GamesArk.it  Speciale  083
Spectrumpedia: un'opera italiana
Redattore:   Simone 'BoZ' Zannotti                          Pubblicato il:   07/11/2012
Quattro chiacchiere con Alessandro Grussu, autore della neonata Spectrumpedia, che ci parla di questa importante opera dedicata all'immortale "Spectrum".
PREMESSA

Non credo di sbagliarmi nell'affermare che è oramai difficile, se non praticamente impossibile, trovare in questo bistrattato Paese persone come Alessandro. E non parlo dell'impegno che egli mette quasi quotidianamente nella correzione di molti degli articoli che finiranno pubblicati sul nostro portale, dove da qualche anno svolge il delicato ruolo di caporedattore, ma di un altro suo aspetto per così dire "celato" sotto le vesti del raffinato insegnante di Filosofia e Scienze sociali, e che va ben oltre la sua tesi di Dottorato in Storia dell'Europa mediterranea e i suoi studi di Storia moderna e contemporanea. Parlo di una sorta di vita parallela o, se preferite, l'altra faccia della Luna, quella che mai vedremo perchè mai ci si parerà dinanzi. Una doppia vita che - mi immagino - lo porta arrivata una certa ora della sera a svestire i seriosi panni che si addicono a chi tratti di Ragion pura e Ragion pratica, hegelismo e nichilismo, per indossare quelli più casual-popolari del retrogamer sfegatato, inducendolo ad allenarsi per chissà quante ore allo scopo di vincere assurdi ed incomprensibili (per noi altri) campionati di retrogaming dedicati alla sua macchina da gioco per eccellenza: Monsignor lo ZX Spectrum. Ma non è assolutamente finita qui. Perchè, come abbiamo avuto modo di scoprire di recente, il nostro Caporale possiede anche la capacità di trasformarsi in - udite udite - scrittore e ricercatore di questa serie di computer la cui potenza e le cui specifiche tecniche indurrebbero al double-facepalm il più vetusto dei telefoni cellulari di questo secolo, farebbero alzare più di una volta il famoso sopracciglio di Spock e trascinerebbero al suicidio collettivo i campioni dei moderni First Person Shooter. Tutto questo per sfornare così, da un momento all'altro, un incredibile volume di più di 700 pagine interamente dedicate al "fantasmino" ideato da Sir Clive Sinclair. Che per la cronaca è sempre qui a farci compagnia, da trenta anni a questa parte. Alla faccia di snob, denigratori...e della nutrita schiera di sessantaquattristi ancora in circolazione.
Quello che segue è dunque il frutto di una breve chiacchierata con l'autore della Spectrumpedia: noi crediamo che meriti una lettura, se non altro perché dalle righe traspare una passione trascinante e genuina che, ne siamo certi, non potrà che contagiarvi. Soprattutto se avete vissuto l'epoca d'oro degli 8 bit.

Buona lettura,

BoZ





INTERVISTA AD ALESSANDRO GRUSSU, AUTORE DELLA SPECTRUMPEDIA


GamesArk.it: Come definiresti quest'opera dedicata al Computer di casa Sinclair?

A.G.: Direi che costituisce il tentativo, mai operato prima, di riunire criticamente in una sola sede trent'anni di conoscenza ed esperienza con lo Spectrum e derivati, sotto vari punti di vista: non solo storico o tecnico, ma anche culturale. Si tratta di un'impresa assolutamente nuova, specialmente per i lettori italiani, dato che malgrado anche nel nostro Paese lo Spectrum abbia avuto un buon seguito, specialmente nei primi anni dalla sua comparsa, la quantità di documentazione disponibile nella nostra lingua è decisamente esigua se confrontata a quello che si può trovare non solo in inglese - essendo lo Spectrum un computer di origine britannica - ma anche in spagnolo o in russo.

GamesArk.it: Com'è nato l'interesse per questa macchina? A quei tempi c'erano altre celebrità a 8-bit...

