Anteprima PC
Titolo del gioco:
The Town of Light
Data di uscita:
26 febbraio 2016
Genere:
Avventura in prima persona
Sviluppatore:
LKA.it
Produttore:
LKA.it
Distributore:
Steam (Prezzo: €18,99)
Multiplayer:
No
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Sito web:
Requisiti minimi:
S.O.: Windows 7/8/10 64bit - CPU: Intel Core i3 o equivalente AMD - Memoria: 4 GB RAM - Video: NVIDIA GeForce GTX 460, AMD Radeon HD 6770 con almeno 1 GB VRAM - DirectX: Versione 11 - Hard Disk: 10 GB - Audio: Compatibile DirectX
  • Lo stato di abbandono e degrado è ovunque.
  •  Gli incubi di Renée ci vengono rivelati dai suoi ricordi
  •  Gli effetti di luci ed ombre sono eccezionali
  •  Lunghe passeggiate ci attendono per il manicomio di Volterra
  •  Un vecchio proiettore ancora funzionante ci racconta vecchissime storie
  •  Le persone venivano spogliate di ogni cosa, anche della loro identità
  •  Degrado e abbandono...ma questi locali erano pieni di vita una volta...
  •  Le schermate esterne sono ben realizzate, ma gli interni sono ancora meglio
  •  Ecco Charlotte, la bambola di Renée...sente freddo poverina...
  •  Una finestra ci separa dal mondo esterno, ma anche la luce si rifiuta di entrare
Redattore:  Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri                        Inserito il:  17/02/2016
Una bambina rinchiusa in manicomio, in quanto pericolosa per se' e per gli altri. Incubo su Incubo, nei piu' remoti meandri della mente umana, si sviluppa la storia di The Town of Light.
Fa piacere ai giorni nostri scoprire che l'industria videoludica italiana esiste, e ha un cuore che batte forte, soprattutto quando si sviluppano titoli coraggiosi come The Town of Light.

Il mondo esplorato da LKA.it non fa parte dell'universo horror che siamo abituati a trovare in un videogioco: niente zombie, splatter o mostri di ogni genere ma tanta angoscia generata da un viaggio che si rivela inquietante e pericoloso proprio perché perpetrato all'interno della mente umana.

Anche se la psichiatria ha fatto passi da gigante, non riusciamo a dimenticare cosa avveniva nella storia più o meno recente quando il malato di mente non era da curare, bensì da rinchiudere per evitare che facesse del male a sé e soprattutto agli altri. Quante persone, considerate in passato reietti del mondo, sono state rinchiuse fra le mura di un manicomio, sottoposte a qualsiasi tipo di esperimento nel tentativo di scoprire le cause della malattia mentale? (Pure troppe -NdCJ) La storia purtroppo è piena di elettroshock, lobotomie, torture di ogni tipo su esseri umani che, secondo la mentalità di quel tempo, persone non erano più. Forse non esiste un orrore peggiore di questo, in quanto ci riporta a eventi reali vissuti e subiti da migliaia di persone, non partoriti dalla mente di uno sceneggiatore.

UNA STORIA SCONVOLGENTE

1938. Renée ha solo 16 anni quando viene rinchiusa tra le mura del manicomio di Volterra. La sua schizofrenia la rende incompatibile ad una vita normale in società, quindi meglio evitare che possa danneggiare altri. Ma i manicomi di allora non erano mai curativi (e probabilmente non lo sono mai stati...NdR) (Franco Basaglia ha scritto pagine illuminanti in proposito, per es. in La distruzione dell'ospedale psichiatrico (1964) o in Morire di classe (1969) - Nd Prof. CJ), anzi la nostra protagonista sprofonda in un vortice pericolosissimo di angherìe subite, di risposte non date, di torture più mentali che fisiche, utili solo a far peggiorare la sua situazione.

Adesso ci siamo noi, guidati dal suo ricordo vivente, accompagnati fra quelle mura che gridano ancora tanto dolore da risultare assordanti nel loro silenzio. Il manicomio di Volterra è stato chiuso nel 1978 come tutti gli altri in Italia (secondo la legge 180/1978 dovevano essere chiusi all'istante e sostituiti da strutture effettivamente terapeutiche; in pratica le solite lungaggini all'italiana hanno fatto sì che ancora fino al 2010 ve ne fossero in attività -NdCJ) e adesso giace lì, abbandonato, spaventoso perché ha ospitato davvero l'orrore e inquietante in quanto ci trasmette a ogni istante la paura di scoprire poco per volta dei segreti che forse dovrebbero rimanere sepolti.

