Recensione PlayStation 3
Titolo del gioco:
The Last of Us
Anno di uscita:
2013
Genere:
Survival Horror - Action Adventure
Sviluppatore:
Naughty Dog
Produttore:
Sony Computer Entertainment
Distributore:
Sony Computer Entertainment Europe (SCEE)
Multiplayer:
Da 1 a 8 giocatori
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Sito web:
Requisiti minimi:
Una PlayStation 3 (Fat, Slim o Super Slim), una connessione a banda larga e un account PlayStation Network per la sessione multigiocatore
  • Uno degli scenari desolati in cui si imbatteranno i protagonisti.
  • La chiesa di una cittadina trasformata in rifugio.
  • Creazione di un kit medico da parte di Joel.
  • Lo sguardo preoccupato di Ellie.
  • Ancora un primo piano della co-protagonista del gioco.
  • Ellie intenta a ricercare qualche oggetto utile.
  • Joel all'attacco di un clicker, un infetto in cui il fungo ha attecchito da molto tempo.
  • Joel che soffoca un cacciatore.
  • Altra fase di combattimento corpo a corpo.
  • Attacco di Joel sotto lo sguardo di Ellie.
  • Joel nell'atto di finire un cacciatore.
  • Joel lancia un mattone contro un infetto.
  • Joel usa un nemico come scudo umano.
  • La modalità ascolto permette di rilevare la posizione dei nemici dai loro rumori.
  • Nemici rilevati grazie alla modalità ascolto.
  • Scontri nella modalità multigiocatore.
  • Multiplayer: lancio di una molotov contro i nemici.
  • Multiplayer: modalità ascolto.
  • Multiplayer: corpo a corpo.
  • Ellie e Joel in viaggio in auto.
Redattore:  Sebastiano 'sebass' Antonuccio                        Pubblicato il:  26/06/2013
Il team dell'americana Naughty Dog, non pago del successo della trilogia di Uncharted, confeziona quello che è con ogni probabilità il migliore titolo di questa generazione di console.
Occhi e orecchie di videogiocatori, appassionati ed esperti di settore sono stati catturati dall'E3 (Electronic Entertainment Expo) svoltosi poche settimane fa. La fiera losangelina era quantomai attesa nell'anno che consegna nelle mani dei gamer una nuova generazione di console. Nell'ambito della kermesse videoludica più importante di sempre The Last of Us è stato in grado di calamitare gran parte delle attenzioni malgrado l'imminenza delle conferenze dei colossi Sony e Microsoft. Nell'occasione Naughty Dog mostrava al mondo il gameplay della sua ultima fatica e la reazione più moderata è stata la meraviglia: "questa è ancora la Playstation 3?". Il gioco del resto era già stato celebrato con ben cinque Game Critics Awards nella precedente edizione dell'E3 tra cui miglior gioco per console, miglior sonoro e miglior gioco originale. Ma, se le aspettative notevoli han trovato positivissime conferme nella città degli angeli, è ora il momento di verificare, Dualshock alla mano, la bontà di quest'esclusiva per la console nipponica. Il risultato è una delle esperienze videoludiche più belle ed intense di sempre.

UN MONDO POST-PANDEMICO CINICO E SPIETATO

L'intreccio narrativo si dipana in uno scenario desolante: quel che resta degli Stati Uniti vent'anni dopo la diffusione di funghi parassiti, i Cordyceps, che hanno decimato la popolazione mondiale, trasformando gli infetti in zombie.

Lo scenario post-apocalittico è caro al mondo dei videogiochi e della cinematografia, e non è difficile trovare punti di contatto con pellicole come The Road di Hillcoat, 28 Giorni Dopo di Danny Boyle o Children of men di Alfonso Cuarón. Tuttavia il media videoludico in questo frangente riesce ad esaltare l'empatia ed i sentimenti, area spesso troppo snobbata dagli sviluppatori, grazie anche ad un sapiente uso del motion capture, e coniugandola con una meccanica di gioco tutt'altro che banale, ben lontana dalle carneficine tipiche del genere, ma anche dai combattimenti di Uncharted, cui il team di Naughty Dog avrebbe potuto avere la tentazione di attingere a piene mani, ma che sarebbero risultati francamente qualcosa di già visto ed in questo caso quasi fuori luogo.

DUE PERSONAGGI OPPOSTI, UN VIAGGIO INSIEME

Il classico survival horror,verrebbe da pensare? Nanche per sogno! Il mondo cambiato dalla pandemia è quello di un'umanità senza futuro e l'infezione violenta resta solo sullo sfondo per mettere in primo piano le storie di uomini e donne che anni di lotta per la sopravvivenza hanno brutalizzato e trasformato.

