GamesArk.it  Speciale  019
Amiga, Amiga mia...
Redattore:   Lorenzo 'TAD' Di Gaetano                          Pubblicato il:   03/02/2009
Ripercorriamo insieme origine ed evoluzione del primo computer multimediale della storia, responsabile dell'introduzione di molti dei concetti che siamo oramai abituati ad utilizzare ogni giorno...
1985: Windows era una rudimentale e semi sconosciuta interfaccia grafica che girava sotto MS-DOS, Linux non era neanche un'idea, il "PC IBM Compatibile" più potente e costoso visualizzava 16 colori in 320x200 e il suono più elaborato che emetteva era un beep. In quello storico anno, qualcosa di grande suonò alla porta...

AMIGA: STORIA DI UNA MACCHINA INCREDIBILE
Gli anni 80 e i primi anni 90 sono stati degli anni molto particolari per l'informatica, con una situazione profondamente diversa da quella attuale. Oggi abbiamo tutti "i PC", macchine più o meno potenti ed equipaggiate a seconda delle specifiche esigenze ma, alla fine, tutti uguali. All'epoca quelli che oggi chiamiamo PC erano degli enormi e costosissimi scatoloni grigi, relegati ai data center e alle grandi aziende, non certo alle case di tutti. Nell'ambito consumer, invece, il panorama era quanto di più vivace e variegato si possa immaginare. Non esisteva uno standard, il mercato dell'informatica casalinga stava nascendo e tantissime pioneristiche aziende, la maggior parte delle quali oggi non esistono più, proponevano la loro visione del "computer". Ognuno di questi computer era unico e si distingueva dagli altri per qualche caratteristica peculiare.

Il 23 luglio 1985, in tutto questo marasma di soluzioni diverse venne presentata al Lincoln Center di New York una scatola magica, tecnologicamente avanti di almeno un decennio, che sbalordì il mondo intero e che pose le basi per quella che, oggi, tutti siamo abituati a chiamare "multimedialità". Il suo nome era Commodore Amiga 1000. Una meraviglia che fece tremare le gambe alla concorrenza. Si narra, per esempio, che in un'intervista del 1996 per Amazing Computing, Jean-Louis Gassée, CEO di Apple France, dichiarò: "Quando uscì Amiga, tutti in Apple eravamo terrorizzati a morte."

Frutto del genio di un ex ingegnere Atari, Jay Miner, che propose lo sviluppo di una rivoluzionaria macchina da gioco (ma successivamente ripensata come computer completo) basata sull'allora potentissimo processore Motorola 68000, la tecnologia amiga venne sviluppata inizialmente dalla Hi Toro, azienda fondata dallo stesso Miner e successivamente rinominata in "Amiga", grazie a un finanziamento di 7 milioni di dollari da parte di tre dentisti lungimiranti (e poi c'è chi dice che i dentisti non si fanno pagare troppo... NdFallingwater). Nel 1984 fu preparato il primo prototipo, chiamato Lorraine. Amiga cercò quindi dei finanziatori, e la stessa Atari propose una cifra, giudicata però troppo bassa. Fortunatamente, l'allora famosissima azienda Commodore Business Machines fece una proposta di ben 27 milioni di dollari e acquisì il marchio e la tecnologia Amiga, lanciando sul mercato il primo computer multimediale della storia.

