Anteprima X-Box 360
Titolo del gioco:
Max Payne 3
Data di uscita:
Marzo 2012
Genere:
Sparatutto in terza persona
Sviluppatore:
Rockstar Games
Produttore:
Rockstar Games
Distributore:
Rockstar Games
Multiplayer:
No
Localizzazione:
Completa (audio & video)
Sito web:
Requisiti minimi:
.
Redattore:  Silvano 'Avion' Iorizzo                        Inserito il:  16/11/2011
Un cupo racconto noir... nell’assolata San Paolo del Brasile! E’ uno scherzo, vero?
Nessuno scherzo. Il terzo capitolo della saga di Max Payne, iniziata una decina di anni fa, si svolge proprio nella città carioca. Di notte? Nah. Ma piove, vero? Macché.
Certo questa non era una gran premessa al momento dell’annuncio, ma la prima preview per il pubblico europeo, avvenuta durante la Games Week 2011 di Milano, è riuscita a fugare gran parte dei dubbi.


IL NOIR E’ SERVITO
La storia prende il via a New York, la stessa ambientazione dei capitoli precedenti. Sono trascorsi otto anni dall’episodio precedente: Max Payne ha lasciato definitivamente la polizia ed è diventato un reietto della società afflitto da una dipendenza dagli antidolorifici, che campa con lavoretti da guardia del corpo. Vive nel classico appartamento squallido da uomo sconfitto dalla vita, finché un vecchio amico giunge con una proposta allettante: un lavoro da bodyguard per “gente importante” di San Paolo, l’ideale per lasciarsi alle spalle un passato insostenibile e racimolare un bel gruzzolo. Il protagonista non vuole saperne, ma proprio in quel momento riceve la cortese visita di un uomo al quale ha ucciso il figlio - figlio che aveva massacrato la famiglia di Max - deciso ad ottenere finalmente vendetta. Guadagnata l’uscita attraversando nugoli di avversari, accade qualcosa che convince il protagonista a prendere il volo per San Paolo.

UN FILM DA GIOCARE
Una delle prime cose che viene fatta notare è la maniacale cura del dettaglio riposta nella creazione degli ambienti. L’appartamento di Max Payne è proprio come ce lo si aspetterebbe da una persona nella sua situazione: trascurato, trasandato, con vestiti e altri oggetti accatastati a caso un po’ ovunque. L’intenzione degli sviluppatori è raccontare la storia anche in questo modo, ma è soprattutto creare la più spettacolare esperienza cinematografica mai vista in un videogioco. La sceneggiatura, il taglio delle inquadrature, le situazioni, le sparatorie: tutto è studiato a questo scopo.

Iniziato il gioco, vediamo Max alle prese con un corridoio da attraversare, popolato di avversari. Ma ecco venire in soccorso il suo vicino di casa pazzo - il pazzoide non può mancare in un noir - che per aiutarlo si fa esplodere tra i cattivi! E’ possibile, anche se non necessario, visitare l’appartamento rimasto aperto del suddetto, trovando decine di composti chimici: un altro esempio di maniacalità nella ricostruzione volta a spiegare per immagini chi fosse questo scriteriato.

Non può mancare il marchio di fabbrica della serie, ovvero il Bullet Time: i riflessi di Max aumentano momentaneamente, facendo percepire tutto il resto come se si muovesse al rallentatore. L’ideale per schivare i proiettili e rispondere al fuoco con precisione, come richiesto da un successivo corridoio dalle cui finestre penetrano numerosi laser di altrettanti cecchini appostati sul tetto di fronte. A questa vecchia conoscenza si affianca una piccola novità, la Bullet Cam: quando verrà ucciso l’ultimo di un gruppo di avversari, sancendo la fine di una sparatoria, verrà effettuata una suggestiva inquadratura frontale e rallentata del proiettile che esce dalla canna dell’arma di Max e va a colpire l’avversario. Anche questo risponde all’esigenza di rendere l’esperienza il più cinematografica possibile.

Dopo la parentesi newyorchese, l’azione si sposta a San Paolo. Max Payne si ritrova a dover proteggere una ragazza dalla solita infinità di scagnozzi che vogliono farla fuori, muovendosi attraverso strade e bancarelle anche qui ricchissime di dettagli. Il gioco rivela di possedere ancora la sua anima noir nonostante il deciso cambio di ambientazione, a partire dalla donna da proteggere e passando per i dialoghi e l’atmosfera. Max può muoversi in ambienti un po’ più ampi del solito, consentendogli diversi approcci alla situazione, nonostante il gioco conservi la sua linearità di fondo. Si notano i movimenti molto naturali dei personaggi, movimenti che tendono ad adattarsi all’ambiente circostante e toccano le vette nelle cutscene, in cui il motion capture è stato realizzato facendo recitare contemporaneamente in scena diversi attori.
Max Payne 3 si rivela a una prima occhiata decisamente migliore di quanto si potesse credere precedentemente. Altamente spettacolare, fedele alla tradizione ma ricco di novità. Per ottenere coerenza con i precedenti capitoli, il gioco è stato sviluppato con la continua consulenza di Remedy benché lo studio originale stavolta non ci abbia messo mano, lasciando la palla alla stessa Rockstar. Le premesse sono ottime, vedremo in futuro se i risultati saranno all’altezza delle nostre legittime aspettative.