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Titolo del gioco:
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Last Ninja 2 - Back With A Vengeance
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Anno di uscita:
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1988
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Genere:
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Arcade adventure/Beat'em up
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Sviluppatore:
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System 3
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Produttore:
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Distributore:
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Multiplayer:
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No
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Localizzazione:
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Completa (audio & video)
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Sito web:
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Requisiti minimi:
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Commodore 64, registratore a cassette o drive, joystick
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| Altri formati: | |
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Redattore: Michelangelo 'Pippo' Carbonara Pubblicato il: 23/08/2010 | | | Il secondo e più particolare episodio di una trilogia che ha fatto sognare migliaia di videogiocatori (e che ha fatto passare delle notti in bianco a molti di essi per cercare di arrivare alla fine del gioco...) | | La software house inglese System 3 si è sempre distinta non solo per l’eccellente qualità dei suoi grafici, musicisti e programmatori, ma anche per aver tracciato un percorso coerente nella storia dei videogiochi: contrariamente a molte altre case produttrici che considerano ogni gioco un prodotto a sé, System 3 ha voluto affrontare dei temi specifici e sviscerarne ogni elemento con una serie di prodotti, alcuni dei quali anche apparentemente lontani fra loro come meccanismo di gioco. Spazio maggiore è stato dedicato al mondo dei lottatori orientali, partendo dai picchiaduro Bangkok Knights e International Karate, fino ad approdare alla serie dei Last Ninja in cui l’elemento di combattimento è andato ad unirsi ad una più complessa e riflessiva componente adventure. Pur essendo i game precedenti produzioni ambiziose a livello estetico e di codice, Last Ninja e i suoi seguiti sono davvero dei lavori notevoli per grafica e sonoro, oltre a contenere un engine che permette di avere in memoria numerose e stupefacenti schermate bitmap e di aggiornarle molto rapidamente.
LA NUOVA LOCATION Rispetto al primo capitolo, ambientato logicamente in Giappone, Last Ninja 2 si fa immediatamente notare per la sua collocazione eccentrica e provocatoria: dopo il “Tassinaro a New York” di Sordi infatti assistiamo qui ad un improbabile “Ninja a New York”, idea che avrebbe potuto far franare presto l’appeal di un gioco del genere. Invece incredibilmente lo scenario regge, perché la New York raffigurata nel gioco (anche grazie alla limitata capacità cromatica del C64) è stilizzata e quindi resa quasi “mitica”, togliendo da subito ogni parvenza di verosimiglianza e calando il giocatore in una azzeccata dimensione da fumetto. La storia ufficiale prevede che il protagonista, il Ninja Armakuni, sia stato chiamato nuovamente per annientare lo Shogun malefico Kunitoki e dopo una sorta di rito magico si sia svegliato nella New York del ventesimo secolo. A livello più prettamente videoludico la trama permette di porre un personaggio fuori dal suo habitat naturale e di mettere quindi il giocatore nella situazione di dover capire cosa fare per risolvere la sua missione. Non a caso lo stesso plot sarebbe stato poi usato l’anno dopo da System 3 in Myth, in cui un ragazzo dei giorni nostri si trova catapultato nel passato.
GRAFICA E SONORO COME AL CINEMA Il gioco, ambiziosamente, si pone a livelli superiori già mentre è in fase di caricamento. Quest’ultima infatti presenta musiche stratosferiche, schermate bitmap pregevolissime e caratteristiche cinematografiche: nel caricamento da cassetta addirittura il momento in cui vengono presentate le bitmap è sincronizzato con la musica con impatto altamente spettacolare, quasi come se si trattassero effettivamente dei titoli di testa di un film. A proposito della colonna sonora, bisogna rimarcare che sono presenti ben 13 brani musicali composti da Matt Gray, alcuni dei quali lunghi più sei minuti, per un totale di circa un’ora di musica: non male per un gioco per Commodore 64! Anche le schermate statiche di presentazione sono molte e ad ogni completamento di livello ne viene mostrata una. Una volta completato il caricamento una sorta di sipario grafico mostra i credits del gioco e premendo fire si può cominciare.