SCIENZA E FANTASCIENZA
4096 colori su schermo in 640x512, audio a 4 canali digitali stereo, 25 canali DMA e una serie di coprocessori dedicati a grafica, suono e input/output totalmente indipendenti dalla CPU. Erano questi gli antenati delle GPU che oggi abbiamo sulle nostre schede grafiche e sulle console, ma concepiti e realizzati un quarto di secolo fa. Il tutto unito a un sistema operativo a finestre, che rendeva l'Amiga 1000 uno dei primi sistemi consumer al mondo ad essere dotato di multitasking preemptive e di una tecnologia di autoconfigurazione delle periferiche (chiamata appunto "autoconfig" e simile a quella che 10 anni dopo arrivò sui PC-Windows, e che fu chiamata "Plug And Play").
Tantissimi furono i modelli di Amiga, tra cui il più diffuso fu l'Amiga 500, la cui prima versione uscì nel 1987. Fu proprio grazie ad esso che Amiga arrivò nelle case degli utenti, anche perchè il suo prezzo era decisamente più basso rispetto alle versioni professionali come l'Amiga 2000, uscito nello stesso anno e ben più espandibile. Entrambi erano dotati della release 1.2 e 1.3 (dal 1988) di AmigaOS.
Iniziò così il mercato videoludico sulla piattaforma Commodore, di cui avrò il piacere di scrivere prossimamente. Ma Amiga non era solo gioco: grazie alle sue capacità multimediali all'epoca irragiungibili, Amiga divenne anche un eccezionale piattaforma per la grafica 2D e 3D. Su Amiga nacquero molti dei software di modellazione e rendering che oggi si usano nei comuni PC: Lightwave e Cinema4D, per esempio, che fino alla prima metà degli anni 90 furono largamente usati per la realizzazione degli effetti speciali di diverse serie TV (Seaquest, Babylon 5 e le prime stagioni di X-Files) e opere cinematografiche (il primo Jurassic Park).

Nel 1990 arrivò l'Amiga 3000 e la versione 2.0 del sistema operativo, che introduceva un desktop molto più moderno e anche graficamente più appagante. Questo sistema operativo venne portato anche sulla versione aggiornata dell'Amiga 500, chiamato Amiga 500 Plus. Nel 1992 uscì una curiosa variante dell'Amiga 500, chiamata Amiga 600, caratterizzata da una porta PCMCIA (quella che a tutt'oggi abbiamo nei portatili), dalla versione 2.05 di AmigaOS e soprattutto da dimensioni ridottissime, ottenute grazie all'eliminazione del tastierino numerico. Fu inoltre il primo Amiga di fascia bassa ad offrire, opzionalmente, un hard disk interno.

E' qui che comincia il declino di Amiga, proprio nel periodo in cui aveva raggiunto una maturità software invidiabile e in cui videoludicamente sembrava irragiungibile. I PC cominciavano ad avvicinarsi alla sua potenza, anche grazie all'arrivo delle prime schede video VGA a 256 colori. Il passaggio dal chipset OCS (quello iniziale) all' ECS (quello di A500+,A600,A3000) non aveva portato grossi miglioramenti. Inoltre, per via di un marketing non proprio azzeccato, molte persone si convinsero che Amiga non era altro che una console da gioco con la tastiera e che i PC, invece, erano i computer "professionali". C'era bisogno di un aggiornamento!
Nel 1992 venne quindi annunciato Amiga 4000, un sistema dotato di un nuovo chipset, chiamato AGA (Advanced Graphics Architecture) capace di visualizzare 262144 colori contemporaneamente a risoluzioni molto alte ed equipaggiato con AmigaOS 3.0. Amiga 4000 rappresentava una soluzione professionale, di cui successivamente venne anche rilasciata una versione di "fascia bassa" chiamata Amiga 1200. Anche questa era dotata di AGA e AmigaOS 3.0, ed era considerata da molti amighisti una delle macchine migliori in assoluto.
Nonostante gli sforzi, però, gli errori di Commodore l'avevano portata in una situazione di seria difficoltà economica. Come ultimo tentativo, sbagliando ancora clamorosamente, nel 1993 la ditta portò sul mercato una console da gioco chiamata Amiga CD32, tra le prime console a 32 bit dotata di lettore CD. Purtroppo non era altro che un Amiga1200 senza tastiera, con un lettore CD e con un chip particolare, chiamato Akiko, che serviva per la conversione cosiddetta "chunky-2-planar" (utile per i giochi 3D che su PC cominciavano a spopolare). Purtroppo questo chip non fu praticamente mai usato; inoltre i giochi per il CD32 non si differenziavano da quelli per l'Amiga1200 se non per qualche filmato in full motion e per una colonna sonora riprodotta da CD. I giochi per il 1200 erano poi anche più facilmente copiabili: nel 1993 un masterizzatore non era esattamente alla portata di tutti.

LA FINE DI UN MITO?
Nonostante nel 1994 fosse quasi pronto un nuovo, potentissimo chipset, chiamato AAA, in Aprile Commodore dichiarò la liquidazione volontaria per tutelare gli ormai soffocanti creditori. Comincia così un'incredibile e tragicomica girandola di acquisizioni e passaggi di mano del marchio e delle tecnologie Amiga. Inizialmente, nel 1995, un'azienda tedesca chiamata Escom acquisì la tecnologia Amiga e rimise in produzione gli Amiga 1200, per la prima volta non marchiati Commodore. Ma, purtroppo, l'anno successivo anche Escom andò in bancarotta. Così, nel 1997, il marchio Amiga passò all'americana Gateway che creò "Amiga Inc.". Quelli furono gli anni in cui Amiga, tramite l'ausilio di apposite schede acceleratrici, approdò a una nuova categoria di processori, i PowerPC, che sono tutt'ora l'architettura principale su cui gira l'attuale AmigaOS. Nel 98 uscì così, dopo anni di fermo, il nuovo aggiornamento del sistema operativo: AmigaOS 3.1. Questo includeva importanti novità come l'architettura BOOPSI e, conseguentemente, la nuova interfaccia grafica MUI (Magic User Interface) e AHI, un'api di astrazione hardware per la gestione del suono. Infatti, oltre alle schede acceleratrici, Amiga vantava anche delle ottime schede audio che permisero di superare i limiti dell'ormai datato (e mai aggiornato!) chipset Paula. Dopodichè ci fu ancora un altro passaggio di mano: nel 1999 la Amino Development acquisì marchio e brevetti e si rinominò in Amiga.

Nel settembre 2000 AmigaOS raggiunse la versione 3.9, l'ultima in assoluto per processori della serie 68000. Successivamente, nel 2001, AmigaOS4 venne annunciato come sistema operativo puramente PowerPC, per gli Amiga classici dotati di schede acceleratrici PPC e per una scheda madre MAI Logic TeronCX, rinominata "AmigaONE" e distributa da Eyetech, seguita nel 2002 da una versione riveduta e corretta. Amiga, almeno nella sua incarnazione ufficiale, si trasferisce definitivamente sulla piattaforma PowerPC. Da non dimenticare anche alcuni progetti particolari come Amithlon, un AmigaOS 3.9 in grado di girare sui comuni PC grazie a un velocissimo strato di emulazione 68k, rendendo i PC equipaggiati con questo sistema i più veloci amiga classic immaginabili. Purtroppo questo progetto fu bloccato, per paura che potesse andare in concorrenza con lo sviluppo di AmigaOne e AmigaOS4. Ancora un'altra scelta infelice nella storia della sfortunata piattaforma.

AMIGA NEL 2009
Amiga è, probabilmente, l'unico caso nella storia dell'informatica in cui una piattaforma commercialmente morta da 15 anni viene comunque aggiornata, tentando di darle nuova vita, al di la del retrocomputing.
Frutto di alcune caratteristiche che altri sistemi tuttora non hanno, e grazie a una piccola ma instancabile community sparsa per il mondo, il computing Amiga-like sembra avere raggiunto una nuova vitalità. Ovviamente, in un mondo (giustamente) dominato da macchine modulari e assemblabili, non c'è più la possibilità di creare un sistema totalmente custom come si faceva all'epoca, ma il sistema operativo ha resistito alle intemperie. E' infatti a tutt'oggi possibile usarne l'ultima incarnazione (AmigaOS 4.1, sviluppato dalla belga Hyperion Entertainment) su un hardware tutto italiano: Sam440, una scheda PowerPC e, da pochissimo, anche girare schede Pegasos II nate per MorphOS. In questo modo è di fatto reso possibile avere in dual boot sullo stesso hardware i due principali sistemi amiga commerciali attualmente esistenti.

Ma non c'è solo la versione ufficiale: ci sono anche altri sistemi che, in modo più o meno marcato, riprendono la filosofia amighista. Restando sempre nel campo dell'hardware "alieno" c'è il già citato MorphOS, che gira su delle schede PowerPC chiamate Pegasos e sviluppate da Genesi. Per chi non avesse intenzione di comprare hardware particolare esiste invece un incredibile progetto, iniziato negli anni 90, per la scrittura open source e multipiattaforma di un sistema operativo compatibile a livello sorgente con AmigaOS 3.1. Questo progetto si chiama AROS, ed è seguito da un piccolo ma eccezionale gruppo di sviluppatori. La caratteristica più interessante è che è l'unico sistema Amiga like nativo che gira anche sui comuni pc x86, anche se il supporto hardware è ancora abbastanza limitato. Provatelo, se volete vedere quanto potrebbe essere veloce il vostro PC con un sistema operativo davvero leggero e scattante. A tutt'oggi ci sono alcune attività commerciali su internet che forniscono hardware di ricambio e software, schede acceleratrici, se non addirittura modelli interi spesso ancora negli imballi originali. Un oggetto particolarmente singolare è il minimig, un Amiga 500 riprogrammato interamente in un FPGA!
Amiga 600, l'amiga più piccolo della storia e il primo di fascia consumer ad avere un HD interno opzionale.
Amiga 500, il primo amiga di fascia bassa. Probabilmente il più diffuso in assoluto.
1985: Amiga 1000, il primo Amiga della storia. La rivoluzione inizia!
AmigaOS 4.1, l'ultima incarnazione "ufficiale" del sistema operativo Amiga.
Un fotogramma della mitica "Boing demo", catturato grazie all'emulatore WinUAE per Windows.
1984: Il primo prototipo di Amiga, chiamato "Lorraine".
Amiga Walker, un prototipo presentato dopo il fallimento di commodore. Mai commercializzato.
La mitica "manina", la schermata iniziale degli Amiga dotati di kickstart 1.x.
AmigaCD32, l'ultimo passo falso di commodore prima del crac.
i case della Micronik per Amiga 1200 e 4000 hanno donato a queste macchine nuove possibilità di espansione
una scheda acceleratrice per Amiga 1200: nella fattispecie si tratta della Blizzard IV, prodotta dalla Phase V, che monta una CPU Motorola 68030 a 50 mhz e coprocessore matematico 68882, insieme a 8 mb di fast ram.
Questo "mostriciattolo" monta invece uno strepitoso PowerPC 603e fino a 240 mhz ed un 68040 o 68060 fino a 50 mhz (utile per la retrocompatibilità), più fino a 256 mb di ram. L'oggetto del desiderio definitivo per i possessori di Amiga 1200!
Amiga 1200, considerato uno dei migliori modelli Amiga classic mai esistiti.
Deluxe Paint della Electronic Arts. Storico programma di grafica per Amiga.
Amiga Forever, della italiana Cloanto. Un concentrato di storia Amiga, con filmati e documenti originali, con un emulatore preconfezionato e pronto all'uso.
un marchio che, ne siamo certi, rimarrà per lungo tempo nel cuore di molte persone.
l'incredibile conversione di Quake per Amiga è giunta nell'estate del 1998 grazie alla software house Click Boom: un progetto da molti ritenuto impossibile, divenuto invece realtà.
i chip del kickstart 3.1: in pratica "la parte hadrware" del Sistema Operativo 3.1 di Amiga
Con il tramonto di Amiga arrivò la fine anche per tutti i magazine ad essa dedicati. Nella foto l'ultimo numero dell'inglese Amiga Power. Sad but true...
Tra tutti i joystick per Amiga, il TAC-2 merita una menzione per la sua estrema robustezza.
Ecco la confezione di AmigaOS 4.1, l'ultima incarnazione del sistema operativo.
I 5 floppy di sistema in dotazione con gli Amiga dotati di AmigaOS 3.0
Bars and Pipes è stato uno degli applicativi più utilizzati dai musicisti professionisti che hanno lavorato su Amiga. Alla faccia dell'Atari ST...
Enigma Amiga Life, nata dalle ceneri di Enigma Amiga Run, è stata specie negli ultimi anni LA rivista di Amiga in Italia.
Per approfondire: