Recensione PlayStation 5
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Titolo del gioco:
Blades of Fire
Anno di uscita:
2025
Genere:
Action adventure in terza persona
Sviluppatore:
MercurySteam
Produttore:
505 Games
Distributore:
PlayStation Store
Multiplayer:
Assente
Localizzazione:
Solo testo (no audio)
Requisiti minimi:
Console della famiglia PlayStation 5 (PS5, PS5 Pro) - una connessione a banda larga - un account PlayStation Network - 48 GB di spazio libero sull'SSD - Prezzo: €59,99 (versione digitale), €59,99 (Day One Edition)
Box
  • Aran de Lira e Adso de Zelk insieme, pronti per mille e pericolose avventure.
  • Aran e al cospetto delle divinit&agrave; che lo aiuteranno a forgiare le armi all'interno della fucina.
  • Aran alle prese con la forgiatura dell'arma tramite il martello datogli dall'Abate Dorin prima di morire.
  • Visivamente Blades of Fire &egrave; un bel vedere.
  • Alcuni scenari sono davvero belli.
  • Siamo di fronte ad un nemico che ha un oggetto chiave importante per proseguire.
  • Con un attacco caricato potremo far fuori immediatamente l'avversario davanti a noi.
  • Anche qui si gode una bella vista.
  • Questa misteriosa donna sar&agrave; di supporto per la nostra causa.
  • Abbiamo appena forgiato uno spadone da utilizzare in battaglia.
  • Aran consola Adso, che sembra gi&ugrave; di morale.
  • Aran sembra in difficolt&agrave; a causa di un attacco magico da parte del nemico davanti a lui.
  • Un bel Troll da affrontare. Siccome &egrave; di grossa stazza i suoi attacchi sono lenti e prevedibili.
  • Aran e Adso sono arrivati in una nuova area. Freddo e neve caratterizzano quest'ambientazione.
  • Sa attaccheremo violentemente un nemico o se subiremo gravi danni, il corpo di Aran potrebbe essere insanguinato come in questo caso.
  • Contro questi avversari ultraterreni, l'arma deve avere una specifica runa in grado di colpirli.
  • Siamo nella prima area. Diversi incendi si vedono in lontananza... cosa sar&agrave; successo?
  • Ed ecco a voi la Regina Nerea in tutto il suo splendore taumaturgico! Aran la conosce bene sin dall'infanzia. Cosa sar&agrave; successo tra loro?
  • La key art ufficiale del gioco senza la scritta.
  • Una key art che vede tutti i protagonisti di Blades of Fire.
Redattore: Roberto 'New_Neo' Sorescu
Pubblicato il: 02-06-2025
Gli autori di Castlevania: Lords of Shadow e Metroid Dread tornano con un action adventure in terza persona che ricorda sia God of War che i souls.

Ciò che ha fatto Sony con la saga di God of War e FromSoftware con i souslike, sdoganando gli action RPG “difficili”, è stato ampliare a dismisura quella fetta di pubblico restia a immedesimarsi nell'eroe... quel protagonista che affronta le sfide morendo più volte, allo scopo di superare questo o quel boss provando emozioni intense.


In verità questi due generi, ovvero gli action adventure e gli action RPG ci sono sempre stati. Con l'evolversi della tecnologia gli sviluppatori hanno potuto esprimersi più liberamente, grazie all'hardware sempre più potente e versatile ad ogni nuova generazione. Che se ne dica o meno, l'attuale generazione di console (PS5 e Xbox Seriers X|S) non è così scarsa. Il problema sono i tempi di sviluppo nettamente più lunghi, diluendo l'uscita di titoli tripla A per sfruttare l'hardware come si deve. Ma non c'è sempre bisogno di spremere le macchine per tirare fuori capolavori. Clair Obscur: Expedition 33 è l'esempio più lampante, in grado di vendere oltre tre milioni di copie in poco più di un mese, grazie anche al passaparola dei giocatori. E stiamo parlando di un doppia A, nonostante l'apparenza possa ingannare.

