Recensione PC
Titolo del gioco:
The Bard's Tale
Anno di uscita:
1987
Genere:
Gioco di Ruolo
Sviluppatore:
Michael Cranford
Produttore:
Interplay
Distributore:
Electronic Arts
Multiplayer:
No
Localizzazione:
No
Sito web:
Requisiti minimi:
PC compatibile IBM 8086 con floppy disk 5 1/4 e DOS boot disk
  • Un combattimento che non sta andando per niente bene...
  • Appena entrati a Skara Brae
  • Vediamo cos'ha da venderci il nostro armaiolo preferito (e unico...)
  • Davvero inquietanti questi scheletri!
  • Il lato migliore di un combattimento...
  • Nelle cantine sotto Skara Brae, ovvero il vostro primo dungeon
  • Un combattimento decisamente interessante (cioè pericoloso)
  • Il lato peggiore di un combattimento...
Redattore:  Stefano 'Tyrant' Peracchi                        Pubblicato il:  25/09/2008
The Bard's Tale è probabilmente il gioco di ruolo che più ha reso popolare questo genere tra i videogiocatori dell'epoca... tentiamo di capire insieme il perchè!
Premessa: sto parlando ovviamente del Bard's Tale originale, quello del 1987, non della riedizione di pochi anni fa (alla quale non ho ancora avuto il piacere di giocare - sperando che non sia una ciofeca come la riedizione di Pool of Radiance).
E' difficile capire cosa abbia reso The Bard's Tale così popolare... forse il fatto che la realizzazione grafica in 3D facesse impazzire i giocatori di ruolo "casuali" (peccato per la finestrella di gioco davvero piccola), o il fatto che non ci fossero conversazioni da fare o tanti appunti da prendere (si sa, al purista degli RPG questi elementi ovviamente piacciono molto, ma agli altri purtroppo no); oppure la grafica colorata, i tantissimi incantesimi, il combattimento molto semplice (fin troppo), i mostri bizzarri...
Ponendomi queste domande interrogo anche me stesso, perchè anche a me questo gioco è decisamente piaciuto (molto più dei suoi due seguiti, Bard's Tale II - Destiny Knight e Bard's Tale III - Thief of Fate); e la risposta non è facile da dare, considerando comunque che a me piacciono tutti i tipi di RPG (fantasy). Ammetto che io l'ho giocato per una buona parte usando un hint book che mi era stato regalato da un mio amico all'epoca, quindi potrei non essere obiettivo nel giudicare; ma tutto sommato, avendolo
terminato due volte, dopo averlo esplorato e spremuto a fondo, direi che una buona idea me la sono fatta.

L'impatto con il gioco

Innanzitutto si nota subito come la creazione dei personaggi sia una procedura piuttosto immediata: poche caratteristiche principali, poche razze e poche classi, delle quali almeno due sono davvero interessanti, ovvero il monaco e il cacciatore (il primo è una macchina da guerra a mani nude, il secondo può uccidere qualsiasi avversario con un colpo ben assestato - il famoso Critical Hit). Ed ecco
la prima novità davvero azzeccata, che non potrà che rendere orgogliosi coloro che sono più portati alla magia piuttosto che al combattimento corpo a corpo: due classi di utenti di magia immediatamente selezionabili (Conjurer e Magician), e due selezionabili solo dopo aver raggiunto un certo livello di esperienza in una delle prime due (Sorcerer e Wizard), per un totale di varie decine di incantesimi e il titolo di ArchWizard nel caso facciate crescere i vostri personaggi talmente tanto da far loro imparare tutti gli
incantesimi di tutte le classi di magia!
E come non citare il bardo? Decente combattente, utilizzatore di oggetti come i corni di fuoco e di ghiaccio (provate ad usarli sui malcapitati avversari, e vedrete l'effetto dirompente, eh eh), e soprattutto famoso per la propria musica (sempre che abbiate uno strumento musicale a portata di mano, ovviamente, e che la sua gola sia sempre ben lubrificata, se capite cosa intendo!); non vi consiglio di non portarvene uno con voi, in quanto vi potreste trovare bloccati nel proseguio del gioco...
Ecco, probabilmente l'immediatezza di questa procedura, croce e delizia di ogni RPG gamer che si rispetti, ha contribuito già da subito a facilitare il giocatore non hardcore. E su questo punto non posso che lodare la scelta della Interplay... non sono il tipo di persona fanatica che dice "gli RPG devono restare un genere d'èlite, e solo chi li apprezza davvero deve poterci giocare": gli RPG sono da sempre
il mio genere preferito, e se un RPG permette a dei profani (ovvero giocatori d'azione) di essere introdotti a questo meraviglioso mondo, perchè non accettarne, anzi apprezzarne, l'idea?

