Recensione Amiga
Titolo del gioco:
Super Stardust
Anno di uscita:
1994
Genere:
Sparatutto
Sviluppatore:
Bloodhouse Ltd
Produttore:
Team 17
Distributore:
Multiplayer:
no
Localizzazione:
No
Sito web:
Requisiti minimi:
68020 + AGA
  •  Uno degli spettacolari mostri finali
  •  Ecco cosa succede a prendersela comoda...
  •  Asteroidi vaganti...
  •  Altro mostro...
  •  Un'altra delle impressionanti sequenze di tunnel!
  •  Ecco il minigioco bonus, davvero molto bello!
Redattore:  Lorenzo 'TAD' Di Gaetano                        Pubblicato il:  25/08/2010
Il ruggito...del cigno.
1994. Tempi duri per l'Amiga. Schiacciata da una gestione finanziaria scellerata e reduce dal flop dell'assurdo Amiga CD32, Commodore dichiara liquidazione volontaria in Aprile. Le riviste di videogiochi, un tempo gonfie di recensioni Amiga, cominciavano a riempirsi di recensioni per PC, piattaforma sempre più potente, che da sterile macchina da lavoro si trasformava in una credibile macchina da gioco. Ma Bloodhouse e Team17 dimostrarono che Amiga aveva ancora molto, molto da dimostrare...

CLASSICO ALL'ENNESIMA POTENZA
Super Stardust è la riedizione per macchine AGA del già incredibile Stardust per gli amica classici, ad opera dei finlandesi della Bloodhouse, già noti nella scena demo Amiga degli anni 90 e quindi assolutamente competenti quanto a spremere l'hardware fino all'osso. Al di la della trama banale e anche un po' assurda (il professore cattivo vuole imprigionare la proverbiale principessa e per farlo decide di attaccare niente meno che l'intera galassia con delle navicelle-asteroidi) il gameplay sostanzialmente si rifà a quello di Asteroids, ma aggiungendoci una serie di novità moderne, diversi sottogiochi che forse sono anche meglio del gioco in se e soprattutto una realizzazione tecnica che possiamo considerare come il massimo assoluto mai visto su Amiga. Il gioco inizia con una sontuosa presentazione stile Starwars, con le scritte in sovraimpressione che scorrono verso lo spazio e una colonna sonora multicanale che sembra presa direttamente da uno dei classici della Lucasfilm. Superata la schermata principale comincia il gioco, che è diviso in diversi quadri con sei livelli ciascuno, in ognuno di essi bisognerà polverizzare gli asteroidi che vagano per lo schermo e che, una volta colpiti, si divideranno in due parti più piccole con una spettacolare esplosione.

Sin dai primi istanti si rimane colpiti dalla qualità della grafica, il fondale è fisso e presenta sempre una bella immagine renderizzata, così come sono renderizzati tutti gli oggetti in movimento sullo schermo, dall'astronave del giocatore ai giganteschi asteroidi che ruotano fluidamente e senza incertezze per tutto lo schermo. C'è un limite di tempo massimo molto stretto per distruggere tutti gli asteroidi, se non riusciamo a pulire la schermata entro questo tempo lo schermo si riempirà di uno sciame di piccole astronavi molti simili a scarafaggi, rapide e molto difficili da distruggere. Per fortuna, alcuni asteroidi una volta colpiti rilasceranno i classici power up con cui potremo armare fino ai denti la nostra navicella, grazie all'ausilio di razzi, lanciafiamme ecc... Inoltre, gli asteroidi hanno dei colori diversi, alcuni infatti sono più resistenti di altri e hanno bisogno di più colpi per essere spezzati. Il trucco è quello di essere quanto più veloci possibili a eliminare gli asteroidi, specialmente quelli più piccoli, al fine di evitare situazioni caotiche. In alcuni casi, infatti, l'impatto dell'astronave sugli asteroidi vaganti è inevitabile, per fortuna abbiamo a disposizione uno scudo che ci protegge dall'impatto, ma la cui durata è molto limitata e va quindi dosato con parsimonia. Alla fine di ogni quadro dovremo poi affrontare il classico super mostro di fine livello, annunciato da un allarme sonoro, uno spettacolo per gli occhi davvero impressionante.