A.G.: Vedi, nel gennaio del 1984, quando avevo dieci anni e mezzo, un ragazzo che abitava al piano di sopra dello stabile dove allora vivevamo prestò per qualche giorno il suo Spectrum 16K a mio fratello. Ci passai su molto più tempo io di lui, al punto che mio padre, dopo qualche mese, me ne comprò uno a 48K! Lo Spectrum, con il suo design elegante e compatto - frutto, va specificato, di quel genio di Rick Dickinson -, la sua grafica nitida dai colori vivaci e soprattutto la sua facilità di programmazione, era un computer che incoraggiava a "metterci mano", stimolando la curiosità e la creatività di chi vi si accostava. Era uno spasso per me interrompere i programmi BASIC e modificarne il listato per vedere cosa succedeva! Non a caso ancor oggi lo Spectrum, tra i computer della sua generazione, è solitamente considerato la macchina degli "smanettoni". Clive Sinclair aveva voluto dare alle masse uno strumento per far sì che fossero protagoniste e non semplici spettatrici di una rivoluzione tecnologica epocale. Nel mio caso - ma non solo - posso dire che ci è riuscito pienamente!

GamesArk.it: Quando ti è venuta l'ispirazione e quali difficoltà hai incontrato nell'intraprendere quest'avventura?

A.G.: Il 24 aprile di quest'anno è caduto il trentesimo anniversario della presentazione ufficiale dello Spectrum. L'atmosfera di fermento determinata da questo fatto nella comunità internazionale di retrocomputing/retrogaming, non solo strettamente legata ai computer Sinclair, sicuramente ha avuto un peso importante nella mia decisione di comporre la Spectrumpedia. Più di tutto, però, ha contribuito la constatazione che, abbastanza stranamente, nessuno finora aveva ancora pensato a realizzare un'opera onnicomprensiva sullo Spectrum, cercando di vagliare fonti e conoscenze per offrire un quadro completo ed esauriente di tutto ciò che è necessario sapere su quel computer - con un occhio di riguardo, inoltre, alla situazione italiana.

GamesArk.it: Sappiamo che la comunità è ancora forte e vari sviluppatori continuano a sfornare nuovi titoli anche in quest'era piena di potenza grafica, ma di poche idee. Cosa li spinge a lavorare sapendo dei tantissimi limiti che impone un hardware a 8-bit?

A.G.: Consideriamo la situazione attuale. I videogiochi oggi hanno spesso budget superiori a quelli delle produzioni cinematografiche di Hollywood, ma dove sono l’originalità, la giocabilità e l’immediatezza dei titoli anni ’80? Quando vedo annunciato l’ennesimo seguito dello spara-e-fuggi in prima persona “X” o del gioco sportivo “Y” mi intristisco. Generi come le avventure dinamiche o gli strategici gestionali sono quasi scomparsi. Credo che questo spinga coloro che hanno vissuto l'epoca "pionieristica" dei videogiochi per home computer a cercare di ricreare quelle atmosfere ormai perdute. Poi c’è anche, per un autore, il piacere di mostrare cosa sia capace di fare con risorse hardware estremamente limitate per gli standard odierni. C’è qualcosa di poetico nel vedere giochi programmati per un computer la cui tecnologia risale a trent’anni fa, che occupano 40 KB di RAM o poco più, catturare l’attenzione dei giocatori ben più degli attuali colossi dalle richieste hardware esagerate. Un po’ come vedere i bambini giocare con le figurine o a nascondino ancora oggi.

GamesArk.it: La prima cosa che ti viene in mente quando pensi allo Spectrum è...

A.G.: La striscia quadricolore su fondo nero: eleganza allo stato puro!

GamesArk.it: Tre titoli: Il più complesso, il più divertente e quello che ha spinto di più l'hardware...

