Redattore: Lucio 'Fallingwater' Libertini Pubblicato il: 23/04/2009 | | | Nostalgici dei cari vecchi sparatutto top-down? Alien Syndrome potrebbe piacervi... | | Nella preistoria del videogioco, e più precisamente nell'anno 1987, uscì nelle sale giochi il primo Alien Syndrome, che fu poi rapidamente portato dalla Sega anche alle altre piattaforme allora in voga (una su tutte il C64). La grafica era elaborata (per l'epoca, ovviamente), la trama era una scusa per seccare alieni a destra e a manca e il gameplay era avvincente. Ben 20 anni dopo la Sega ha deciso di resuscitare il gioco aggiornandolo, ed è così che ci troviamo davanti a Alien Syndrome per la PSP.
TRAMA? QUALE TRAMA?
La trama segue quella del gioco originale; come nell'originale, tuttavia, è largamente irrilevante. Voi siete Aileen Harding, soldatessa al servizio dell'esercito terrestre mandata a investigare sulla perdita del contatto con una stazione spaziale in un sistema molto lontano. Ovviamente appena arrivati vi rendete conto che la stazione in questione è invasa da orripilanti mostracci di evidente origine aliena, quindi acchiappate subito la vostra arma e vi preparate al massacro... Nel corso del gioco si aggiungerà qualche dettaglio alla trama, come per esempio lo shock subito da Aileen quando è costretta a uccidere degli umani impazziti per il panico, o quando perde una persona cara; tuttavia è stata posta così poca enfasi nella storia che non abbiamo provato alcuna empatia, limitandoci invece a pensare con grande sensibilità "ok, la tipa sta piangendo... uhm, dove sono gli altri mostri da uccidere?".
GAMEPLAY
Il gioco è piuttosto semplice: nei panni di Aileen dovremo aggirarci per vasti e labirintici livelli alla ricerca dell'uscita, completando semplici compiti nel frattempo (distruggi il reattore, prendi la scheda di accesso, attiva il computer...) e soprattutto uccidendo tonnellate e tonnellate di alieni. Stiamo parlando di numeri veramente alti: non è raro infatti capitare di trovarsi a fine livello dopo aver sterminato centinaia di nemici, molti dei quali una volta uccisi faranno cadere oggetti utili o resource points (la moneta del gioco). Detto così sembra anche troppo semplice; fortunatamente Alien Syndrome ha anche un elemento RPG che gli dona una notevole dose aggiuntiva di profondità. A ogni uccisione collezioneremo infatti punti esperienza che, una volta raggiunto un numero preciso, ci faranno passare di livello. A ogni livello ci verranno dati due skill points e un proficiency point. I primi possono essere usati per aumentare le caratteristiche del personaggio (strength, dexterity, accuracy, endurance), il che risulterà in bonus appropriati nel corso del gioco: aumentando la forza, per esempio, si possono portare più oggetti e si farà più male con le armi da corpo a corpo, mentre aumentando la resistenza si aumenteranno i propri punti vita e la resistenza al danno. I proficiency points invece serviranno a sbloccare le abilità di Aileen: l'uso di determinati tipi di armi e armature, la rigenerazione automatica di energia e salute e la possibilità di muoversi più velocemente sono solo alcuni degli esempi.
L'inventario è limitato solo dal peso, ma considerando che tutto, ma proprio tutto nel gioco pesa (ebbene si, anche le munizioni) bisogna fare oculate scelte su cosa portare e cosa lasciarsi dietro, per non rischiare di trovarsi sprovvisti di oggetti importanti nel bel mezzo di un combattimento. Le armi disponibili si dividono in 4 categorie: energia, fiamme, esplosivo e proiettili. Nel corso del gioco non si riceveranno sufficienti punti per aumentare al massimo tutte le categorie (azione necessaria per ogni categoria di cui si voglia usare l'arma definitiva), quindi è bene concentrarsi solo su uno o due tipi e lasciare completamente perdere gli altri. Le armature hanno una categoria a se stante, ma anche per poter usare armature migliori è indispensabile investire punti, altrimenti ci si troverà presto protetti in modo insufficiente. Altra cosa che avremo nell'inventario sono gli impianti, ovvero oggetti che ci portiamo appresso (non è ben chiaro se basta infilarseli in tasca o se Aileen li incorpora in stile cyborg) e che migliorano alcune capacità.
Per aiutarci a organizzare tutto ciò avremo a accompagnarci fedelmente uno Scarab, robottino volante capace di attaccare i nemici di propria iniziativa e di trasportare oggetti di ogni tipo. Sinceramente siamo rimasti poco impressionati dall'attacco dello Scarab: fa poco male ed è troppo lento, tanto da essere piuttosto irrilevante nei combattimenti anche una volta upgradato. Una cosa in cui invece lo Scarab è utilissimo è la costruzione di oggetti: ha infatti una lista casuale di armi e armatura in costante aggiornamento, e consumando "soldi" ce le può costruire a piacimento. Con la costruzione verremo in possesso di oggetti potenti molto prima di trovarli nell'ambiente di gioco, quindi è una buona idea prelevare tutti i resource points che si troveranno per terra alla fine dei combattimenti.
Tutto sommato il gameplay è piuttosto avvincente, con un mix di azione e pianificazione abbastanza ben riuscito. In certi momenti diventa addirittura frenetico, con corridoi ciechi e nemici che arrivano da ogni dove; il livello di sfida però non arriva mai a livelli da frustrazione, dando mostra di una difficoltà piuttosto bilanciata. Menzione speciale per la longevità: i livelli sono davvero lunghi, e il gioco ne comprende circa una quarantina, il che si traduce in molte, molte ore di gioco.
NON TUTTE LE CIAMBELLE VENGONO COL BUCO
Alien Syndrome ha un solo problema serio: una certa mancanza di varietà. Per vedere un livello che non sia l'ennesima sequenza di corridoi da stazione spaziale bisogna aspettare quasi la metà del gioco, e anche il tipo di livello con cui si avrà a che fare dopo (desertico pieno di caverne) lascia un certo desiderio di cambiamento dopo poco. Per restare in tema, anche i nemici cambiano poco. Tra un livello e l'altro si affronteranno nemici diversi, ma una volta iniziato il livello ci si troverà a combattere sempre i soliti 2 o 3 tipi di mostri alieni fino all'inizio del prossimo. Infine abbiamo trovato la trama poco convincente. Non fraintendete, sappiamo benissimo che un gioco può essere avvincente anche con una trama idiota (chi ha detto Serious Sam?), ma il problema di quella di Alien Syndrome è che non da molti motivi per continuare a giocare. Noi abbiamo trovato lo spargimento di budella aliene un motivo sufficiente (anche perchè un gioco da console portatile ha giocoforza requisiti di trama inferiori rispetto a quelli per piattaforme "fisse"), ma se voi volete di più sappiate che Alien Syndrome potrebbe deludervi.
ASPETTI TECNICI
In tempi recenti abbiamo visto giochi che riescono a fare miracoli col ridotto e relativamente datato hardware della PSP (un esempio su tutti è Resistance Retribution). Alien Syndrome non è, purtroppo, altrettanto rivoluzionario graficamente, ma riesce comunque a esibire una grafica decente e una buona fluidità (che vacilla un po' solo nei momenti più affollati). L'unica cosa che può dare fastidio è l'effetto motion blur, non essendo disattivabile; fortunatamente non è eccessivamente pronunciato, e tutto sommato si può tollerare. Gli effetti sonori sono convincenti, ma anche questi avrebbero beneficiato di una maggiore varietà. La musica è riuscita molto bene, non da mai fastidio e aumenta notevolmente l'atmosfera. |
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