SUPER STAR...THRUST

In alcuni passaggi di livello sarà possibile affrontare facoltativamente una sezione bonus in cui poter recuperare vite e punteggi. Questa sezione è anch'essa una riedizione di un classico del passato: Thrust. Ci troveremo dunque in un ambiente acquatico soggetto alla forza di gravità, la nostra navicella tenderà a precipitare verso il basso e dosando con cura la spinta dovremo dirigerla in uno splendido tunnel in parallasse, con un bell'effetto plasma sullo sfondo accompagnato da una altrettanto ottima colonna sonora. Ci dovremo quindi intrufolare in angusti passaggi, evitando di colpire il fondale, per recuperare i bonus e raggiungere l'uscita, rappresentata da una piattaforma di atterraggio. Si tratta in definitiva di un bellissimo sottogioco, anch'esso realizzato divinamente, che probabilmente non avrebbe sfigurato come gioco a se stante.
Tutti i mostri vantano un gran numero di frame di animazione e dimensioni che spesso superano la metà dello schermo. Davvero notevole! Lo scudo è molto utile anche con alcuni di essi, che spareranno proiettili a raggera impossibili da evitare. Ma i nemici non saranno solo gli asteroidi vaganti: spesso dovremo affrontare anche dei veri e propri sciami di navicelle nemiche, come le odiosissime stelle a scomparsa o una particolare navicella capace di rendersi invisibile, con un effetto ben riuscito, molto simile a quello visto nel primo film Predator. Dal punto di vista sonoro, le musiche sono di ottima fattura, tendenzialmente techno/ambient, capaci di creare ritmo e atmosfera a seconda delle situazioni. Gli effetti sonori sono assolutamente perfetti, le esplosioni rendono benissimo, così come il rumore metallico dell'astronave durante gli impatti con gli asteroidi e i nemici. Una volta superati i sei quadri di ogni livello si passa al prossimo, ma non prima di aver affrontato la leggendaria sequenza di tunnel.

SHOCK VISIVO
Il gioco principale, seppur non particolarmente originale, è certamente gradevole, ma quello che ha reso Super Stardust una vera leggenda è l'incredibile sequenza di tunnel che, come dicevamo sopra, va affrontata per passare al livello successivo. Ancora oggi, nella mente degli amighisti, è vivo il ricordo della sensazione di stupore e stordimento di quei primi secondi: un'impressionante animazione di un tunnel infinito prerenderizzato in 3D, animata a 50 fotogrammi al secondo, con più strati di scorrimento e di dimensioni superiori allo stesso schermo dell'Amiga, scrollabile spostando la navicella in tutte le direzioni, navicella inquadrata alle spalle. Dopo i primi secondi un'immensa astronave nemica ci supera passandoci accanto, posizionandosi in fondo al tunnel e cominciando a rilasciare una quantità enorme di nemici che dal fondo del tunnel, zoomeranno fino ad avvicinarsi all'inquadratura, dando l'impressione di venirci realmente addosso. Il tutto fluidissimo e senza la minima incertezza su un Amiga1200 inespanso. L'amighista dell'epoca non era preparato a tutto questo e lo shock fu indimenticabile (concordo al 100%: stupore allo stato puro NdBoZ).

TUTTO BELLO?
Dipende. Un gioco infatti non è soltanto grafica e sonoro: bisogna anche divertirsi. In Super Stardust ci si diverte eccome, ma il nuovo titolo Bloodhouse ha la pecca di essere un po' ripetitivo. Il gameplay di Asteroids poteva andare benissimo nel 1979, quando Atari pubblicò la primissima versione (uno dei primi giochi a grafica vettoriale della storia), ma nel 1994 l'utenza era già molto più smaliziata ed esigente e, nonostante il nobile tentativo di variegare la situazione con l'aggiunta di powerup, nemici vari, mostri di fine livello e splendidi sottogiochi, il gioco principale rimane decisamente semplice. Per fortuna, il livello di difficoltà è calibrato alla perfezione, nei livelli più avanzati le cose si fanno difficili, ma mai al punto di abbandonare del tutto la speranza di finirlo. Insomma, tolto l'aspetto audiovisivo Super Stardust rimane comunque un gioco piacevolissimo e accattivante, ma solo se giocato tenendo presente ed accettando di buon grado che l'idea alla base, quando uscì, era già vecchia di 15 anni.
Super Stardust è un classico, semplice ma arricchito con una serie di ammodernamenti e di minigiochi e dotato di una realizzazione tecnica che senza dubbio può essere considerata il vertice assoluto della storia dell'Amiga. Da riscoprire, soprattutto per vedere che potenzialità tecniche ci siamo lasciati alle spalle...
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