-Macchina e alla sua gerarchizzata società ricevendo in dono tecnologie futuristiche alimentate tramite l’Elex. In mezzo stanno i Berserker, sopravvissuti che hanno scoperto come imbrigliare la forza dell’Elex per far rifiorire una natura lussureggiante ricevendo in cambio il Mana con cui utilizzare magie d’attacco e difesa tali da poter rendere le loro armi antiche – spade, asce ed archi – così potenti da poter rivaleggiare con le tecnologie dei Chierici. Al di sopra di tutti stanno le Albe: asceti che tramite la meditazione e la cancellazione delle emozioni sono riusciti ad assumere l’Elex puro senza subire mutazioni, ottenendo così poteri incredibili e tecnologie pari se non superiori a quelle dei Chierici e una gerarchia ancora più rigida, dipendente dal misterioso Ibrido che tutto vuole unire sotto la propria egida.

Il protagonista della nostra storia è Jax, un’Alba. O per lo meno Jax era un’Alba all’inizio della vicenda, prima che il suo veicolo venisse abbattuto causando il fallimento della sua missione e l’immediata esecuzione da parte di suo fratello Kallax, “casualmente” trovatosi vicino al luogo dell’impatto. Ma Jax riesce a sopravvivere, sebbene privato delle sue armi, del suo equipaggiamento e, dopo alcuni giorni di coma, dell’Elex presente nel suo organismo. Solo, inerme e senza poteri in un territorio ostile, Jax dovrà costruire da zero la sua vita nella Magalan post-apocalittica.

GOTHIC, RISEN E…

Dire Piranha Bytes è dire Gothic, ma è anche dire Risen. Questo dovrebbe bastare per trasmettere ai più stagionati l’idea di una software house dalle grandi idee e dal grande coraggio ma i cui risultati non sono sempre stati all’altezza delle aspettative ed anzi sono andati a calare col tempo. Elex, dando il via a un nuovo Brand, è stato forse pensato come una sorta di “carta del riscatto”, un colpo di spugna sul passato al fine di esplorare nuove strade; peccato, purtroppo, che alla prova su strada le cose non siano andate proprio così ed anzi sembra che i ragazzi del team facciano fatica a star dietro alla nuove tecnologie e filosofie di gameplay. Ma andiamo con ordine.

Cominciamo col dire che, al pari delle saghe precedenti, Elex è un RPG Free Roaming: una volta superate le primissime fasi di tutorial, infatti, saremo liberi di condurre Jax dove più ci aggraderà, attraversando a nostro rischio e pericolo foreste, ruderi dell’antica civiltà, deserti, nuovi insediamenti iper-tecnologici, tundre, zone vulcaniche e quant’altro. “A nostro rischio e pericolo” è però il leit-motive, perché definire il mondo di Magalan come “insidioso” è eufemistico quanto apostrofare “ciccino” un lottatore di Sumo: se si fa eccezione per alcuni dei nemici più deboli, i quali dovranno comunque essere presi con la dovuta cautela, praticamente qualsiasi mostriciattolo che potreste incontrare già nel primo bosco è in grado di spappolarvi senza troppe cerimonie.

“Che problema c’è?” vi sento già dire “Un po’ di difficoltà in più non può certo essere un male: se davvero i nemici sono così forti, diventa forte anche tu o cerca di evitarli”. Bene: parafrasando un personaggio da cabaret anni ’90, la seconda che avete detto. Il gioco ha infatti la caratteristica di offrire una curva dei progressi veramente molto molto bassa rispetto ai pericoli, anche immediati, che aspettano il buon Jax. Per darvi un’idea, il protagonista partirà con un valore base di 10 in ciascuna delle sue 5 caratteristiche e guadagnerà altri 10 punti da distribuire ad ogni passaggio di livello: quanti punti pensate che vi occorrano per utilizzare la più semplice delle spade? Ve lo diciamo noi: 17 in Forza e 17 in Destrezza. Questo vuol dire che se Jax vuole brandirne una al più presto dovrà investire i primi 2 passaggi di livello in queste caratteristiche e trovare i soldi (mica pochi) necessari per acquistarla, ovviamente. Per scudi ed armature vale un discorso similare, salvo che entra in campo la Costituzione. Fino ad allora, buona fortuna con in mano il vostro bel tubo piegato o al massimo un’accetta arrugginita…


Ad ogni passaggio di livello il nostro eroe guadagnerà anche dei punti-abilità con cui sbloccare speciali Skill, come ad esempio la capacità di scassinare serrature meccaniche od elettroniche, aumentare i danni in combattimento, praticare la magia, corrompere o sedurre i personaggi con cui parla o svariate altre. Anche per queste Skill, però, il semplice possesso di punti-abilità non sarà sufficiente: per poterle acquisire sarà necessario possedere i requisiti in termini di attributi, trovare un maestro e pagarlo (mica poco).

Appare dunque evidente che per progredire sarà necessaria non solo l’esperienza ma anche la vil pecunia (guarda caso composta da frammenti di Elex chiamati Elexit): potrete ottenerla trovandola in giro, soprattutto nei cadaveri, o vendendo parti estratte dai nemici che riuscirete ad uccidere, ma indubbiamente la fonte più proficua sarà costituita dai premi per le missioni svolte. In questo campo Elex dimostra tutta la bravura dei Piranha Bytes, presentando un intreccio di missioni decisamente accattivante, con svariate possibilità di risoluzione e più personaggi, se non proprio fazioni, interessate ai medesimi argomenti. Starà dunque a voi decidere chi favorire e chi osteggiare, lasciandovi guidare dalla sete di profitto, dalla fedeltà a una causa o dalla moralità.

Peccato che a volte le scelte siano limitate dai suddetti “picchetti” legati alla progressione e alla difficoltà intrinseca: addentrarsi nelle terre selvagge per raggiungere determinate locazioni-chiave potrebbe rivelarsi assai più semplice a dirsi che a farsi: una volta raggiunti certi individui varrà a poco la possibilità di minacciarli se poi Jax non sarà in grado di sconfiggerli e certe vie diplomatiche potrebbero essere precluse dalla mancanza di skill. E non è bello inseguire qualcuno per mezza mappa solo per poi essere obbligati a scegliere l’unica riga di dialogo possibile tra tre o quattro proposte.

CIO’ CHE PROPRIO NON VA

Ma ciò che proprio è castrante in Elex è il sistema di combattimento e controllo. Ok la difficoltà, ok la necessità di scegliere le vie più sicure, ok anche il fatto che certe missioni magari si potrebbero posticipare in favore di altre più semplici e immediate, ma presto o tardi le mani van menate, e qui il gioco si fa proprio deficitario. Avrete a disposizione due tasti d’attacco – normale e “speciale”, quest’ultimo dipendente dalle armi equipaggiate – uno di parata e uno di schivata; tutte queste azioni consumeranno la vostra barra della stamina, e quando questa sarà esaurita non potrete eseguirne di altre (porsi in posizione di parata in sé e per sé non consuma stamina, ma ne riduce il recupero e comunque l’impatto di un attacco la consumerà).

Fin qui tutto normale, “dotazione standard” di qualsiasi RPG dal taglio Action. Ciò che è terribilmente deficitario, si diceva, è la risposta dei comandi agli input: Jax è goffo, impacciato, i comandi vengono “messi in coda” e a volte eseguiti anche mezzo secondo o più dopo averli premuti, la schivata con capriola è molto poco controllabile, la parata orientata verso l’unico nemico su cui l’autolock si degna di rivolgere lo sguardo. Quando poi anche un semplice Marcinghiale è in grado di levarci con una zampata l’80% della vita, si capisce quando si senta la mancanza di un sistema più performante .

D’altro canto è pur vero che l’intelligenza artificiale non brilla di luce propria: i nemici si limitano ad attaccarci frontalmente, ed anzi ogni tanto tendono a “dimenticarsi” di noi e a porgere il fianco. D’altro canto, l’handicap si estende anche al nostro eventuale gregario il quale a volte sembrerà quasi dimenticarsi che il suo scopo primario sia quello di combattere insieme a Jax. Soprattutto negli scontri “di missione”, quelli ossia contro personaggi con cui avete appena finito di parlare, il gregario rimane inerte, quasi non fossero affari suoi.