Quel che resta della società vive in zone di quarantena, vere e proprie enclavi dove vige un controllo stringente dell'esercito con coprifuoco e legge marziale. Nello status quo troviamo un gruppo insurrezionale che si oppone chiamato Le Luci (Fireflies, letteralmente "lucciole", nella versione originale). La pandemia è solo un pretesto per tratteggiare la trama di un viaggio in cui due protagonisti diversissimi impareranno a sopportarsi, conoscersi e darsi un motivo per vivere e non più sopravvivere.

Joel, interpretato da Troy Baker e che ricorda nei tratti somatici Nathan Drake, il protagonista di Uncharted, seppur invecchiato, è un burbero sopravvissuto a cui gli anni post-pandemici hanno tolto ogni anelito vitale. Ellie, interpretata da Ashley Johnson ma che fa pensare, soprattutto nelle prime apparizioni del gioco non ancora definitivo, a Ellen Page, la protagonista di Juno (estranea allo sviluppo del gioco), è un'adolescente vivace che è nata nella realtà cambiata dal Cordyceps e quindi scevra da ogni retaggio del mondo che fu, ma proprio per questo vogliosa di trovare la propria strada tra sopravvissuti che hanno smesso di cercarla. Sul suo percorso lo strano duo si imbatterà in una serie di personaggi peculiari ed ambigui, in un mondo dove "i cattivi non sono cattivi davvero, ma anche i buoni non sono buoni davvero" (cit.).

GAMEPLAY: UNA IA NEMICA IMPLACABILE

Per quasi tutto il gioco vestiremo i panni di Joel, tranne alcuni frangenti in cui gestiremo direttamente le sorti di Ellie, la quale per il resto della storia interagirà con noi sotto l'impulso di una intelligenza artificiale all'avanguardia. Dovremo sbrogliare situazioni intricate utilizzando risorse che definire scarse è un eufemismo. In The Last of Us ogni singola pallottola sarà preziosissima. In nessun combattimento potremo permetterci il lusso di assalti garibaldini o all'arma bianca, semplicemente perché il nemico è molto intelligente, e farà di tutto per renderci la vita un inferno. Naughty Dog ha infatti sviluppato un raffinatissimo sistema di IA chiamato "Balance of Power". Se con un rumore o una mossa poco furtiva saremo scoperti da un infetto quest'ultimo richiamerà l'attenzione di tutti gli altri che non esiteranno ad avventarsi contro noi malcapitati.

Ancora più complesso sarà il confronto con i nemici umani: essi si comportano in maniera diversa a seconda se siano a conoscenza o meno che abbiamo delle armi, tenteranno di stanarci ed accerchiarci quando saranno in gran numero, approfitteranno di posizioni rialzate e fucili da cecchino per colpirci senza pietà. Joel inoltre non è un superuomo, non riesce a saltare ed arrampicarsi come Nathan Drake, né tantomeno è dotato di una soverchiante forza bruta che lo avvantaggi negli scontri corpo a corpo. L'unico vantaggio che ha è un fine udito che potremo sfruttare nella modalità ascolto: premendo il tasto R2 Joel si accovaccerà ed ascoltando i nemici ci permetterà di individuarli nello spazio circostante quando si muoveranno o parleranno.

RISORSE SCARSE ED ARMI DI FORTUNA

Questi fattori renderanno ogni situazione in cui dovremo affrontare dei nemici sempre diversa e dovremo di conseguenza diversificare le tattiche anche in base a ciò che l'ambiente circostante offre. Joel può sfruttare i mattoni e le bottiglie trovati per lanciarli contro i nemici e stordirli, ma soprattutto dovrà combinare sapientemente le risorse a disposizione per creare kit medici necessari al ripristino della salute, o per realizzare armi improvvisate: coltelli, mazze chiodate, bombe molotov, fumogeni possono essere fabbricati combinando le risorse trovate nell'ambiente di gioco che, ovviamente, sono scarsissime.

In non pochi momenti della storia saremo affiancati da altri personaggi diversi da Ellie. Essi, oltre a interagire attivamente con noi, saranno in molti casi anche bloccati dagli assalti nemici e sarà ovviamente nostra ardua prerogativa trarli in salvo. L'interazione con Ellie e gli altri compagni è tuttavia una delle poche note dolenti, forse l'unica del gameplay. In alcune situazioni ove dovremo agire in maniera furtiva attendendo il momento propizio per sferrare l'attacco la presenza di Ellie & Co. sarà irrealisticamente invisibile al nemico, salvo concretizzarsi solo quando la nostra posizione verrà rilevata. Questo difetto è l'unica situazione in cui l'assenza di realismo proietta la mente fuori dal mondo di The Last of Us, per il resto talmente profondo e verosimile da farci identificare con Joel ed immergerci nella desolante e rarefatta America post-pandemica.

