Redattore: Alessandro 'Caporale Jonlan' Grussu Pubblicato il: 30/07/2010 | | | Malasanità all'inglese: benvenuti a St. Crippens, l'ospedale dal quale uscire vivi è un'impresa. | | A causa di un leggero incidente, siamo stati portati in uno strano luogo... Con orrore ricordiamo che si tratta di St. Crippens, il peggior ospedale del mondo! Le nefandezze che si consumano tra queste mura ci sono ben note, dal momento che una volta avevamo trovato lavoro qui come portiere, per poi subito dimetterci in quanto ci era insopportabile l'idea di lavorare in un ospedale da cui i pazienti escono più spesso da morti che da vivi e dove si perpetrano allucinanti esperimenti.
GAMEPLAY. Adesso l'incubo peggiore si è realizzato: siamo stati ricoverati nella corsia 11, privati dei nostri abiti e forzatamente vestiti con un pigiama imposto a tutti i degenti. Per fuggire dovremo passare attraverso le guardie indossando dei capi di vestiario borghesi, per non dare nell'occhio. Fortunatamente, alcuni tra i pazienti ne sono in possesso, ma non sono disposti a consegnarceli senza ottenere qualcosa in cambio. Così, per esempio, allo scopo di farci dare una camicia dovremo barattarla con un repellente antizanzare, mentre la giacca entrerà in nostro possesso dietro presentazione di una bottiglia di whisky. Va da sé che sta a noi scoprire quali degli altri sventurati possono aiutarci, passando accanto ai letti posti nei vari reparti.
Gli oggetti non sono, infatti, immediatamente disponibili: dovremo darci da fare per scovarli nei meandri di questa istituzione (mala)sanitaria, comprendente venticinque stanze piene di ammalati, infermiere, medici e altre strane presenze. Tra l'altro, St. Crippens comprende parti come una corsia di isolamento - dove dobbiamo assolutamente evitare di toccare i degenti -, un obitorio, una sala TV e un laboratorio di ingegneria genetica. I pazienti che possono darci una mano ce lo faranno sapere tramite un messaggio che comparirà nella parte inferiore dello schermo quando passeremo accanto a loro. Similmente un avviso ci informerà quando troveremo un oggetto utile.
 I pericoli a St. Crippens non mancano; oltre al contatto con tutto ciò che si muove e alcune cose che stanno ferme - camminare sopra una "padella" da letto è un ottimo modo per finire col sedere per terra -, bisogna anche evitare di passare davanti al bersaglio delle freccette col quale si diverte il personale del nosocomio, o davanti alla televisione, altrimenti i pazienti intenti a guardarla diventeranno furiosi con noi e ci colpiranno. Ognuno di questi piccoli incidenti ferma l'azione per un breve periodo di tempo, venendo sottolineato da un segnale acustico e, in alcuni casi, da un messaggio esplicativo e/o un'animazione particolare. All'inizio, mercé il piccolo guaio che ci ha fatti arrivare a St. Crippens, la nostra percentuale di danno è del 10%. Ogni nostra disavventura ci infligge un ulteriore 5%. Arrivati al 40% di danni, cominciamo a zoppicare, mentre dal 70% in poi ci vengono aggiunte due grucce per aiutarci negli spostamenti. È facile comprendere come tali condizioni rendano ancor più difficile evitare i nostri nemici che si aggirano su e giù per le sale di questo diabolico ricovero.
ASPETTI TECNICI. Graficamente il gioco è minimale e stilizzato, i personaggi sono poco più che degli "stick men" (e "women"...), e le ambientazioni tendono a ripetersi, anche se, a onor del vero, in un ospedale medio è molto difficile trovare una gran varietà di paesaggi! Peraltro, non mancano alcune gag visive adeguate al contesto, come una enorme massa amorfa con gli occhi piazzata in cucina, in compagnia di una più piccola che vi si aggira, i ventilatori sparsi ovunque nella corsia delle malattie tropicali, le bestiacce mutanti nel laboratorio o un paziente caduto dalla lettiga all'accettazione.
 L'azione di gioco ricorda in gran parte una variazione sul tema del vecchio, classico e intramontabile Pacman; l'impressione è rafforzata dal fatto che il nostro alter ego digitale continua a muoversi nella propria direzione anche dopo che abbiamo cessato di premere il corrispondente tasto o mosso il joystick, fermandosi solamente di fronte a un ostacolo fisso o mobile. Si tratta di un sistema di controllo non immediatamente facile da padroneggiare e che richiede un certo tempo di rodaggio - ossia un certo numero di tentativi iniziali in cui verremo rapidamente ridotti a mal partito. Il sonoro non presenta musiche ma un certo numero di effetti che si attivano in determinate circostanze, alcune delle quali già citate, nonché il "tap-tap" dei nostri passi. Tutto sommato, dal punto di vista tecnico non siamo certo di fronte a un titolo che fa gridare al miracolo (nemmeno per gli standard del 1985!), ma nemmeno lascia molto a desiderare. |
|
|
|
|