Rimane il fatto che contro molti nemici l’unica politica praticabile rimanga quella della fuga. Forse anche per questo motivo, gli sviluppatori hanno deciso di fornire Jax di un piccolo jet-pack: l’attrezzo è troppo debole per permettergli il volo libero, ma è utilissimo per raggiungere posti elevati, superare balzi importanti o, in ultima analisi, planare dolcemente anche da altezze considerevoli; il jet-pack è probabilmente l’introduzione più efficiente di Elex. Ciliegina sulla torta, il loot non è sempre congruo al nemico: pensate di poter prendere la spada e l’armatura del tizio che avete appena abbattuto? Ricredetevi

TECNICAMENTE PARLANDO

Per sviluppare Elex, i ragazzi di Piranha Bytes si sono avvalsi ancora una volta del motore Genome, sviluppato per Gothic III e poi successivamente evolutosi attraverso Risen fino a quest’ultima incarnazione. Non possiamo però nascondere il fatto che detto motore sia ormai decisamente datato sin dalle fondamenta, e se da un lato è pur vero che riesce ancora a fornire una gestione suggestiva delle fonti di luce tale da rendere molto curato il ciclo giorno/notte, dall’altro non è più in grado di offrire modelli e textures al passo coi tempi. Se a questo si aggiunge che il motore non ha mai brillato – e ancora non brilla – per la qualità delle animazioni si ottiene un quadro generale decisamente insoddisfacente.

Al di là dei limiti dell’engine, gli sviluppatori hanno peccato anche nella cura di certi dettagli: quando il gioco attiva cinematiche e dialoghi capita troppo spesso che si palesino inquadrature infelici o altre incongruenze. Per fare un esempio, in una scena abbiamo raggiunto un individuo di cui eravamo alla caccia e la cinematica ci ha mostrato Jax afferrarlo per una spalla, inchiodarlo al muro e puntargli la lama di una spada alla gola; tutto molto bello, non foss’altro per un piccolo particolare: non avevamo nessuna spada con noi…

Certamente più positivo il giudizio sul comparto audio: il gioco sfrutta piacevolmente il sonoro ambientale e le musiche, le quali sono abbastanza gradevoli sebbene tenute volutamente a un livello di “sottofondo”. I dialoghi sono interamente doppiati in lingua Inglese, ma i sottotitoli in Italiano permettono di comprendere tutti i passaggi dell’intricata ambientazione.

LE CONCLUSIONI

Elex parte da una serie di spunti estremamente interessanti e il team Piranha Bytes è indubbiamente maestro nella realizzazione di ambientazioni vive e pulsanti, ricche di fazioni, di interessi intrecciati, di intrighi e retroscena. Il mondo di Magalan è vario e anche abbastanza vasto, con non poche locazioni che valga sicuramente la pena raggiungere nonostante il pericolo intrinseco. È veramente un peccato che tutto questo contesto non sia supportato da un comparto tecnico più valido e soprattutto da un gameplay più fruibile e meglio bilanciato.

In conclusione, Elex è un gioco difficile da apprezzare. Se nelle vostre vene scorre il sangue di Gothic e avete sempre trovato “nelle vostre corde” le produzioni del team di sviluppo, allora Elex non vi deluderà. In caso contrario potrebbe risultarvi parecchio indigesto…

Modus operandi: abbiamo esplorato il controverso mondo di Megalan creato da Piranha Bytes attraverso un codice datoci da Koch Media Italia.

Elex è un gioco che promette tantissimo e che in effetti mantiene fintanto che si parla di ambientazione e trama. Purtroppo ciò in cui deficita, a monte di un aspetto tecnico datato, è una giocabilità da rivedere, con un sistema di controllo farraginoso e una curva della progressione sbilanciata rispetto alla difficoltà intrinseca del gioco. Un prodotto da rivedere…
PRIMO IMPATTO
GRAFICA
SONORO
GIOCABILITA'
LONGEVITA'
GLOBALE