Lo Stile "del Bardo"

La serie dei Bard's Tale fa parte di quello stile di RPG (che include anche la serie di Might & Magic e quella di Wizardry) per il quale si usa il concetto di "repop". In parole povere, i mostri da voi uccisi (a parte quelli che hanno un ruolo nella quest vera e propria) ritornano a vivere dopo che avrete salvato su disco i vostri personaggi in locanda. Questa impostazione non mi è mai piaciuta: pur se all'interno di un mondo fantasy, ritengo ci debba essere un minimo di realismo di gioco; invece ci troviamo di fronte alla possibilità di far salire indefinitamente di livello i personaggi, facendo quasi diventare il level gain una corsa a "chi è più potente". Esempio palese, i 4
gruppi di 99 Berserker che incontrete ad un certo punto (non vi dico dove per non spoilerare): potrete ucciderli tutte le volte che vorrete, e dato che non si tratta di un'azione molto difficile se siete ben equipaggiati, capirete che i punti esperienza dei vostri personaggi saliranno vertiginosamente.
Un ulteriore svantaggio di questo approccio è che, almeno in alcuni casi, non vi sembrerà di essere davvero immersi nel vostro obiettivo, ma verrete attratti sempre di più dall'idea di raggiungere il livello di esperienza successivo, trasformando così un RPG in un gioco d'azione in cui vince chi ha il punteggio più alto.

Elogi e frustrazioni

Tralasciando questo difetto, e tralasciando a malincuore anche il fatto che di effetti sonori non ce ne sono quasi (a parte una fastidiosissima colonna sonora iniziale che viene ripetuta in continuazione, e che vi spingerà a staccare il cavetto dello speaker - eh si, dello SPEAKER! - dopo circa un minuto), un'analisi approfondita del gioco porterà ad elogi ben meritati, in quanto la trama è ottima, gli enigmi sono vari e difficili (ma non frustranti), i dungeon sono abbondanti, variegati e pieni di sorprese (brutte, ovviamente! Se no che divertimento c'è?), e in generale l'atmosfera nella quale vi immergerete è davvero sinistra; inoltre, i colori molto pieni e la struttura dei dungeon rendono l'esplorazione davvero inquietante... provate ad aggirarvi nelle catacombe del tempio di Skara Brae, se non ci credete.
Non c'è nulla di particolarmente complesso nel giocare a The Bard's Tale... anche se forse si sarebbe potuto fare di meglio con la gestione degli incantesimi, per i quali non avrete un menu di scelta, ma dovrete inserire i 4 caratteri identificativi corrispondenti che potrete trovare sul manuale (e quindi, a meno che non abbiate una super-memoria, vi troverete spesso a fare avanti e indietro tra il video e il libretto di istruzioni).
Devo ammetterlo, quando ho giocato a The Bard's Tale ne sono rimasto davvero affascinato; peccato che il finale mi abbia lasciato piuttosto perplesso... e non per il combattimento in sè, ma perchè potete ripeterlo più e più volte, proprio per l'impostazione "repop" di questo gioco: mi spiegate che senso ha? Misteri dei programmatori...

La curiosità finale, e una frase misteriosa (ma non troppo...)

Per finire, fatemi sapere come vi trovate, quando, dopo lungo tempo, vi troverete ad affrontare Mangar (il "cattivone finale") e i suoi degni compari.
"Lie with passion and be forever damned"
The Bard's Tale è uno dei rappresentanti più famosi nella categoria dei giochi di ruolo, insieme ad Ultima IV, Eye of the Beholder e pochissimi altri; è un vero peccato che alcuni difetti sicuramente evitabili non siano stati studiati a dovere ed eliminati, altrimenti la valutazione, che tiene comunque conto della sua facilità d'uso e della sua immensa giocabilità, sarebbe stata sicuramente da "Gioco Caldo" (citazione dall'immortale rivista Zzap!)
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