UN COMPARTO TECNICO DI UNA QUALITÀ MAI VISTA

A contribuire a questa immedesimazione ci pensa un comparto sonoro di livello assoluto, qualcosa di veramente "mai sentito" prima, e non ci riferiamo solo ai rumori di quel che resta dei paesaggi urbani o di musiche di sottofondo sempre puntuali. I dialoghi sono la forza assoluta di The Last of Us: arguti, pungenti ed emotivamente coinvolgenti, non mancheranno di impreziosire sia i filmati di transizione che le fasi di gioco di intermezzo ed esplorazione tra uno scontro e l'altro. È qui che si manifesta e viene esaltato il rapporto tra Joel ed Ellie, in risposta alle svolte della trama, ma anche in occasioni marginali, ad esempio quando la coppia di protagonisti si imbatte in tracce dell'umanità che fu, mondo alieno alla giovane Ellie.

Questo è stato possibile grazie ad un doppiaggio quasi perfetto (notata solo una errata traduzione del verbo to play con "suonare/giocare" quando i due protagonisti si imbattono in una scacchiera -Ndr), lavoro encomiabile di Lorenzo Scattorin, voce di Joel e veterano del settore, e di Gea Riva, voce di Ellie ed alla prima assoluta nel mondo dei videogiochi.

Inoltre gli sviluppatori non hanno mancato di lasciare reperti, lettere e tracce sul nostro percorso, che leggendo approfondiranno la nostra conoscenza del dramma che l'infezione ha rappresentato, e ci racconteranno microstorie di "ordinaria sopravvivenza".

Se il comparto sonoro è mirabolante non è da meno quello grafico, qualcosa di mai visto e forse di inarrivabile su PlayStation 3. Giocando si ha l'impressione che la potenza della console sia stata sfruttata fino al suo limite massimo. I paesaggi urbani sono semplicemente mozzafiato e la cura delle luci e della fisica è eccezionale. Le atmosfere ricreate trasudano ansia e paura ed il nostro istinto di sopravvivenza ci imporrà di darcela a gambe.

IL MULTIPLAYER

A completare il gioco c'è la modalità multigiocatore, un ottimo contorno dell'esperienza single player. Essa aumenta la longevità complessiva di un gioco che ci impegnerà comunque per almeno 15 ore. Si basa su scontri tra due fazioni, i Sopravvissuti e le Luci, che si svolgeranno su sette mappe riprese da quelle di gioco. L'obiettivo è la sopravvivenza per dodici settimane, di cui ogni partita costitusce un giorno, incrementando nel contempo la popolazione e le risorse della propria fazione.

Le modalità sono due: Caccia ai rifornimenti e Sopravvissuti. La prima mette di fronte due squadre da quattro giocatori che si sfidano per 15 minuti con 20 vite a disposizione per ciascun giocatore. Le risorse trovate sulla mappa o sui cadaveri nemici potranno essere subito sfruttate o accumulate in favore della nostra fazione. La seconda modalità ci mette a disposizione una sola vita e le risorse si esauriscono col finire del match. La progressione nella modalità multigicatore ci permetterà di sbloccare numerose personalizzazioni per caratterizzare e rendere unico il nostro avatar.
The Last of Us è un capolavoro assoluto, è insieme l'apoteosi ed il canto del cigno di questa generazione di console. Emerge prepotentemente in un panorama di già visto non puntando sull'inedito e l'originale essendo la sua ambientazione un classico del gaming, ne sull'innovazione e l'esplorazione degli orizzonti del media come era accaduto con un titolo a suo modo rivoluzionario come Heavy Rain di Quantic Dream, ma su una qualità assoluta di ogni comparto ad oggi inarrivabile e sulla forza di una storia cinematografica ed avvincente.

Sono i giochi come questo, realizzato da Naughty Dog, che restano nell'immaginario collettivo dei videogiocatori, è di giochi come questo che c'è bisogno per far acquisire al media videoludico quella dignità artistica che la società gli nega obnubilata dai pregiudizi ma anche da un offerta che troppo spesso si appiattisce su un mercato affamato di sequel, senza il coraggio di innovare. Sarebbe stato più facile produrre un Uncharted 4, avrebbe con tutta probabilità garantito delle ottime vendite sulla base dello zoccolo duro dei fan di Drake. La casa americana ha invece messo insieme un diverso team di sviluppo e investito in un progetto innovativo che ha partorito una delle più belle avventure della storia dei videogiochi.
PRIMO IMPATTO
GRAFICA
SONORO
GIOCABILITA'
LONGEVITA'
GLOBALE