The Town of Light

Gli sviluppatori, grazie ad un certosino lavoro di ricerca durante il quale si sono avvalsi del contributo del personale dell'istituto di allora e di planimetrie dell'epoca, sono riusciti a ricreare l'ambiente alla perfezione. Ora possiamo girovagare in uno dei più grandi manicomi mai esistiti in Italia, in grado di ospitare fino a 5000 pazienti nei tempi del suo massimo sviluppo.

Non si può non notare che tutto è rimasto come al momento della chiusura dell'istituto, con fogli sparsi qua e là, appunti, disegni, come un monito nei confronti dell'umanità stessa. Tutti segni che possiamo analizzare, leggere e poi abbandonare lì, senza la necessità di inserirli nel nostro inventario, ma comunque importanti per spiegarci la storia del posto che stiamo visitando. Accompagnati dalla nostra torcia quindi iniziamo la nostra avventura all'interno della struttura nel tentativo di seguire la strada indicata dai ricordi di Renée e di superare i piccoli enigmi che ogni tanto ci sbarrano la strada.

Ci si chiede fin da subito però chi impersoniamo noi realmente, se dei semplici accompagnatori oppure la stessa Renée in una confusione di identità fortemente voluta dai programmatori e che giova indubbiamente all'immedesimazione di gioco: un mistero che ci accompagnerà per buona parte dell'avventura, salvo poi all'improvviso svelarsi in tutta la sua stranezza.

Per quanto visto finora gli enigmi non rappresentano il fulcro del gioco, sono solo da contorno, anche perché è la trama a stare al centro, con un crescendo di scoperte che ci porteranno a svelare la storia della malcapitata protagonista.

COS'È LA FOLLIA ?

Una volta immersi nell'ambiente di gioco ci porremo più volte questa domanda. Le nostre scelte infatti saranno condizionate dallo stato mentale di Renée che, va detto subito, problemi di schizofrenia li aveva per davvero: di conseguenza converrebbe lasciare la logica da parte per riuscire a penetrare nella mente della protagonista, già spaventosa di suo ma che comunque è poca roba rispetto alla follìa che la circondava. Storie di torture, di continui attacchi alla dignità umana, di un perenne tentativo di annullare la personalità altrui tanto che, come ci dice la stessa Renée, "quando sei pazzo non esisti più".

Il gioco si articola in una serie di scelte che finiranno per influenzarne l'esito finale: saremo quindi responsabili del risultato e, quasi sicuramente, vorremo ricaricare il gioco per effettuare scelte diverse ed approdare ad un'altra conclusione.

Appare azzeccatissima la scelta dell'inquadratura in prima persona, con accompagnamento musicale abbastanza indovinato e soprattutto con un impatto grafico che sembra davvero all'altezza. Infatti gli ambienti, sono stati riprodotti fedelmente all'originale al punto da riuscire a trasmettere l'angoscia dei luoghi interessati grazie a giochi di luci ed ombre di sicuro impatto e a un dettaglio grafico particolarmente accurato. In poche parole l'atmosfera è davvero ben riprodotta, anche grazie all'alternarsi del periodo attuale con i ricordi della piccola Renée, appositamente disegnati in perfetto stile fumettistico.

Inoltre il gioco è compatibile con il controller (abbiamo utilizzato quello di Xbox 360 durante le prove) e soprattutto con l'Oculus Rift che dovrebbe fornire un'esperienza in prima persona davvero unica nel suo genere (ma con un esoso esborso di denaro! -Nd New_Neo).

Gli sviluppatori poi si stanno dedicando anima e corpo al gioco tanto che, sul loro sito, è possibile sfogliare il diario di Renée dove trovare tantissimi approfondimenti sulla trama; soprattutto vi sono riportati eventi che precedono il periodo di ricovero della nostra piccola protagonista. Durante la versione beta da noi provata, sono saltati fuori diversi crash, ma niente che non possa essere risolto entro la data di uscita.

Per quanto visto finora comunque The Town of Light stimola la nostra curiosità dal momento che si presenta come un'avventura interessante, diversa dai soliti canoni visti finora e in grado di farci percorrere un viaggio dentro l'incubo. Non ci resta che attendere, con ansia, la versione finale per continuare il nostro viaggio dentro gli incubi di The Town of Light

Modus Operandi: abbiamo potuto entrare e visitare il manicomio e conoscere la storia di Renée grazie ad un codice steam datoci da Laboratorio Comunicazione.

The Town of Light si presenta come un progetto interessante: si avvicina al genere horror ma non lo tocca quasi mai, eppure riesce a trasmettere un senso di angoscia e di immedesimazione visto raramente in un videogioco. Con un comparto grafico all'altezza, dettagliatissimo e curatissimo e con una storia tutta da scoprire, ha le carte in regola per appassionare i fan dei giochi di avventura.

Attendiamo con trepidazione la versione finale.