A.G.: Ahimè, non posso proprio rispondere a questa domanda... solamente tre titoli? non me ne basterebbero trenta, tanti e tali sono, anche andando al di là dei miei gusti personali, i giochi che dovrei menzionare! Per di più, la ripresa dell'attività di programmazione videoludica da parte della comunità del retrocomputing sta mostrando potenzialità dello Spectrum insospettabili persino nell'epoca di suo maggior successo. Per esempio, penso alle nuove modalità grafiche, alcune delle quali non richiedono nemmeno hardware aggiuntivo!

GamesArk.it: Tornando all'opera: quanto tempo hai impiegato a svilupparla visto che non sarà stato di certo facile organizzarla per renderla il più fruibile
possibile, soprattutto a chi non ha mai conosciuto l'era ottobittiana?


A.G.: Il 90% dell'opera è stato scritto esattamente in un mese e mezzo, dal 1° maggio al 15 giugno di quest'anno - un periodo che per chi lavora come docente nelle nostre scuole è estremamente intenso, pressati come siamo dalla chiusura dei programmi, dalle ultime verifiche, dagli scrutini di fine anno, dalle simulazioni degli esami di maturità, da adempimenti burocratici di ogni sorta (libri di testo, consegna registri, ecc.). Di conseguenza ho lavorato alla Spectrumpedia, preso dall' "eroico furore" della ricerca, giorno e notte, nel senso letterale del termine: non riuscivo ad addormentarmi se prima non finivo questo o quel paragrafo, col risultato che dormivo in media 5 ore...! Il restante 10% è venuto fuori da integrazioni, aggiustamenti e correzioni di tutti coloro che hanno letto l'opera in anteprima e che mi hanno dato consigli utili per migliorarla. Ho ritenuto pertanto doveroso ringraziarli nella prefazione e nel testo della Spectrumpedia. Allo stesso modo colgo l'occasione per ringraziare Fabio D'Anna di RetrogamingHistory e Marco Accordi Rickards e Alessia Padula di AIOMI e del VIGAMUS - VIdeoGAme MUSeum di Roma: hanno creduto nel mio progetto e mi hanno offerto quasi "a occhi chiusi" la possibilità di pubblicarlo per i tipi di UniversItalia.

GamesArk.it: Cos'hanno la macchine a 8-bit che oggi non vediamo più? Il divertimento nudo e puro che oggi non si avverte più?

A.G.: Per questa risposta vi rimando direttamente alla quarta domanda!

GamesArk.it: Cosa ne pensi dei molti remake e riadattamenti in chiave moderna di vecchie glorie del passato?

A.G.: Vi scorgo la prova tangibile di due fatti: che nel mondo dei videogiochi le idee geniali, per quanto semplici, non tramontano mai e che oggi siamo di fronte al primato del capitale sulla creatività. L'epoca "eroica" dei "bedroom programmers" sopravvive nelle coraggiose produzioni degli sviluppatori indipendenti, non certo nell'ennesimo rifacimento ultra-pompato e strombazzato, magari in alta risoluzione o in 3D, dei giochi di 15, 20 o 30 anni fa.

GamesArk.it: Cosa consiglieresti ai giovani di oggi dal punto di vista del divertimento elettronico?

A.G.: Beh, credo che ognuno debba seguire i propri gusti, dal momento che si tratta, appunto, di cose fatte per il divertimento... Mi limiterei a un invito a seguire di più la scena "indipendente" e a farsi condizionare di meno dalle strategie di marketing delle major.

GamesArk.it: Grazie come sempre per la tua grande disponibilità e ti faccio tanti auguri di cuore per la tua Spectrumpedia!

A.G.: Grazie a voi e a tutta GamesArk per il sostegno e l'apprezzamento! Ad maiora semper!!





DULCIS IN FUNDO...

Alessandro: l'insegnante e il Dottore, il giocatore e il caporedattore, il ricercatore e - un po' a sorpresa - lo scrittore. Ma, per noi tutti, è e sarà sempre il nostro...Caporale!
 Alessandro Grussu - al centro nella foto - presenta la Spectrumpedia al Vigamus, il Museo del Videogioco a Roma.
Per approfondire: