Recensione X-Box 360
Titolo del gioco:
Halo: Combat Evolved Anniversary
Anno di uscita:
2011
Genere:
First Person Shooter
Sviluppatore:
343 Industries
Produttore:
Microsoft Studios
Distributore:
Microsoft
Multiplayer:
Co-op e competitivo, locale e online
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Sito web:
Requisiti minimi:
.
  •  Grafica originale...
  •  ...e, premendo un bottone, si passa alla grafica moderna.
  •  Respingiamo un assalto Covenant
  •  A spasso con il Warthog
  •  Fondiamo lo scudo a quell'Elite!
  •  Un momento cruciale della storia.
  •  Scontro ravvicinato
  •  Dovremo anche compiere incursioni sulle navi Covenant.
  •  I filmati prerenderizzati non permettono di essere visualizzati con la grafica originale.
  • Un luogo curioso...
Redattore:  Silvano 'Avion' Iorizzo                        Pubblicato il:  07/12/2011
In occasione del decimo anniversario della sua uscita, il capostipite di uno dei portabandiera delle console Microsoft torna in una versione rivista ma comunque fedele all'originale. Avrà retto allo scorrere del tempo?
I First Person Shooter nacquero essenzialmente con Wolfenstein 3D, che, pur non essendone il primo esponente, fu il gioco che li rese popolari. Per anni il genere rimase appannaggio dei PC, mentre alcuni tentativi fatti sulle console si rivelarono sostanziali fallimenti (con qualche lodevole eccezione come GoldenEye 007 di Rare per Nintendo 64, 1997 -NdCJ).
Poi, nel 2001, Bungie Software fece uscire per la neonata XBox un gioco destinato a fare storia: Halo: Combat Evolved. Questo gioco mostrò che, con il giusto impegno, era possibile realizzare un’esperienza FPS godibile anche su console.
A distanza di dieci anni, 343 Industries, studio nato da una costola di Bungie e attualmente al lavoro su Halo 4, produce un remake per l’attuale console Microsoft. Vediamolo insieme.

BENVENUTI SU HALO

Per i pochi che non sapessero nulla della trama di Halo: Combat Evolved, ecco una breve panoramica. Gli esseri umani sono da qualche tempo in guerra contro i Covenant, un’alleanza di razze aliene decisa a sterminare l’umanità per motivi religiosi. Dopo aver perso il pianeta Reach, i superstiti, guidati dal capitano Keyes e dall’intelligenza artificiale Cortana, fuggono lontano dalla Terra per evitare che ne sia scoperta la posizione e trovano Halo, un manufatto ancestrale a forma di anello e grande quanto un pianeta, la cui superficie interna possiede atmosfera e vegetazione. Gli umani non sanno bene cosa troveranno là, ma sanno che è importante dato che i Covenant cercano in tutti i modi di tenerli alla larga. Per affrontare i pericoli imminenti viene risvegliato dall’ibernazione John-117, detto Master Chief (dal suo grado militare, Master Chief Petty Officer), uno degli ultimi Spartan rimasti dopo la caduta di Reach. Gli Spartan sono enormi guerrieri geneticamente potenziati, in grado di affrontare pericoli al di là delle capacità dei normali soldati, anche grazie alla loro pesante armatura dotata di scudo energetico. Master Chief dovrà guidare la lotta di sopravvivenza degli umani, impegnandosi nella scoperta dei segreti di Halo.

NULLA È CAMBIATO, TUTTO È NUOVO

I nostalgici del gioco originale si troveranno sicuramente a proprio agio riprendendo in mano il joypad per questa nuova incarnazione. Infatti 343 Industries, invece di reinventare la ruota, ha deciso di riproporre esattamente il codice originale del gioco, aggiungendo qualche nuova feature. La più importante è la nuova veste grafica, basata su un engine prodotto da Saber Interactive che porta l’aspetto visivo all’altezza delle produzioni odierne. Non molto, in realtà: mentre gli ambienti sono diventati molto più realistici, grondanti di dettagli, colori ed effetti prima impensabili, i modelli dei personaggi si rivelano piuttosto deludenti, decisamente al di sotto di Halo: Reach, benché rappresentino comunque un notevole miglioramento rispetto al gioco originale. Come faccio ad affermare questo con certezza, nonostante non abbia mai giocato, a parte qualche prova fugace, a Halo su XBox, e se l’avessi fatto ci sarebbero comunque di mezzo dieci anni a deteriorarne - o migliorarne - il ricordo? Perché è sufficiente una pressione del tasto Select per fare un salto tecnologico nel passato e ritrovarsi a giocare con la grafica originale! Questo è stato reso possibile facendo girare in contemporanea i due motori grafici, cosa che permette di chiudere un occhio sulla qualità non eccelsa della grafica ammodernata. I nostalgici potranno quindi rinverdire il proprio ricordo sbiadito, mentre chi non ha mai giocato l’originale potrà vedere scorrere sotto i propri occhi, in pochi secondi, dieci anni di progresso tecnologico in campo videoludico; il giochino del com’era/com’è è più interessante di quanto si possa credere prima di provarlo e la curiosità spesso prenderà il sopravvento, portando a fermarsi per osservare i cambiamenti avvenuti. Probabilmente però la maggior parte dei giocatori finirà per utilizzare la grafica ammodernata (disponibile anche in 3D, se il vostro televisore lo permette!), anche perché sarà l’unico modo di vedere e attivare certi terminali che 343 Industries ha aggiunto all’interno dei livelli, i quali permettono l’accesso ad alcune registrazioni che mostrano inediti retroscena della trama.
Ma non è solo la grafica ad essere stata rivista. Una delle icone della serie è la sua colonna sonora, e per evitare di usare una versione di qualità bassa rispetto agli standard odierni si è deciso di inciderla ex novo, facendola eseguire dall’orchestra della Skywalker Sound, lo studio audio di George Lucas, uno dei migliori - se non il migliore - del mondo. Spiace constatare che la stessa attenzione non è stata riservata al doppiaggio italiano, che è ancora quello originale, dotato di diverse voci e interpretazioni inadatte o addirittura imbarazzanti.
Un’altra piccola aggiunta è il supporto a Kinect, che però si limita all’impartizione di alcuni comandi vocali. Il più interessante è quello che permette di eseguire la scansione dei nemici e degli oggetti inquadrati, aggiungendoli così a una enciclopedia che ne mostrerà tutte le informazioni.

INVECCHIATO COME UN BUON VINO

Oltre alla grafica, nulla è diverso dall’originale. Gameplay e missioni sono esattamente com’erano, e contrariamente a quanto si potrebbe pensare si rivelano all’altezza dei giochi attuali. I livelli sono talvolta lineari, talvolta aperti, con la possibilità di scegliere in quale ordine conseguire i diversi obiettivi, e vantano dimensioni ampie - tanto da richiedere spostamenti sul Warthog, la jeep delle truppe terrestri, per non perdere ore camminando - benché non quanto gli Halo più recenti. D’altronde, all’epoca si dovevano fare i conti con una RAM di soli 64 MB, contro i 512 dell’attuale XBox 360. Ciononostante fa impressione vedere cosa fosse in grado di fare Bungie già all’epoca: spesso la sensazione è quella di stare giocando a un prodotto recente, non di un’altra epoca ludica.
Il feeling è lo stesso di tutti gli Halo: un gioco non velocissimo ma non per questo più facile o meno intenso, vista la mole di avversari che ci si trova ad affrontare. L’intelligenza artificiale dei nemici si rivela molto buona, benché risalga a dieci anni fa. Ciascuna tipologia ha un suo pattern comportamentale particolare: vedremo i piccoli Grunt fuggire terrorizzati vedendo i loro compagni abbattuti, i Jackal ripararsi dietro lo scudo o nascondersi dietro gli ostacoli per poi esporsi il minimo indispensabile a sparare, gli Elite esibirsi in schivate al momento giusto o caricare furiosamente quando il loro scudo energetico cede, eccetera. Sarà possibile cercare di attirarli verso una posizione vantaggiosa da cui colpirli, ma non è detto che cadano sempre nella trappola! Ci viene in aiuto una intelligente mira assisitita, uno dei marchi di fabbrica di Halo, che blocca il mirino sul nemico finché lo spostamento laterale (nostro o dell’avversario) è contenuto in pochi gradi, così da aiutare a mirare con il joypad senza mai sostituirsi al giocatore.

MULTIPLAYER

Dieci anni fa XBox era appena nata e non vantava ancora il servizio Live. Il multiplayer di Halo fu così limitato al co-op e al versus locali, in split screen. Oggi questo limite non esiste più, quindi sarà possibile affrontare l’avventura anche in co-op online, ma sempre limitato a due giocatori, invece che i quattro degli Halo più recenti.
Il multiplayer competitivo sfrutta invece il motore di Halo: Reach. Di fatto le mappe incluse, remake delle sei originali di Halo più una nuova mappa Sparatoria, sono livelli aggiuntivi per l’ultimo gioco di Bungie, giocabili sia usando il disco di Anniversary, sia scaricandole come map pack sfruttando un codice contenuto nella confezione, giocandole poi con il disco di Reach inserito nella console.
Halo: Combat Evolved è invecchiato molto bene. E’ ancora un grande gioco, di quelli che bisogna assolutamente provare, e l’operazione di ammodernamento - su tutte la nuova grafica, sostituibile in tempo reale con quella originale e viceversa - lo rende imperdibile. Vi piacciono gli FPS? Dovete averlo. Odiate gli FPS su console? Cambierete idea. Amate i giochi con una buona trama e personaggi carismatici? E’ il prodotto per voi. L’unico buon motivo per farne a meno è aver già giocato altri titoli della serie e averli detestati.
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