Recensione X-Box 360
Titolo del gioco:
Deadlight
Anno di uscita:
2012
Genere:
Platform
Sviluppatore:
Tequila Works
Produttore:
Microsoft Game Studios
Distributore:
Microsoft
Multiplayer:
No
Localizzazione:
Solo testo, no audio
Sito web:
Requisiti minimi:
Xbox 360 - costo 1200 MP
  •  Un bel salto per poi scivolare su quel tetto. Chi è l'Uomo Ragno in confronto a noi ?
  •  La grafica di questo gioco è un piccolo capolavoro. Osservare la cura per i dettagli, prego....
  •  Gli intermezzi del gioco sono in puro stile fumettistico. Carini.
  •  Bloccati su quel furgone e circondati da zombie famelici. Forse quel cavo in alto può essere d'aiuto?
  •  Con un'ascia in mano ci sentiamo più sicuri. Ma i non-morti hanno il brutto vizio di rialzarsi dopo i colpi.
  •  L'ascia avrà il suo fascino, ma una pistola è molto meglio.
  •  Tutto è andato in rovina ormai. Meglio sbrigarci... le sorprese possono celarsi dietro ogni angolo.
  •  Un bell'incontro romantico, indubbiamente...
  •  Altra bella schermata d'intermezzo. Il tizio raffigurato è ovviamente il protagonista del gioco.
  •  Troppo buio e troppo silenzio in questa locazione... meglio non fidarsi ?
Redattore:  Giuseppe 'Isg71' Iraci Sareri                        Pubblicato il:  29/08/2012
Scenari post-apocalittici, ombre inquietanti, zombie a iosa e poi correre, correre e ancora correre... Tutto questo è Deadlight!
Il gioco proposto dai ragazzi spagnoli di Tequila Works è tutto qui. Niente di nuovo insomma: il mondo è andato alla rovina, gli zombie oramai popolano le strade cercando sopravvissuti da sbranare e noi dobbiamo riuscire ad essere più furbi e fortunati di loro per riportare a casa la buccia alla fine della giornata, magari cercando altri superstiti e, perché no, salvando la nostra famiglia alla ricerca di un posto dove ricominciare un'improbabile esistenza mascherata da normalità.

Tutto sa di già visto: avremo sentito parlare di una trama simile migliaia di volte, quanto meno in tutti i film, libri, racconti e narrativa varia che hanno fatto la fortuna dei loro autori, partendo dai film di Romero e giungendo alla bellissima serie The Walking Dead recentemente in programmazione.

Però (e per fortuna), a parte la linearità e semplicità della trama, Deadlight è molto altro.

MA CHI SONO IOOOOOO!!!

Noi vestiamo i panni di Randall Wayne, il povero disgraziato di turno costretto a sbattersi per sé e soprattutto per gli altri. Dal momento che disponiamo di una certa agilità e di una buona dose di coraggio, tocca a noi affrontare intere orde di zombie alla ricerca di altri sopravvissuti e di luoghi sicuri in cui la nostra famiglia e il nostro gruppo possano trovare qualche chance di sopravvivenza. Il gioco inizia il 4 luglio del 1986, subito dopo la tempesta radioattiva che ha devastato il pianeta e creato intere orde di morti viventi. Fin da subito ci spiattellano in faccia che dobbiamo sobbarcarci una bella scarpinata da casa nostra in Canada fino a Seattle dove pare ci siano rifugi sicuri per disperati come noi. Durante il nostro viaggio potremo trovare anche pezzi del nostro diario che, non si sa come, sono finiti in giro per il mondo: rileggendoli, capiremo come mai è successo tutto questo e soprattutto come mai ci siamo finiti in mezzo.

PICCHIA LO ZOMBIE?

Deadlight non è sicuramente uno sparatutto, non si devono eliminare zombie cercando di non farsi colpire (alla Dead Island per fare un esempio) ma lo scopo è avanzare di livello in livello utilizzando astuzia e intelligenza. La visuale del gioco è in 2D simil-3D come i vecchi platform di una volta e per buona parte il nostro percorso è pre-impostato, salvo piccole deviazioni consentite per ritrovare oggetti e armi nascosti in giro. Le schermate sono statiche e una volta superatane una si passa alla successiva.

Gli enigmi sono davvero tanti e ben congegnati e richiedono spesso un certo ragionamento per poterli superare. Il nostro personaggio infatti solo raramente avrà delle armi a disposizione, e comunque per una durata limitata. Per lo più ci toccherà evitare gli scontri diretti, nascondendoci o sfruttando degli oggetti presenti sullo sfondo per far fuori gli zombie che ci ostruiscono il passaggio. Oggetti sospesi in aria, cavi di corrente da attivare o disattivare, sono solo alcuni esempi di come il "paesaggio" ci venga in aiuto per ri-uccidere i nostri nemici non-morti (che bel gioco di parole -Ndr). Per il resto si tratta di saltare, aggrapparsi, scivolare, appenderci, rimbalzare sui muri così come il buon vecchio Principe di Persia ci ha insegnato.

Questo stile di gioco non è del tutto innovativo, chi ha giocato a Oddworld: Abe's Oddysee uscito nel 1997 per PlayStation e per PC (e convertito "non ufficialmente" per Spectrum 128K nel 2002 -NdCJ), sa a cosa va incontro. Ciò non toglie però che il tutto sia immensamente divertente.

CHE GRAFICA!

L'aspetto tecnico è molto originale, soprattutto il comparto grafico basato sull'ormai famoso Unreal Engine 3. I personaggi in movimento vengono visti come ombre, in pieno contrasto con i colori dei fondali e il tutto è disegnato e animato davvero bene. Questa combinazione particolare di dettaglio-non dettaglio crea un mix perfetto che eleva il livello di atmosfera del gioco, facendo risultare il tutto assolutamente credibile, anche perchè poi i dettagli non mancano e sono davvero ben realizzati: senza raggiungere picchi di eccellenza, Deadlight è un gioco bello da vedere oltre che da giocare.

Anche l'audio è di buona qualità. Il doppiaggio inglese è ben eseguito e i sottotitoli in italiano non presentano errori di sorta mentre musiche ed effetti sonori svolgono egregiamente il loro dovere.

TUTTO ROSE E FIORI?

In realtà qualche difettuccio c'è. Certe volte infatti la meccanica dei salti non è ben calibrata e capita di inciampare; di conseguenza occorre ricominciare dall'ultimo check-point senza in realtà aver di fatto sbagliato. Per fortuna succede poche volte e in pochi punti, ma quelle volte i nervi girano a mille.
TEQUILA WORKS

È strano quando una software house spagnola si affaccia nel mercato dei videogiochi. Non che gli spagnoli siano meno intelligenti di americani e coreani, per carità, tuttavia il mercato ci ha abituato a ben altra provenienza per i videogiochi di successo (questo perché ormai sono lontani i tempi d'oro delle varie Dinamic, Opera Soft, Topo Soft, Zigurat ecc. -NdCJ). Tuttavia quando un team sconosciuto si presenta con un prodotto simile, l'evento suscita impressioni positive, vuoi perché fa sempre piacere che nuovi programmatori si cimentino in progetti atti poi ad allietare le nostre ore libere, vuoi perché così avremo più scelta e più disponibilità di titoli. La Tequila Works è nata da poco, nel 2010 per essere precisi e nel suo team annovera elementi che già hanno collaborato in progetti più conosciuti. Ad esempio il Direttore Creativo Raoul Rubio ha firmato progetti come Clive Barker's Jericho e Castlevania, così come il Designer Oscar Cuesta ha collaborato alla realizzazione di Diablo III. Le prospettive quindi sono più che buone per eventuali realizzazioni future. Se volete conoscerli meglio vi segnaliamo il loro sito.

La pecca più grande del prodotto però è la scarsa longevità. Il gioco lo si finisce subito, in non più di tre ore se ce la caviamo bene con il genere. Un po' pochino se paragonato al costo e a quello che offre la concorrenza di questi tempi.

La giocabilità invece è davvero la punta di diamante. Ci stupiremo in fretta di come un gioco così semplice possa calamitare fin da subito la nostra attenzione e di come si sia invogliati a giocare immediatamente un'altra partita dopo il game over, complice una curva di difficoltà davvero ben calibrata e una certa intrinseca soddisfazione che ci pervade ogni volta che riusciamo a superare una location.

Onore al merito quindi alla Tequila Works perchè ha creato un gioco davvero interessante, peccato che come tutte le cose belle duri poco. Ben sviluppata anche l'idea degli oggetti nascosti praticamente ovunque - difficile se non impossibile trovarli tutti - così come la gestione della fisica che risulta molto credibile, specialmente per quanto riguarda la simulazione della forza di gravità. Gli oggetti rotolano e cadono così come avverrebbe nella realtà. Durante il percorso poi si notano diverse chicche, come vari canti presi qua e là dalla Divina Commedia e riportati sui muri, per non parlare di citazioni riferite al mondo del cinema e della letteratura di ogni genere.

Gli intermezzi tra un livello e l'altro sono invece realizzati in puro stile fumettistico e, anche se non arricchiscono il semplice plot, sono scorrevoli e non stancano più di tanto.

I parametri di cui tenere conto durante il gioco sono due: la barra energia e la barra vitalità. Quest'ultima tende a scendere quando corriamo, quando colpiamo molti zombie consecutivamente, quando saltiamo costringendoci a delle soste forzate per riposarci un po' e quindi ricaricarla. Le armi non sono molte: avremo asce, pistole, fucili, tutte di breve durata comunque anche perchè le vere armi del gioco sono gli oggetti facenti parte dei fondali da individuare e usare secondo la nostra intelligenza.

Si alternano nel gioco momenti di pausa in cui ci fermiamo su una postazione sicura per riflettere sul da farsi a momenti in cui dovremo correre a perdifiato per non farci bloccare dagli zombie. Carina l'idea presente in alcuni livelli di preparare le trappole e poi attirare gli zombie con un fischio per farceli cadere dentro con tutte le scarpe. Risultano pure coinvolgenti le sezioni in cui dovremo arrampicarci su di un palazzo per poi scendere dall'altra parte, possibilmente scivolando sui tetti per poi acchiappare qualche gancio al volo, oppure quando inseguiti da orde di zombie riusciamo a salire su qualche camion facendogli le pernacchie da lassù. Le varie stanze degli appartamenti, le strade, tutto quanto dà l'idea dello stato di degrado e abbandono che ha avvolto il nostro mondo, facendoci fantasticare con nostalgia su com'era la vita prima della catastrofe. Se questo era lo scopo dei programmatori, l'hanno centrato in pieno.
Deadlight è una piacevole sorpresa nel panorama videoludico. La Tequila Works ha realizzato un bel prodotto, coinvolgente, appassionante e divertente al punto giusto. Dal momento in cui lo si inizia è un crescendo continuo di emozioni e di giocabilità. Sarà un piacere affrontare i vari enigmi e ancora più appagante sarà superarli.

Peccato che la durata del gioco sia parecchio limitata. Lo finirete in tre ore, ma saranno tre ore di puro divertimento, quindi un pensierino sull'acquisto lo si può comunque fare.
PRIMO IMPATTO
GRAFICA
SONORO
GIOCABILITA'
LONGEVITA'
GLOBALE