 UN SISTEMA DI GIOCO ADULTO ED INTERESSANTE Last Ninja 2 è una complessa fusione di due elementi diversi. Il primo e più ovvio è quello di picchiaduro, per cui viene reso subito chiaro che per sopravvivere Armakuni dovrà pestare numerosi avversari e dovrà anche procurarsi delle armi lungo il percorso che gli permettano di uccidere più velocemente chiunque gli capiti a tiro (non si sa perché tutta New York ce l’ha con lui!). Il secondo elemento, quello più interessante, è di natura esplorativa: per completare i livelli il Ninja dovrà interagire con degli oggetti trovati nei luoghi più disparati e capire cosa farne. Alcuni degli enigmi da superare sono davvero ingegnosi e richiedono inventiva e sperimentazione, ma nessuno di essi è troppo frustrante o eccessivamente inverosimile. Il manuale per di più fornisce una serie di criptici indizi che possono dare qualche suggerimento sull’uso degli oggetti. La visuale scelta dai programmatori per dar vita al mondo della saga dei Last Ninja è quella isometrica dall’alto, che è poi stata l’idea che ha creato lo spartiacque tra adoratori e detrattori del gioco. Tale visuale infatti implica che i comandi del joystick siano decisamente più complessi di un normale game a scorrimento, dovendo ricorrere quasi sempre alle direzioni diagonali e a combinazioni difficili da realizzare, soprattutto quando si tratta di saltare. Rimane però che l’uso di questi comandi, una volta imparati, consenta una libertà d’azione notevole e che quindi il personaggio possa scorrazzare per tutte le locazioni in mille modi diversi donando una maggiore immedesimazione al giocatore. Il resto lo fa la cura con cui sono stati disegnati i frame di animazione dei personaggi che rendono i movimenti fluidi e credibili.
I LIVELLI L’avventura di Armakuni è costituita di sette livelli. Rispetto al primo Last Ninja, in cui i livelli iniziavano a variare molto solo a partire dal quarto, gli scenari sono radicalmente diversi l’uno dagli altri e permettono una serie di tecniche di gioco molto più ampia (non dimentichiamo infatti che il nostro beniaminio può anche arrampicarsi, salire su oggetti e interagire con alcuni di essi): si comincia nel classico Central Park e si giunge poi nel bel mezzo della metropoli in cui Armakuni dovrà addirittura fare attenzione a passare quando il semaforo è verde se non vuole essere messo sotto (!). Poi è la volta delle fogne, molto d’atmosfera, e successivamente degli scantinati, in cui si trova l’ostacolo più duro da superare come abilità con il joystick: una serie di casse da saltare con millimetrica precisione. Il livello successivo si svolge in alcuni uffici, finchè non si arriva nell’edificio in cui il perfido Kunitoki si è rintanato. L’esplorazione di questo palazzo e tutta la lotta finale sono caratterizzate da una fantastica atmosfera di mistero accentuata anche dal bellissimo brano musicale che accompagna quest’ultima sezione. A compimento del gioco va detto che purtroppo non è presente un’adeguata sequenza finale, ma pazienza, il gioco possiede già una sua epicità di fondo ed il riuscire a terminare la difficile impresa darà già grande soddisfazione a chi riuscirà nell’intento.
OPZIONI E CHINCAGLIERIE... Il gioco presenta solo una opzione iniziale, anche abbastanza futile, che riguarda il metodo di controllo. Premendo il tasto "J" infatti è possibile dare alle direzioni del joystick una valenza diversa. Ciò aumenta soltanto la confusione e non aggiunge niente di rilevante. Durante l'azione è presente anche un cronometro, presumibilmente per allettare il giocatore a completare i livelli nel minor tempo possibile: è un'idea interessante perchè le sezioni si prestano ad essere terminate in più modi, combattendo con più o meno nemici e percorrendo più o meno locazioni, e questo non può che aumentare la longevità del prodotto. All'epoca dell'uscita nei negozi la ciliegina sulla torta era rappresentata dai gadget presenti nella scatola: una mascherina da Ninja e addirittura una stellina shuriken di gomma! Alla System 3 si sono comportati sicuramente in maniera un po' pomposa ma alla luce dei risultati possiamo dire che se lo potevano permettere! |
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