Un altro esempio, a nostro avviso, interessante è stato l'arrivo di Blades of Fire di MercurySteam. Lo sviluppatore spagnolo si è fatto conoscere con la saga di Castlevania: Lords of Shadow (su PS3 e Xbox 360) e più recentemente, ma non troppo, con Metroid Dread per Nintendo Switch nel 2021. Il silenzio di quest'ultimi anni è stato il banco di prova per il progetto più importante sia in termini di produzione che di budget. Il risultato è quello di un action adventure in terza persona che si ispira a God of War e ai soulslike, per poi avere la sua precisa identità.


Dopo aver passato molto tempo in compagnia di Aran de Lira e del suo compagno Adso de Zelk, possiamo dire che l'opera di MercurySteam è una piacevole sorpresa in grado di dire la sua nel panorama degli action adventure in cui la narrazione ricopre un ruolo importante. Il particolare combat system legato con la forgiatura delle armi, crea una amalgama interessante spingendo a sperimentare.


Andiamo a scoprire cosa offre Blades of Fire nella nostra recensione!

FORGIARE LA NOSTRA STORIA

Come sempre è l'ambientazione e la storia a far ritrovare il protagonista Aran de Lira, che controlleremo, e il suo compagno di viaggio Adso alla volta di giungere davanti alla Regina Nerea che di fatto è l'antagonista. L'abate Dorin, che ha cresciuto Adso prima di esalare l'ultimo respiro, ferito a morte dai “cani della regina”, ha dato uno speciale oggetto ad Aran: il Martello dei Forgiatori. Questo manufatto può lavorare l'acciaio, una lega che a causa di un incantesimo proprio della Regina è stata tramutata in pietra in tutto il Regno - tranne che nel suo sfruttandolo per i suoi servitori -, rendendolo di fatto introvabile.


Grazie a questo speciale manufatto il nostro Aran viene trasportato nella Fucina dove, al cospetto delle divinità presenti, può forgiare liberamente le armi in base alle risorse trovate in giro per i vari scenari e sconfiggendo un numero sempre maggiore di nemici. Più forti sono quest'ultimi, migliori saranno le risorse ottenute. Il mito narra che il mondo sia stato plasmato da specifiche divinità che, con i loro martelli, hanno creato/forgiato tutto ciò che esiste, essere umani compresi. Essendo dotati di libero arbitrio, alcuni degli umani di sono opposti a questa realtà agendo nell'oscurità scoprendo la taumaturgia con i suoi terribili effetti. 

Ora i Forgiatori sembrano spariti nel nulla, così come i Martelli. Ma Aran del Lira sembra avere qualcosa di speciale: come faceva l'Abate a sapere di Aran? Perché Nerea, cresciuta insieme al protagonista, è divenuta così potente e spietata abbracciando totalmente la taumaturgia? Non stiamo parlando di un intreccio narrativo profondissimo, ma di una storia ben narrata in grado di tenere l'interesse anche grazie ad un impianto tecnico di tutto rispetto e di un gameplay variegato, ma mai complesso.


Ogni arma ha i suoi pregi e difetti, così come applicare ogni risorsa risulta fondamentale per forgiare armi ben fatte e resistenti. Nel mondo di Blades of Fire bisogna essere tutt'uno con la propria arma imprimendo il proprio spirito nell'acciaio. Se avremo tra le mani armi appropriate nessun nemico sarà impossibile da eliminare, anche quello più potente.

FORGIARE LA NOSTRA FORZA

Se Aran è quello che utilizzeremo sia per combattere che per forgiare, Adso fungerà da supporto nel leggere strane rune, invocare incantesimi per aprire passaggi, risolvere enigmi e altro che permetterà di proseguire con l'avventura. Il richiamo a God of War (qui la nostra recensione) non è così velato, anche se qui la relazione è ben diversa. Non mancheranno alcune battute tra di loro, ma il ragazzo è una fonte di conoscenza non indifferente ed ha la facoltà di utilizzare specifici oggetti trovati all'interno dei numerosissimi scrigni sparsi per il mondo di gioco. Questo permette ad Aran di affinare sia la forgiatura che l'uso delle fiaschette per ripristinare la salute. I richiami al genere soulslike sono evidenti, ma Blades of Fire prende strade differenti. Se da un lato l'incudine rappresenta il falò dove riposarsi ed utilizzare l'arte della forgiatura, dall'altro ci sarà il respawn dei nemici con le fiaschette, la salute e il vigore di Aran che aumenteranno tramite specifici oggetti. Una volta caduti sul campo perderemo l'arma impugnata che si tramuta in pietra, il resto non viene intaccato.


