Recensione Amiga
Titolo del gioco:
Aquaventura
Anno di uscita:
1992
Genere:
Shoot'em up
Sviluppatore:
Psygnosis
Produttore:
Psygnosis
Distributore:
Multiplayer:
No
Localizzazione:
No
Sito web:
Requisiti minimi:
Amiga 500
  • Un'immagine della sequenza introduttiva: in movimento è spettacolare quanto un film!
  •  Il mostro finale del primo livello, un ragnone fatto di sfere e zampette in 3D
  •  Uno degli obiettivi da distruggere, un pannello solare
  •  La sequenza di tunnel per passare da un livello all'altro
  •  Superato il tunnel, entriamo nel nuovo livello, niente male...
  •  Il secondo mondo, praticamente uguale con la palette di colori modificata...
  •  Un'immagine dell'altrettanto spettacolare sequenza post-mortem
Redattore:  Lorenzo 'TAD' Di Gaetano                        Pubblicato il:  17/07/2010
Non tutti i giochi Psygnosis riescono col buco...
I titoli Psygnosis nella storia dell'Amiga hanno sempre rappresentato sinonimo di prodotti di altissima qualità: questa è purtroppo una triste eccezione.

VAPORWARE ANNI '90

Una terra decimata da una guerra nucleare, i pochi sopravvissuti si riorganizzano in colonie subacquee, ma purtroppo una razza aliena (tanto per cambiare) attacca il nostro pianeta. Gli ultimi uomini si rifugiano in una stazione spaziale ma anch'essa viene distrutta dagli alieni; restiamo solo noi a gridare vendetta.

Aquaventura è stato probabilmente uno dei titoli più attesi della storia dell'Amiga. Se ne cominciò a parlare nelle riviste specializzate già alla fine degli anni '80, con alcune immagini che facevano presagire l'arrivo di una vera e propria Killer Application per la nostra piattaforma. Nonostante l'hype che cresceva, fu rimandato continuamente per anni e stava per diventare un vero vaporware amighista, fino al 1992, quando finalmente irruppe nei negozi.

GRANDISSIMA PRESENTAZIONE

Nonostante le recensioni tutt'altro che lusinghiere decisi di acquistarlo comunque. Partiamo dalla presentazione: il gioco vanta probabilmente una delle confezioni più gigantesche mai viste in un videogioco, un enorme ed elegantissimo parallelepipedo nero a base quadrata, piuttosto appariscente, specialmente considerando che conteneva solo due floppy che letteralmente "nuotavano" nell'enorme spazio interno. Inserito il primo floppy nell'Amiga si rimane senza fiato. Come da tradizione Psygnosis, davanti agli occhi scorre quella che probabilmente è la più impressionante e spettacolare sequenza introduttiva della storia dell'Amiga, un vero e proprio filmato renderizzato in full screen dove si vede la fase di partenza della nostra navetta e il successivo attacco alieno, il tutto stipato con sapienza dentro un unico floppy che, in realtà, contiene solo l'introduzione. Infatti per giocare dovremo inserire il secondo floppy, anch'esso avviabile autonomamente.

Mmmm... TUTTO QUI?

A quel punto si inizia a giocare. E si comincia a storcere il naso. Il gioco è uno sparatutto 3D, l'inquadratura è alle spalle della nostra navicella, ci potremo muovere liberamente in un ambiente che unisce strutture poligonali solide (come il mare e le costruzioni da abbattere) ad elementi bitmap come i nemici spesso formati da sfere unite fra di loro. La resa generale non è cattiva ma la velocità del motore lascia molto a desiderare, già nello stesso anno uscì No Second Prize della Thalion, simulazione motociclistica che muoveva molti più poligoni molto più velocemente.
L'ambiente è totalmente acquatico e, sullo sfondo, scorreranno le immagini delle rovine del nostro pianeta, distruzione e desolazione. Dal punto di vista sonoro il gioco ha due facce: la musica non smentisce la fama di Psygnosis, i fratelli Wright ancora una volta si sono prodotti in un accompagnamento musicale a dir poco sublime anche se, in verità, poco vario: tutti i livelli hanno la stessa musica, splendida (E' attualmente nel mio lettore mp3! NdR) ma sempre invariata...

Gli effetti sonori, invece, sono estremamente scadenti e sembrano usciti da un coin op degli anni '80, siamo rimasti parecchio delusi da questo aspetto. Inoltre, come spesso accade nei giochi amiga, la musica occupa tutti e quattro i canali disponibili sulla macchina e quando si sentono gli effetti sonori (come spari, esplosioni ecc) uno dei canali viene occupato e si perde parte della musica, consiglio caldamente di ascoltarla in pieno almeno una volta, ne vale la pena.
Veniamo al gameplay. Il gioco è semplicissimo: all'inizio ci sarà un briefing dove ci sarà indicato cosa dobbiamo distruggere ed eliminati questi obiettivi si combatte contro il classico mostro di fine livello, passando al livello successivo. Guidare la navicella è semplice e grazie all'aiuto di una mappa nella parte bassa dello schermo sapremo sempre dove dirigerci: potremo virare, aumentare la velocità e regolare la quota in modo molto intuitivo e certamente ben riuscito. Seguendo le indicazioni sulla mappa dovremo distruggere gli obiettivi prefissati, stando attenti a non farci colpire dai missili SAM dei nemici.

L'aspetto peggiore del gioco è comunque la sua incredibile ripetitività. Alla fine della fiera si devono fare sempre le stesse cose, anche graficamente tra un livello e l'altro cambia pochissimo (sostanzialmente solo la palette di colori). In più, non ci sono vite ma solo il livello di energia a cui dovremo stare attentissimi ed una volta finito quello la navicella esplode e... Si riparte daccapo!l
L'unica consolazione dopo il game over sarà il deliziarci di un'altra incredibile minisequenza renderizzata che mostrerà la navicella in fondo al mare e un misterioso veicolo che scende nel fondale, illuminandola e facendo scappare i pesci, anche qui il tutto reso con maestria.
Tra un livello e l'altro ci sarà una fase di passaggio in cui la navicella dovrà superare un tunnel 3D in wireframe, uccidendo i nemici e cercando di evitare di sbattere contro le pareti. Questa fase è introdotta da una bella animazione tridimensionale e accompagnata da un'ottima musica, un minigioco discretamente divertente.
In definitiva, come dicevo prima, la resa generale è tutt'altro che malvagia, ma nell'insieme è troppo poco per un gioco che si è fatto attendere per anni e che, oltretutto, porta il marchio di una delle software più straordinarie che l'Amiga abbia mai visto.
Davvero un peccato questo Aquaventura. Uno dei giochi più attesi che la nostra piattaforma abbia mai visto, alla fine si è rivelato poco più che un simpatico giochino condito con una presentazione incredibile e una realizzazione tecnica indubbiamente di un certo spessore, nonostante si sia visto molto di meglio anche dalla stessa Psygnosis. Probabilmente sarà ricordato come uno dei primissimi casi di gioco che da potenziale vaporware si è trasformato in una cocente delusione.
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