Recensione PC
Titolo del gioco:
Prey
Anno di uscita:
2006
Genere:
FPS - sparatutto
Sviluppatore:
Human Head
Produttore:
2K Games
Distributore:
Take 2
Multiplayer:
Deathmatch max 8 player
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Sito web:
Requisiti minimi:
Intel Pentium 4 2.0Ghz / AMD Athlon XP 2000+, 512MB RAM, 2.2GB di spazio libero, Microsoft Windows 2000 o XP Sp2, DirectX 9.0c (incluse nel cd)
  • Tutto questo ammasso di ferraglia mi mette pauuura!
  • Da notare gli scambi direzionali di Prey...
  • Bella la caratterizzazione grafica di questo alieno!
  • Sembrerebbe un Buddah versione aliena...
  • Da notare i bellissimi giochi di luce di Prey...
  • Neanche nei peggiori incubi vorrei trovarmelo di fronte!
  • Semplicemente fantastico!
  • Vorresti tornare sulla Terra eh, Tommy?
  • Il nostro spirito guida ci accompagnerà  nell'avventura!
  • Un altro particolare dei paesaggi di Prey...
Redattore:  Enrico 'Cifo' Tiezzi                        Pubblicato il:  27/09/2006
Correva l'anno 1997 quando il progetto PREY venne annunciato al grande pubblico dalla 3D Realms. Da allora sono passati 10 anni e tanta acqua sotto i ponti, ma si potrebbe dire che per molti aspetti è valsa l'attesa.
Prey è infatti uscito sugli scaffali dei nostri negozi con diversi nuovi spunti e focalizza l'interesse di chi lo gioca sulla nuova interattività. Protagonista delle vicende, nonchè nostro alterego, sarà Tommy, un nativo americano di origine Cherokee, che vive in una sperduta riserva, in compagnia del nonno e della fidanzata Jen. Questa si occupa della gestione di un bar, spesso frequentato da gente poco raccomandabile. Ed è proprio all'interno del locale che il gioco ci scaraventerà nella primissima fase, nella quale apprenderemo tutta l'insoddisfazione di Tommy per lo scorrere poco utile della sua vita fino a quel momento. Assisteremo inoltre ad una discussione tra il nostro personaggio e Jen, al contrario appagata dalla sua esistenza e per questo non propensa ad abbandonare tutto. E' qui che improvvisamente la trama della vicenda viene stravolta completamente; ed è forse un peccato, perchè le premesse per la realizzazione di una storia originale c'erano tutte, supportate da una straordinaria interattività con l'ambiente esterno, ma il giocatore si renderà suo malgrado conto di trovarsi di fronte ad un canovaccio già visto e rivisto: riuscire a sopravvivere eliminando qualsiasi cosa che si muove e attraversando chilometro su chilometro lunghe gallerie.

Tommy, la fidanzata e il nonno vengono perciò rapiti da una navicella aliena, mediante misteriosi raggi verdi provenienti dal cielo, che aspirano tutto e tutti. Vengono catapultati in una realtà completamente diversa, fatta di grida di dolore, macchinari di tortura e ambienti bui, abitati da terrificanti creature aliene bramose di effettuare esperimenti di ogni sorta sui cosiddetti umani. Dopo aver liberato mani e piedi dalla morsa delle tenaglie aliene che lo hanno imprigionato, Tommy, armato di sola chiave inglese, assiste impotente alla tragica fine del suo caro nonno: è qui che inizia la sua/nostra avventura alla ricerca della libertà, per il ritorno alla vita, quella che pochi istanti prima avevamo superficialmente rinnegato.

Guidati dallo spirito del nonno, apprenderemo in varie fasi i poteri degli antichi sciamani, primo su tutti quello che ci consentirà di fuoriuscire dal nostro corpo e vagare sotto forma di spirito armato di arco. E proprio servendosi dei diversi poteri che ci vengono conferiti, non temeremo più la morte: quando la barra dell'energia si esaurirà, infatti, l'anima del nostro eroe si dissocerà dal corpo, per raggiungere un luogo nel quale le sue energie verranno ristabilite e si ricongiungeranno col corpo nel punto esatto del suo decesso. Questa originale soluzione rende possibile uno stile di gioco spregiudicato e privo di tanti tatticismi.
Oltre a tale nuova concezione di gioco, Prey punta molto sull'insolita struttura dei livelli: essi sono infatti molteplici, grazie all'ampio uso che nel gioco è stato fatto dei cambi direzionali e gravitazionali. Ci saranno così stanze a gravità variabile, modificabile colpendo i correlati interruttori. La forza di gravità è infatti una caratteristica peculiare del gameplay, che bisognerà sfruttare a dovere secondo le esigenze. Questa non linearità dei livelli è senz'altro un aspetto stimolante, dato che nei comuni giochi a livello è necessario proseguire verso una "linea immaginaria" che porta alla fine della mappa. Il level-design è sicuramente la parte più innovativa del gioco, ma un tocco di originalità in più è dato anche dal teletrasporto. Il rischio è che lo sproporzionato utilizzo di tutti questi nuovi elementi possa far storcere il naso, apparendo come qualcosa di già visto nel corso del gioco.

L'arsenale a nostra disposizione non è molto ampio (appena sette armi), ma riesce a stimolare il giocatore e a non essere scontato: infatti alcuni alieni saranno immuni a certe armi e dovremo essere bravi a scegliere quella efficace per ucciderli. L'arma più particolare del gioco è senza dubbio la "Leech Gun", una specie di arma laser ricaricabile grazie a bocchettoni di energia sparsi per la mappa. Ad energie diverse corrispondono effetti diversi e, anche in questo caso, starà a noi scegliere il bocchettone più adatto all'evenienza.
Bisogna poi fare una considerazione: spesso gli sviluppatori sentono la necessità di far pagare al giocatore gli errori commessi. Anche in questo caso, in barba a tutti gli standard degli FPS, Prey si pone l'obiettivo di rendere l'esperienza di gioco il meno frustrante possibile. Le munizioni infatti, sono dispensate a seconda delle necessità grazie a comode stazioni di rifornimento, che tendono a rifornire proprio di munizioni che sono state più sprecate dal giocatore. Inoltre le armi di base garantiscono un minimo di munizioni sempre disponibile. Per rendere il gioco ancora più "rilassante" è stata introdotta la figura di Talon, lo spirito guida. Sarà anche questo volatile spirituale a guidarci e a fungere praticamente da checkpoint, svolazzando sugli oggetti d'interesse, mostrandoci la retta via attraverso gli intricati corridoi. E' una tecnica semplice, ma estremamente efficace. Prey è anche per questo uno degli sparatutto meno frustranti e più intuitivi mai realizzati fino ad ora.

Graficamente ci troviamo di fronte ad ambienti eccezionalmente curati in ogni dettaglio e resi ancora più spettacolari da efficacissimi effetti di luce. Unica pecca riscontrata è la ripetitività dei corridoi della navicella. Il gioco, testato da noi su PC, richiede una dotazione hardware di caratura superiore alla media, mentre risulta fluido su Xbox 360.
La colonna sonora del gioco risulta coinvolgente e gli effetti audio ci calano convincentemente nella parte dello sventurato Cherokee.
La nota dolente di Prey è rappresentata dalla scarsa intelligenza artificiale (I.A.) dei nemici, che ne penalizza fortemente, assieme ai vari aiuti del gameplay, la longevità: il gioco è infatti terminabile in una decina di ore. Proprio per questo i giocatori più esperti potrebbero non apprezzare del tutto, anche perchè supportati da una modalità online che si riduce ad un comunissimo Deathmatch.
In conclusione si potrebbe affermare che Prey è un buon titolo, reso ottimo dal concentrato di idee innovative che rappresenta, tutte incorporate dal suo originalissimo gameplay. Chi lo acquista può già prepararsi, purchè dotato di un discreto hardware, a piacevoli momenti di divertimento videoludico, che cesseranno però purtroppo prima di quanto si sarebbe desiderato. Ma come si suol dire: "le cose belle finiscono sempre troppo presto!"
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