Il combat system si avvicina più ad un action che ad un RPG, fondandosi sulle caratteristiche distintive di ogni arma impugnata attraverso le capacità offensive come l'affondo e il taglio e quelle difensive come la parata, la schivata e il vigore. Ogni tasto del controller rappresenta uno attacco specifico che colpisce la parte alta, bassa e laterale (sinistra e destra) dei nemici. Ognuno di loro, una volta marcati, ha un alone che indica la capacità d'impatto. Se il bordo è verde possiamo colpire a piena forza, mentre con il giallo/arancione una percentuale del colpo verrà assorbita, infine col rosso non intaccheremo l'armatura. Potremo usare l'attacco caricato tenendo premuto il rispettivo tasto per sferrare fendenti al massimo della potenza, lasciando una finestra maggiore agli attacchi nemici se non calcoleremo bene i tempi. 

Ogni arma impugnata si deteriora, perdendo forza con l'utilizzo. Quindi bisogna controllare il suo decadimento ed effettuare al momento opportuno l'affilatura per ridarle efficienza, al costo di una porzione di robustezza. Ognuno avrà la sua arma preferita con cui si troverà a proprio agio (personalmente mi sono trovato bene con le armi a due mani come i martelli, asce e lance, più lente ma devastanti. -NdR). Le armi “minori” come i pugnali e le armi gemelle permettono attacchi rapidi consumando meno vigore. Man mano che si ottengono maggiori risorse e sfruttando le statue sparse per lo scenario, Aran forgia armi più potenti e aumentando la salute e il vigore - aprendo gli scrigni sparsi per lo scenario - così come la prestanza fisica.


In base alla forza dei nemici subiamo gli stessi attacchi che impartiamo noi, subendo danni. Nel mentre possiamo pararli, schivarli e contrattaccare al momento giusto in base all'arma che abbiamo. Il prode Adso ci fornirà tutte le indicazioni e le tattiche da usare per avere la meglio. Non ci saranno solo nemici classici, ma di più forti nonché gli immancabili boss che caratterizzano ogni macro area che esploreremo. 

FORGIARE LE NOSTRE ARMI

La caratteristica saliente dell'opera di MercurySteam è quella di forgiare liberamente le armi. Per sbloccarne di nuove serve uccidere un tot numero di uccisioni di specifici nemici, ottenendo la relativa pergamena per la forgiatura. Questa è una sezione in cui serve prestare attenzione, poiché in base alla risorse a disposizione dovremo scegliere la punta, il tipo di acciaio, il pomello e il legname. Se da una parte si migliora ad esempio l'attacco, dall'altro può andare a discapito della robustezza, del vigore, del costo dell'affilatura, della schivata e così via. Quindi serve la giusta analisi per ottenere un'arma ben bilanciata.


Una volta completata questa fase si passa alla forgiatura vera e propria, la quale rappresenta un minigioco a se stante, dove dare martellate allo scopo di avvicinare le grosse tacche grigie alla linea bianca che da forma all'arma. Se saremo bravi, capendo il meccanismo, potremo ottenere più stelle per le riparazioni incrementandone la durata. Se le risorse saranno sufficienti si potrà forgiare più di un'arma in modo da avere ricambi nei momenti più concitati.


Essendo la forgiatura legata al combat system, avere armi ben fatte permette di affrontare meglio e con meno fatica i nemici. Con quelli più potenti ed i boss servirà la giusta tattica, ma una volta capiti i loro pattern non sarà difficile avere la meglio. Pur con una semplicità di base, il combat system è efficiente e appagante dando quella soddisfazione nel mostrare le mutilazioni sui malcapitati ogni volta che useremo l'attacco caricato. Se ci si abitua al modo di combattere, Blades of Fire è in grado di appassionare.