Recensione Spectrum
Titolo del gioco:
The Sacred Armour of Antiriad
Anno di uscita:
1986
Genere:
Piattaforme
Sviluppatore:
Chris Stangroom, Dan Malone, Richard Joseph
Produttore:
Palace
Distributore:
Multiplayer:
No
Localizzazione:
No
Sito web:
Requisiti minimi:
ZX Spectrum 48K o relativo emulatore
Altri formati:
  •  Schermata di caricamento
  •  Inizia l'avventura di Tal
  •  Tal raggiunge le rovine della città sotto al vulcano
  •  Abbiamo trovato l'armatura
  •  Verso il dispositivo antigravitazionale
  •  Ora possiamo volare
  •  Con il cannone a impulsi diamo ai nemici quel che si meritano
  •  Dentro al vulcano
  • Salendo sempre più in alto troveremo il generatore
  •  La mina a implosione è stata piazzata... abbiamo salvato l'umanità!
Redattore:  Alessandro 'Caporale Jonlan' Grussu                        Pubblicato il:  21/10/2009
Un'antica arma di distruzione diventa motivo di speranza per l'umanità grazie a un eroico giovane di nome Tal.
È il 2086. La Terra è divisa in due blocchi contrapposti, il Settore Nord e il Settore Sud. Entrambi hanno sviluppato un potente arsenale di armamenti atomici, nonché un'arma segreta: la veste da combattimento Anti-Rad. Dotata di un cannone a impulsi e di un sistema di propulsione antigravitazionale, rende immune colui che la indossa da qualsiasi radiazione nociva, da cui il nome. Essa però è destinata a non venir mai impiegata effettivamente sul campo di battaglia in quanto la situazione diplomatica precipita e nel giro di poche ore il pianeta viene devastato dall'apocalisse nucleare. Non importa chi ha schiacciato il bottone per primo: la rappresaglia è immediata e la Terra viene rapidamente ridotta a un grande cumulo di macerie fumanti, piombando successivamente in un lunghissimo inverno causato dalle polveri immesse nell'atmosfera.

Passano i secoli.

Lentamente, dalle rovine dell'avanzata civiltà umana, emerge una nuova società, ritornata a uno stato pre-moderno: una società tribale, basata sulla caccia e su semplici forme di agricoltura. Il passato ipertecnologico sopravvive solo nelle memorie dei capi anziani. Sembra che l'umanità si stia faticosamente riavviando su una strada di pace e di armonia con la natura, ma è solo l'anticamera di una nuova tragedia che si sta per abbattere su un pianeta già duramente provato.

Un giorno arrivano "loro".

Invasori extraterrestri seminano morte e distruzione tra i terrestri con le loro armi micidiali, contro le quali nulla può il coraggio degli assediati. Presto gli alieni insediano una testa di ponte in un vulcano posto tra le rovine di un'antica città circondata da una foresta, un'area che la gente del posto considera maledetta. Gli uomini abili vengono fatti schiavi e costretti a lavorare nelle miniere.

Gli anziani, in gran segreto, tramano per rovesciare i loro tiranni. Dal momento che non è possibile affrontarli in uno scontro aperto, nascondono dei giovani maschi preparandoli al combattimento, finché non emerga un campione in grado di infiltrarsi nel quartier generale nemico e distruggere la fonte di energia che ne alimenta le forze.

Questo campione è Tal.

Gli anziani mostrano a Tal un antico documento, che narra di un mistico oggetto in grado di donare poteri sovrumani a chi se ne impossessa. Si tratta della Sacra Armatura di Antiriad (deformazione di Anti-Rad), di cui un esemplare è custodito, nell'indifferenza degli invasori, tra i resti della città sotto al vulcano. Tal deve attivare l'armatura entrandoci dentro, dopodiché trovare e inserirvi il cannone a impulsi, il dispositivo antigravitazionale, un negatore di particelle e infine una mina a implosione, questi ultimi da porre nel generatore alieno, in modo da farlo saltare in aria.

Per far questo Tal non avrà a disposizione inizialmente altro che la propria agilità, in grado di farlo correre velocemente e compiere poderosi salti, e delle pietre da lanciare contro i robot di sorveglianza che pattugliano tutta la zona.

GAMEPLAY
Nei panni (scarsi, in verità) del prescelto Tal sarà nostro compito attraversare la foresta e giungere alla città in rovina dove, per prima cosa, dovremo rintracciare l'armatura e attivarla. Tale compito è reso più facile dal fatto che l'armatura si trova sempre allo stesso posto, così come i componenti addizionali e le celle di energia necessarie a ripristinare quella persa negli scontri con i nemici.

Una volta memorizzata la disposizione dei vari schermi, non resta che seguire il percorso fino in fondo all'ultima parte - il vertice del vulcano - e restarci fino allo scoppio dell'ordigno, il che mette fine alla nostra avventura. È indubbio che una volta acquisita l'armatura il gioco cominci a diventare sempre meno difficile. Tal ha a disposizione ben cinque vite, ed entrare nell'armatura gli consente di reintegrare le energie perse negli scontri. Gli esseri contro cui dobbiamo confrontarci, peraltro, non brillano per intelligenza, e una volta appresi i loro percorsi di spostamento schermo per schermo, non sarà troppo difficile sconfiggerli, malgrado la nostra unica arma siano delle semplici pietre.

Quando poi l'armatura è stata interamente rimontata e siamo in grado di volare e sparare ai nemici, il gioco rischia di diventare una passeggiata. Fortunatamente gli autori hanno previsto questo e, nella parte situata all'interno del vulcano, che occupa poco meno della metà della piuttosto vasta area totale di gioco, il percorso da seguire diventa decisamente più tortuoso. Ben difficilmente riusciremo a completare la nostra missione già dalla prima volta che saremo arrivati a quel punto; tanto più che, prima di arrivare in cima al cono vulcanico, dovremo rintracciare la mina a implosione e il negatore di particelle, nascosti nei meandri delle gallerie.

A causa della struttura a schermate fisse, inoltre, è necessario calibrare per bene i propri salti e portarsi in posizione favorevole per evitare o distruggere i nemici, che però "risorgono" una volta lasciato lo schermo. Tutto avviene però a un ritmo abbastanza pacato, sia perché i nemici sono più lenti di Tal, sia perché non abbiamo un limite di tempo entro il quale portare a termine gli obiettivi affidatici.

Da quanto abbiamo visto fin qui dovrebbe ormai essere chiaro che Antiriad è più che altro un gioco di pazienza e perseveranza. Se in altri giochi di piattaforme le doti che ci vengono richieste sono riflessi pronti e movimenti precisi fino ai pixel - vedi Manic Miner o Monty on the run -, in Antiriad quello che conta sono soprattutto la capacità di orientamento e la mancanza di precipitosità. Gettarsi a casaccio in mezzo agli alieni porta inevitabilmente alla sconfitta; ricordare i percorsi da seguire per spostarsi da uno schermo all'altro senza troppi danni è la chiave per la vittoria.


ASPETTI TECNICI
Nonostante la semplicità e la relativa ripetitività, Antiriad ebbe grande successo all'epoca in cui uscì. In effetti ancora nel 1986 sullo Spectrum raramente si erano visti sprite grandi, colorati e fluidamente animati come quelli che possiamo vedere nel gioco, malgrado il livello generale di dettaglio sia dei personaggi che degli sfondi non sia elevatissimo. Tal si muove in modo abbastanza convincente, mentre i nostri nemici sono animati ben più semplicemente, né d'altronde sono molto vari - una mezza dozzina in tutto. Nel complesso però la grafica è sufficientemente pulita e chiara. L'area di gioco consta di 71 schermi che occupano tre quarti dello schermo, mentre il quarto inferiore è occupato dal pannello informativo dell'armatura, utilizzabile da quando Tal la riattiva. Senza di essa non possiamo nemmeno sapere quante vite rimangono al protagonista.

L'audio rappresenta l'aspetto più debole del gioco. Abbiamo una musica nel menù iniziale, col tradizionale beeper dello Spectrum che imita - abbastanza fastidiosamente - un effetto di riverbero mediante un rapido alternarsi di note e pause (un espediente simile era stato utilizzato, con risultati più convincenti, l'anno precedente in World Series Baseball della Imagine). Oltre a ciò, qualche sparso e poco evocativo effetto sonoro.
The Sacred Armour of Antiriad è, nella sua essenza, un gioco di piattaforme a schermate fisse, e come tale risente di una meccanica di gioco che mostra il peso di tutti i suoi anni. Tuttavia, l'atmosfera apocalittica e l'aspetto non troppo datato lo rendono ancor oggi un classico con il quale cimentarsi. Chi ama i giochi di piattaforme (ed ha una buona dose di pazienza) troverà in Antiriad una sfida di alto livello. Se, d'altro canto, non amate questo tipo di giochi, provatelo comunque: potreste ricredervi.
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